Una manifestazione che si propone come uno spazio di riflessione sul terremoto e le sue conseguenze
La rivolta del silenzio e' nata nel mese di febbraio 2011 a Roma dall'iniziativa di un gruppo di cittadini indipendenti e autoconvocati, determinati a rivendicare attraverso la pratica ostinata del silenzio la centralita' delle parole, denunciando il rischio che il loro abuso e la loro erosione finiscano per minare alla base la vita democratica. La rivolta del silenzio torna (e tornera') di fronte al parlamento italiano per denunciare quanto le parole abbiano perso senso, dignita' e forza, ma soprattutto per dichiarare la loro drammatica incapacita' a tradursi in azione, in cambiamento, in futuro. Sono passati ormai due anni dal terremoto che ha annientato il territorio aquilano, il suo passato e il suo presente, minando gravemente le radici identitarie di un'intera comunita'. Dopo due anni l'Aquila e' ancora una citta' morta, vittima e simbolo di quella peculiare e criminale rimozione che in questo paese smemorato segue all'enfasi e all'ipertrofia retorica, saturando e sovrastando i pochi giorni, le poche ore che seguono un dramma. La rivolta del silenzio manifesta quindi il giorno del secondo anniversario del terremoto dell'Aquila facendo propria una frase del poeta argentino Ugo Mujica 'Nel profondo non ci sono radici, ma cio' che e' stato estirpato'. La manifestazione aprira' uno spazio di riflessione, costituendosi come archivio aperto e mettendo a disposizione testi ed articoli sul terremoto e le sue conseguenze.