Archietttura Timida: esercizi di astinenza. "Se l'architettura diviene un luogo per stupire ma non per abitare, la sperimentazione consiste in parte nel lasciare le cose come stanno".
Uno spettro si aggira in Europa: l’architettura timida.
Che gran parte dell’architettura contemporanea sia aggressiva, è ovvio. Che gli architetti non siano
disposti a mollare nulla del proprio ego e vogliano lasciare il segno, è evidente. Che tutto ciò
c’impedisca di vedere come sia necessaria una profonda trasformazione, una conversione, verso
un differente modo di progettare, è preoccupante.
E’ inutile nasconderselo: gli architetti quasi sempre sono arroganti, prepotenti, superbi, boriosi,
sfrontati, insolenti e tracotanti. Maneggiano senza riguardo quanto ci circonda. Vogliono lasciare
una profonda traccia del proprio operato. Così ormai quasi sempre l’architettura diviene un luogo
per stupire, ma non per abitare. Ma qualcosa sta cambiando.
Forse è tempo di riscoprire un carattere che, seppure spesso disprezzato, ci può aiutare. La
timidezza non è una malattia ma una virtù preziosa che ci insegna a maneggiare il mondo con
delicatezza ponendoci molti dubbi e chiedendo permesso prima di agire. In un mondo di
sopraffazione sfacciata, la nonviolenza verso le cose è la più grande forza a nostra disposizione.
La vera ricchezza dell’architetto timido è data dal saper intervenire con poco, del quale poco non vi
è mai penuria, utilizzando la conoscenza, la conservazione dell’esistente e la stratificazione della
nuova architettura con cautela, attenzione, affetto, umiltà e intelligenza.La sperimentazione
consiste in parte nel lasciare le cose come stanno. Osservare, conoscere e intervenire dopo un
lungo periodo di studio, al limite non intervenire per niente come facevano gli antichi con gli
esercizi di astinenza. In effetti astenersi in un mondo bulimico è una pratica rivoluzionaria.
Così le azioni della Shy Architecture Association ( associazione per l’architettura timida-
www.shyarch.it ) nata all’Accademia di Brera nel 2000 dall’incontro dell’architetto Marco Ermentini
, del filosofo Andrea Bortolon, dell’artista Aldo Spoldi , sono provocatorie ( l’invenzione del
miracoloso farmaco Timidina), ironiche ( la patente a punti per il restauro ), e meravigliosamente
sconclusionate. Ma spesso giocando si può affermare qualche brandello di verità.
In questi primi dieci anni le attività sono state le più disparate: pubblicazione di libri , articoli,
mostre, progetti di nuovi edifici e restauri, musiche, convegni, incontri, performance in Italia e
all’estero. Si può affermare che il messaggio è stato diffuso e non passa giorno che qualcuno
desideri avvicinarsi al pensiero timido. Forse in questo strano momento in cui il vecchio mondo sta
morendo ma il nuovo non è ancora nato, il pensiero timido nel mare della vita può essere un vero e
proprio pesce d'aprile!
Una cosa è certa. L’architettura uccide: quella timida no!
www.shyarch.it
L’esposizione di Seriate è realizzata dall’ASAV in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Seriate è
allestita dal 14 al 29 maggio ed è corredata da un apposito catalogo
CATALOGO GRATUITO IN MOSTRA
Inaugurazione Sabato 14 maggio ore 18.30
Incontro con l’Archietttura Timida: Lunedì 16 Maggio ore 21,00
Palazzo Comunale - Sala Espositiva “Virgilio Carbonari”
Piazza Alebardi 1- Seriate (Bergamo)
Orari: da mercoledì a sabato dalle 16 alle 19 - domenica 10,30-12 / 16-19
Ingresso libero