Marina Abramovic
Ulay
Vincenzo Agnetti
Giovanni Anselmo
Bernhard Becher
Hilla Becher
Joseph Beuys
Gunther Brus
Achille Cavellini
Giuseppe Chiari
Giorgio Ciam
Claudio Costa
Giuseppe Desiato
Luigi Ghirri
Zvi Goldstein
Allan Kaprow
Ketty La Rocca
Ugo Locatelli
Urs Luthi
Luigi Mainolfi
Eliseo Mattiacci
Fabio Mauri
Charlotte Moorman
Otto Muhl
Hermann Nitsch
Luigi Ontani
Nam June Paik
Dennis Oppenheim
Giulio Paolini
Gina Pane
Giuseppe Penone
Rudolf Schwarzkogler
Aldo Tagliaferro
Franco Vaccari
Franco Vimercati
Michele Zaza
Questa mostra presenta una serie di opere realizzate nel corso decennio compreso fra la fine degli anni sessanta e quella degli anni settanta con il mezzo fotografico, freddo, puntuale, fidato testimone di un percorso essenzialmente mentale di ricerche, azioni, comportamenti.
Fra concetto e comportamento
Inaugurazione: sabato 30 novembre 2002, ore 18.00
Orario : dal martedì al sabato ore 16.00 - 19.30 . Mattino su
appuntamento.
Opere: di Marina Abramovic/Ulay, Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Bernhard e Hilla Becher,
Joseph Beuys, Gunther Brus, Achille Cavellini, Giuseppe Chiari, Giorgio Ciam, Claudio Costa,
Giuseppe Desiato, Luigi Ghirri, Zvi Goldstein, Allan Kaprow, Ketty La Rocca, Ugo Locatelli, Urs Luthi,
Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Charlotte Moorman, Otto Muhl, Hermann Nitsch, Luigi
Ontani, Nam June Paik, Dennis Oppenheim, Giulio Paolini, Gina Pane, Giuseppe Penone, Rudolf
Schwarzkogler, Aldo Tagliaferro, Franco Vaccari, Franco Vimercati, Michele Zaza.
Questa mostra presenta una serie di opere realizzate nel corso decennio compreso fra la fine degli anni
sessanta e quella degli anni settanta con il mezzo fotografico, freddo, puntuale, fidato testimone di un
percorso essenzialmente mentale di ricerche, azioni, comportamenti.
“ ....Così dagli anni ‘60 gli “operatori esteticiâ€, come preferivano definirsi allora gli artisti, delle varie
tendenze di ambito concettuale, land art, comportamento, nell’ottica di rinnovamento del linguaggio
artistico faranno grande uso della fotografia stabilendo da subito un rapporto privilegiato e
accettandone caratteristiche insite.
Sarà per la freddezza del mezzo, per la capacità di analisi, per il tipo di immagine finale prodotta, per il
fascino della macchina, ma tutti questi fattori che hanno determinato direttamente o indirettamente nuove
valenze nell’arte del XX secolo, daranno ancora una nuova linfa soprattutto ai lavori di natura
strettamente concettuale di quegli anni.
Diciamo meglio che é per via della stessa natura
straordinariamente â€camaleontica†della fotografia a farle assumere sembianze diverse in ambiti anche
molto distanti tra loro, artistici e non, determinando confini operativi sempre più vasti....†(Angelo
Candiano)
L’esposizione comprende lavori rigorosamente concettual di Luigi Ghirri, o di Franco Vimercati, e fra le
opere più significative citiamo quella di Allan Kaprow, teorico ed inventore dell’happening, che insieme
a Nam June Paik, Charlotte Moorman e Giuseppe Chiari, qui presenti, partecipò al gruppo Fluxus fin
dalla fine degli anni sessanta.
Di primaria importanza i lavori di Gunther Brus, di Claudio Costa, di Urs Luthi, di Ontani, di Otto Muhl e
di Aldo Tagliaferro, per non parlare del giovane Luigi Mainolfi, presente con le immagini dell’ azione
“C’era una volta un re†eseguita nel 1977 alla Galleria Comunale di Bologna, lo stesso anno dell’azione
con cui è presente in questa mostra Marina Abramovic con Ulay. Sono inoltre presenti: Giulio Paolini,
ed un artista meno conosciuto ma non meno significativo nell’ambito del comportamento, Giorgio Ciam,
con un lavoro del 1972 dal titolo “Essere un altroâ€
Ed ancora, fra le altre, vengono esposte le bellissime immagini di Eliseo Mattiacci che “percorre la riva
del mare in bicicletta†e dell’â€Ebrea†di Fabio Mauri (performance del 1971).
Una nota a parte sul lavoro di Ugo Locatelli , un artista rimasto per lunghi anni silenzioso seppur attivo,
presente con un’intera mostra “Aree e tracce†tenuta nel 1972 a Milano, per non citare che velocemente
il più classico ed insigne fra i concettuali italiani, Vincenzo Agnetti, presente con la “Tavola di Dario
tradotta in tutte le lingueâ€.
Per questa esposizione é stato edito un catalogo a cura di Liliana Dematteis, G.B. Martini e Alberto
Ronchetti contenente la riproduzione di 25 opere esposte e corredato da un testo critico di Angelo
Candiano, da apparati bio-bibliografici e da testi degli stessi artisti.
Immagine: Claudio Costa
Gli occhi dei Maori riflettono i colori latenti della foresta - 1973
Riporti fotografici su tela e tele dipinte - 12 tele, misure varie
Galleria Martini & Ronchetti - Via Roma 9 - 16121 Genova