19C Spazio Arte
Carrara (MS)
via Vezzala, 19 C
0585 624214 FAX 0585 624214
WEB
Mirko Della Bona
dal 29/4/2011 al 14/5/2011
mer 10-18, gio-ven-sab-dom ore 16-21
329 8843842

Segnalato da

Sara Bastianini




 
calendario eventi  :: 




29/4/2011

Mirko Della Bona

19C Spazio Arte, Carrara (MS)

Vincolata liberta'. L'esposizione comprende lo svilupparsi tematico dell'insufficiente condizione umana rivelata attraverso sculture in legno e marmo.


comunicato stampa

a cura di Sara Bastianini

Il 19C Spazio Arte accoglie la prima riassuntiva personale di Mirko Della Bona (Massa, 1975) giovane scultore emergente. L’esposizione, dal titolo ‘Vincolata Libertà’ a cura di Sara Bastianini, comprende lo svilupparsi tematico dell’insufficiente condizione umana rivelata attraverso quattro sculture in legno ed una in marmo bianco. Quella di Della Bona è una maniera nuova di affrontare e lavorare la materia, il legno: addizione di tante piccole unità sole, che se accorpate, ne fanno una unica, grande, indistruttibile. La tipologia della lavorazione, tramite l’aggiungere di pezzi di legno, sinonimo del formarsi delle persone come individui alla ricerca di loro stessi, di una propria identità ed immagine, si sviluppa inizialmente con il taglio di questi. Successivamente comincia la danza del togliere e dell’aggiungere materiale, similmente ad un collage; talvolta compattato tramite colla vinilica ed acrilico, talvolta con elementi avvitanti. La modellazione della forma, infine, si potenzia mediante abrasione a mano, per mezzo di mazzuolo, ed in prevalenza dischi/carte abrasive.

CENNI BIOGRAFICI

Mirko Della Bona, nasce a Massa nel 1975, frequenta gli studi accademici nella città di Carrara terminando nell’anno 2004. Cresce stilisticamente e concettualmente lavorando nel proprio laboratorio di Carrara. Partecipa ad alcune collettive, tra cui Castel San Niccolò Arezzo nel 2002, Fiera di Marina di Carrara ‘Giorni d'Arte’ nel 2010 e in ultimo nel 2010/2011 alla Galleria La Virgola di Castiglioncello. Vive e lavora tra Massa e Carrara.

CONSAPEVOLEZZA - VOLONTA' – IMPOTENZA a cura di Sara Bastianini

Tematiche complesse quelle trattate da Della Bona, figure le sue, modellate e modulate per addizione di molteplici elementi che ne costituiscono la completezza. In Attesa 1, le due figure ingabbiate sono bloccate e rinchiuse dalle proprie costrizioni, dalla vita stessa, intente in essa ed in attesa dell'inevitabile, la morte. Uomo che si rivela marionetta, involucro vuoto, automa; la disarmante consapevolezza del senso dell'uomo esistente soltanto come società, in caso contrario la sua non risultanza, ne sancisce l'inesistenza, la non-presenza, nonostante per definizione, l'una sia imprescindibile all'altra. Uomo libero di uscire e svincolarsi da qualsiasi realtà per sentirsi reale entità, indipendente, autonomo, ma incapace di farlo, come se perdente in partenza dell’identità di se stesso. In Attesa 2 è tangibile questo profilo mediante la testa dell’uomo che oscilla, ma che in realtà, rimane dentro la gabbia.

La volontà viene dunque spazzata via dalla presente consapevolezza dell'impossibilità. Incapace l’uomo nel riuscire a spogliarsi di quella veste inevitabile, per poter trionfare nell’appropriazione del mondo e della propria vita; di conseguenza la figurazione di un uomo-rinuncia. Nella scultura Uomo-Rifiuto, infatti, siamo spettatori e protagonisti di un’essere scarno, mendicante, derelitto all’interno di un bidone di lordura caduto al suolo. Sconfinare dal tutto. Da tutto ciò che sino ad adesso è stato. Superare. Sorpassare. Valicare il confine e rendersi conto che, oltre quella barriera creata, non si è capaci di sopravvivere. Questa gabbia, talvolta in legno, talvolta in marmo, rappresenta l'uomo costretto nel “meccanismo che imprigiona”, sistema da esso stesso generato, da cui viene catturato e fatto prigioniero anche a vita. Della Bona collegandosi al Teatro dell'Assurdo ci propone un uomo al di là di qualsiasi connotazione politica, sociale e storica, la tragicommedia dell'essere umano costituita intorno alla Condizione dell'Attesa, il destino, la morte, la fortuna. Il Godot beckettiano è l'idea di attesa, è l'attesa stessa, la sintesi di tutte le attese e, allo stesso modo, come in finale di partita, è il pezzo del re messo continuamente sotto scacco dagli altri personaggi.

Dunque, si tratta di voler rappresentare, la necessità di passare il tempo, ma anche il protendersi oltre di esso; l'assoluta mancanza di senso e l'altrettanta necessità di trovarlo. Questo è l'uomo, il giocatore di una partita a scacchi persa fin dall'inizio, che nel finale fa mosse senza senso soltanto per rinviare l’inesorabile destino. Essere mutevole in continua evoluzione e decadenza, che si dimena nel tempo che scorre irrefrenabile nella sua vita, cercando di adattarsi alla miserevole condizione umana. Questo Uomo/Automa crea dunque argomentazione analoga nel rapporto Soggetto/Oggetto; l'oggetto inanimato che prende vita per assorbimento vitale di chi lo ha creato. Materia priva di vita, vuota.

Spento oggetto che giustifica la propria funzione, a cui l'uomo procaccia vita, rendendolo come lui è. Vivo. L’oggetto inanimato rispecchia l’uomo, è creato dall’uomo, per l’uomo. Quando l’uomo finisce l’oggetto continua, privo della funzione datagli fino a quel momento, rimane. Rimane il futile, il leggero e ciò che non ha importanza. L’effimero diventa duraturo. Adesso ciò che non conta e che non è, vede tramontare ciò che in realtà è ed esiste. L’oggetto prende il posto dell’essenza, il manichino duchampiano prende il posto di colui da cui è venuto, che lo ha creato a propria immagine e somiglianza. L'immensità della vita è che essa scorra tra cose inanimate, tra futilità, e che sia proprio lei, a scomparire, per prima, per sempre; mentre tutte queste piccole entità fondamentali che l’uomo crea per esprimersi e realizzarsi rimangono. L’Arte. Tutto è effimero, la vita è effimera, noi siamo effimeri.

Inaugurazione 30 aprile ore 18

19C Spazio Arte
Via Vezzala, 19C - Carrara (MS)
Mer 10-18, gio-ven-sab-dom ore 16-21
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [3]
Aladino Nicoli
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