Nel corso della sua lunga carriera, adottando il collage come mezzo compositivo, l'artista sperimenta tecniche differenti che insieme al conseguimento del poema verbale e visivo danno luogo ad opere pittorico-plastiche. Mediante il 'confrontage', il 'rapportage', il 'chiasmage', e in seguito il 'rollage' e il 'prollage', Kolar si dota di un autentico glossario capace di rispondere a ogni sua esigenza espressiva. In mostra 20 opere dell'artista.
Lunedì 9 maggio alle ore 19 si inaugura presso lo spazio di via della Lupa 24
(Fontanella Borghese) la mostra delle opere di Jiří Kolář, l’artista boemo
scomparso nell’agosto 2002 all’età di 88 anni. La sua ultima mostra romana,
infatti, prima di questa rentrée che accoglie numerosi esempi e tecniche del
suo repertorio variegato, ma essenzialmente a base di collage, si era tenuta
presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica a Palazzo Barberini nel 1998.
Prima di dedicarsi al collage e alla “poesia evidente” Kolář svolge una lunga
militanza letteraria e poetica pubblicando cantate, oratori, liriche, diari, prose,
manuali di teoria poetica, commedie e altre invenzioni che dal 1938 al 1958 lo
imporranno nell’ambiente letterario praghese non senza difficoltà e attraverso
incresciosi episodi di limitazione della libertà a esprimersi, che gli costeranno
censure, sequestri dell’opera e perfino il carcere.
Nonostante le avversità,
Kolář non interrompe mai la sua azione poetica che tuttavia, a partire dal
1949, inizia a mutare struttura compositiva, poiché la qualità poetica si
coniuga con una forma di visualizzazione e di plasticità che travasa versi e
strofe in un organismo più efficace e complesso, rispondente a criteri che nella
musica concreta, per esempio, si erano già affermati con successo. Adottando il
collage come mezzo compositivo, sperimenta tecniche differenti che, assieme
al conseguimento del poema verbale e visivo, giungono a ottenere opere
pittorico-plastiche. Mediante il confrontage, il rapportage, il chiasmage, e in
seguito il rollage e il prollage, Kolář si dota di un autentico glossario capace di
rispondere a ogni sua esigenza espressiva.
Negli anni successivi al trauma vissuto con la partecipazione alla liberazione
del campo di sterminio nazista di Auschwitz e sotto il terrore stalinista, negli
anni Cinquanta, scrive Il fegato di Prometeo (1952) che gli costerà una
condanna a un anno di prigione, scontato con la detenzione preventiva, e il
divieto di pubblicazione fino al 1964; l’opera tuttavia verrà pubblicata nel
1970.
Negli anni Sessanta, la diffusione delle sue opere ha una crescita esponenziale,
affiancata da mostre all’estero (Inghilterra, Austria, Stati Uniti). Nel 1968 è
invitato alla Documenta 4 di Kassel e partecipa alla Primavera di Praga. Dieci
anni dopo, circa, è tra i firmatari di “Charta 77”, manifesto che proclama i
diritti umani in Cecoslovacchia e la libertà di espressione e opinione in quel
Paese, da anni sotto il regime comunista filosovietico.
Dal 1980-81 soggiorna a Parigi e a partire dal 1984 ottiene la nazionalità
francese a seguito di una condanna e alla confisca dei suoi beni in
Cecoslovacchia. Espone per ben tre volte al Museo Guggenheim di New York e
nel 1990 alla Biennale di Venezia nel Padiglione della Cecoslovacchia. Nello
stesso anno l’Istituto Francese di Praga organizza una grande retrospettiva che
lo riconcilia prima della sua morte con la città e il suo paese.
Numerose e differenti sono le opere a carattere poetico scritte da Kolář prima
del 1937-38 e altrettanto numerose quelle a base di “poesia evidente”, cioè
collage, chiasmage, confrontage e altre tecniche, tra cui si ricordano Testimone
oculare, 1949, il già menzionato Il fegato di Prometeo, 1952, Il nostro pane
quotidiano e La peste di Atene per il teatro. Tra il ’59 e il ’60 i Poemi del silenzio.
Realizza nel 1978 l’Omaggio a Kafka. Nel 1986 esce il Dizionario dei metodi,
raccolta completa delle sue tecniche di collage. Nel suo contributo critico alla
mostra, Bruno Corà ha affermato che del collage “Kolář è sicuramente stato,
insieme a Picasso, Schwitters, Ernst, Hausmann, Hannah Hoch e Marca-Relli,
un grande inventore.”
Inaugurazione Lunedì 9 maggio alle ore 19
Gallerja
via della Lupa, 24 (Fontanella Borghese) - Roma
orario: tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle 13,30 e dalle 15 alle 19,30
ingresso libero