L'opera aperta come anti-progetto ovvero un progetto interminabile. Incontro nell'ambito di Terreno di confronto/Collecting People
Nel 2003, l'autore da' l'avvio ad una serie fotografica composta come pura sequenza cronologica di luoghi attraversati da una Soap Opera nella quale riveste il ruolo di protagonista: la sua vita. Tra le regole per questa performance, c'e' l'adesione alla scelta di realizzare un'immagine fotografica quando si incontra casualmente un punto di tensione, un contatto ineludibile, tra il luogo che viene attraversato e il sentirlo riecheggiare nella mente. L'idea che sorregge l'opera e' che questo sia un modo concreto di rinunciare a voler dire qualcosa di preciso a tutti i costi, di voluto e consapevole, per poter dare finalmente dello spazio interiore ad una forma di conoscenza nuova, imprevista. Il concetto liberato dal suo peso espositivo tenta cosi' di raggiungere il punto focale della rappresentazione in bilico tra memoria e invenzione, tra spunto impressionistico e ferma restituzione geografica. Puo' il soggetto perdere la propria importanza per riacquistare valore in un'ottica eterna? Il valore destinato al rappresentato deriva da una comunicazione imprigionata o dal suo semplice riflesso intellettuale?