Pietruccia Bassu
Zaza Calzia
Giovanni Carta
Fabio Lanza
Wanda Nazzari
Gianni Nieddu
Efisio Niolu
Igino Panzino
Michèle Provost
Rosanna Rossi
Stefano Serusi
Gianfranco Setzu
Giorgio Urgeghe
Mariolina Cosseddu
La parte per il tutto. Una mostra sull'uso delle figure retoriche con opere di Pietruccia Bassu, Zaza Calzia, Giovanni Carta, Fabio Lanza, Wanda Nazzari e molti altri.
a cura di Mariolina Cosseddu
Pietruccia Bassu, Zaza Calzia, Giovanni Carta, Fabio Lanza, Wanda Nazzari, Gianni Nieddu, Efisio Niolu, Igino Panzino, Michèle Provost, Rosanna Rossi, Stefano Serusi, Gianfranco Setzu, Giorgio Urgeghe
evento promosso da Provincia di Sassari - Assessorato alla Cultura
organizzazione Associazione Culturale Interazione
A prima vista potrebbe apparire un progetto pretestuoso e inconcludente. Una mostra sull’uso delle figure retoriche nelle arti visive può generare, da una parte, il ragionevole dubbio sulla sua necessità e legittimazione nell’imprevedibile mondo del contemporaneo; dall’altra, la complessità scientifica e teorica della retorica classica e moderna mostra subito i limiti impliciti nel tentativo in atto. Consapevoli del rischio che si corre, abbiamo chiesto agli artisti di ragionare sugli aspetti linguistici del proprio lavoro e di individuare le componenti figurali a cui sono soliti ricorrere. Non è un caso che Roland Barthes (1970) sostenesse come la retorica fosse già in atto nel testo: si tratta solo di trovarla, di scoprirla. Va da sé che il nostro intento è, in definitiva, un approccio più strutturale che linguistico e, pertanto, l’analisi testuale delle opere si risolve nell’individuazione dei caratteri figurali che ne stanno alla base. Nessun ambizione di scendere nei meandri della sapienza retorica che secoli di studi hanno elevato a disciplina erudita e precettistica rigorosa. Semmai abbiamo visto come il suo apparato concettuale possa essere strumento efficace per descrivere gli usi linguistici degli artisti al loro livello più profondo e originale e per provare a togliere “dal ripostiglio delle rarità polverose l’antonomasia, la catacresi, la sinèddoche…”.
Quando nel 1970 apparve, curata da Umberto Eco, “la retorica generale del gruppo mi”, il testo venne accolto come una vera rivelazione dagli studiosi che intendevano aggiornare le forme della retorica antica e, di fatto, restringere il campo di indagine alla stilistica, “ovvero lo strumento principale di quella che la scuola di Praga chiamava poetica”. Se il gruppo di Liegi segnava l’inizio di una forte ripresa della pratica retorica, e lavorava sulle figure letterarie come aspetti fondanti della comunicazione, quegli studi rimangono una straordinaria “proposta di tecniche d’avanguardia per l’esplorazione degli usi creativi della lingua”. Autorizzati, allora, da un sentire comune che fa dell’arte visiva un sistema poetico, e perciò comunicativo, abbiamo proceduto a rendere esplicito quel sistema significante attraverso le unita produttrici di senso. Individuate le forme basilari del discorso, abbiamo deciso di fermare l’attenzione, almeno con questa mostra, alla “sineddoche”, ovvero a quella figura, come recita qualsiasi buon vocabolario della lingua, “per la quale una parola riceve un significato più ampio o meno ampio di quello che propriamente le compete: per esempio, una parte per il tutto”. E una parte per il tutto è diventata la nostra ricerca, sollecitati dal fatto che la sineddoche appare come il troppo maggiormente diffuso nella comunicazione artistica, di qualsiasi arte si voglia argomentare. Così, nell’inclassificabilità del contemporaneo, abbiamo ritrovato le ragioni che avevano mosso il gruppo mi, e che consentono anche oggi di possedere sicure bussole di orientamento ma, anche, di ribadire che la retorica ha cessato di apparire “un morto deposito di espressioni prefabbricate per tornare ad essere quello che era nei suoi tempi aurei: un apparato generativo, un sistema di tecniche di trasformazione, un meccanismo di regole di creatività”.
Mariolina Cosseddu
Inaugurazione domenica 10 luglio ore 19.30
Galleria Bonaire Contemporanea
via Principe Umberto, 39 - Alghero (SS)
Tutti i giorni dalle 19.30 alle 21.30 - domenica chiuso