Giardini della Biennale
Venezia
via Giuseppe Garibaldi, 868

Thomas Kilpper
dal 1/6/2011 al 26/11/2011
10-18, chiuso il lunedi (escluso 6 giugno, 15 agosto, 31 ottobre e 21 novembre)
335 6097304
WEB
Segnalato da

dispari&dispari



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Thomas Kilpper



 
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1/6/2011

Thomas Kilpper

Giardini della Biennale, Venezia

Pavilion for Revolutionary Free Speech. Un para-padiglione destinato a un programma di conferenze ma anche alla 'liberta' di parola'


sintesi del comunicato stampa

L'artista ha realizzato Pavilion for Revolutionary Free Speech (2011), una struttura aperta costruita sopra e al di la' del giardino privato del Padiglione Danese. Questo ambizioso progetto e' stato creato da Kilpper con un team di ingegneri, falegnami e costruttori, prevalentemente utilizzando legno e materiali rimasti dalla scorsa edizione della Biennale di Architettura 2010. La struttura lo-fi e altamente piacevole al tatto di Kilpper, puo' essere vista come para-padiglione o anti-palazzo, una estensione di forma che contrasta con il piu' "ufficiale" edificio permanente del Padiglione danese, che si diffonde nei giardini della Biennale come una struttura autonoma, ma anche una sorta di parassita. E' allo stesso tempo una zona di rifugio, ospitalita' e l'interazione sociale, ma anche uno spazio di dialogo con una diverse funzioni e contenuti artistici. Come parte del suo padiglione, Kilpper ha anche configurato Speakers' Corner, una piattaforma aperta, un balcone a 2,60 metri di altezza, dove prenderanno atto alcune performance appositamente commissionate (per il Padiglione danese), nonche' un programma di conferenze e manifestazioni promosse dall'artista. Ogni visitatore che desiderano impegnarsi in un atto di liberta' di parola puo' anche usare Speakers Corner, con l'aiuto di un megafono fuori misura realizzato in metallo con rottami di automobili. Il padiglione di Kilpper contiene anche una ricchezza di informazioni visive e testuali in forma di xilografie, collegate ai recenti casi di liberta' di parola negata. Come tale puo' essere visto come una scultura sociale, uno spazio politico, e una piattaforma per l'esercizio della liberta' di parola, programmata o improvvisata. Il lavoro riflette la diversita' di pensiero e di emancipazione rivoluzionaria della liberta' di parola, ma anche l'abuso sempre piu' problematico della espressione, in nome della liberta' e della democrazia. Un progetto co-prodotto da galleria dispari&dispari di Reggio Emilia; inaugurazione il 2 giugno alle ore 15,30.

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