White lavora partendo da un'istantanea, magari presa di sfuggita, di un particolare di uso quotidiano come una lattina, un paio di occhiali, delle cuffie che, fissati su tavole di betulla, pennellata dopo pennellata assumono profondita' e fascino grazie a contrasti di luci e ombre, bianchi e neri. L'artista porta a Milano una serie di nuovi lavori, 4 dei quali realizzati appositamente per la mostra.
ProjectB presenta la prima mostra personale in Italia di James White.
L’artista britannico porta a Milano una serie di nuovi lavori, quattro dei quali realizzati
appositamente per la mostra.
A prima vista il visitatore può confonderli con fotografie in bianco e nero, perché White usa in
pittura gli stessi strumenti applicati alla tecnica fotografica: semplici ombre, angoli smussati,
leggere profondità di campo tipiche delle fotografie in primo piano.
Infatti, se guardate insieme le opere creano tra di loro un dialogo, suggerendo una narrativa
comune come quella delle fotografie utilizzate come prove documentali in tribunale.
James White lavora partendo da un’istantanea, magari presa di sfuggita, di un particolare di uso
quotidiano come una lattina, un paio di occhiali, delle cuffie che, fissati su tavole di betulla,
pennellata dopo pennellata assumono profondità e fascino grazie a contrasti di luci e ombre,
bianchi e neri.
Che siano intenzionali o fortuite le scene nei dipinti di White catturano uno stato d’animo attuale,
un misto di incertezza e attesa; forse perché una fotografia è completata in una frazione di
secondo mentre un dipinto richiede tempo a rivelare un prima e un dopo.
Come nature morte occhiali da sole abbandonati accanto ad un cappello (Made in China 2010);
lattine di Coca Cola e Pepsi appoggiate su un tavolo accanto ad un sacchetto (Pepsi-Coke, 2010)
svelano una plasticità iperrealista. White trasforma oggetti e ambienti rendendo ciò che non lo è
carico di significato.
Quasi a ripercorrere un diario intimo dell’artista chiuso nel suo studio o in viaggio: scenari di assenza
e vuoti sottolineati dalla palette di bianchi e neri, con accenni di solitaria malinconia come in Hotel
(Palma) 2010 o in Fan, 2010.
L’intimità è svelata ma protetta e tenuta distante dallo spettatore da scatole di perspex trasparenti
usate come cornici.
Nell’introduzione alla monografia James White Paintings, pubblicato da FUEL, con il sostegno di
ProjectB, Martin Herbert scrive “Il linguaggio degli oggetti parte dalla teoria della biografia
dell’oggetto per cui la cultura si analizza a partire dai beni che produce cosi questi dipinti
suggeriscono una figura assente che viene svelata dagli oggetti che non contano nella sua vita,
ma sono proprio loro a interrogare lo spettatore su cosa nascondono”.
Piccoli oggetti evocano sensazioni che non trovano voce, emozioni che difficilmente sono
espresse a parole dagli uomini, che le distinguono solo quando accostate a qualcosa di reale: una
canzone, un ambiente, etc.
James White condivide quindi analisi interiore e forme in un’attenta orchestrazione di emozioni e
regole austere proprie della sua tecnica artistica.
James White vive e lavora a Londra
Tra le sue mostre: Realism- The Adventure of Reality (touring), Kunsthal Rotterdam (cat.) Keep Me
Posted, Posted, London, UK; 2009 Solo Project, Armory Show, New York, USA; Realism- The
Adventure of Reality (touring), Kunsthalle Emdem and Kunsthalle der Hypo; Kulturstiftung, Munich,
Germany; 2008 Go for it! Art from the Olbricht Collection, Weserburg Museum of Modern Art,
Bremen; 2007 All Tomorrows Pictures, ICA, London, UK.
Ufficio stampa Silvia Macchetto
T 39 338 3429581
E silvia.macchetto@gmail.com
Opening 30 Marzo 2011, 19 – 23
PROJECTB
Via Borgonuovo 3 - 20121 Milano
orario: lun-ven 10.30-13, 14-19
ingresso libero