Il percorso espositivo comprende una trentina di lavori legati alla montagna e allo sport. L'artista ha elaborato una personale ricerca stilistica nell'arco di settant'anni di lavoro. In occasione delle Universiadi ''Tarvisio 2003''
In occasione delle Universiadi “Tarvisio 2003†l’Artista bergamasco espone
una trentina di lavori legati alla montagna e allo sport.
Il giorno sabato 14 dicembre 2002, alle ore 17.00
a Malborghetto Valbruna, nelle vicinanze di Tarvisio, presso lo splendido
complesso di Palazzo Veneziano (sede anche del Museo Etnografico), sarÃ
inaugurata un’antologica di Trento Longaretti.
Il percorso espositivo comprende una trentina di lavori raffiguranti i temi
più cari al suo mondo popolato di “Viandantiâ€, “Fuggiaschiâ€, “Madri†e
“Famiglieâ€. Sono questi soggetti infatti che hanno visto l’artista
elaborare una personale ricerca stilistica nell’arco di settant’anni di
lavoro. Ad attualizzare il percorso espositivo sarà presente una serie di
opere ispirate ai temi della montagna e dello sport elaborate appositamente
in occasione delle Universiadi 2003.
Le motivazioni di questa mostra si ritrovano proprio nei principi
ispiratori di questa manifestazione pensata per offrire ai Giovani
Universitari del Mondo un’indimenticabile festa dello sport nello spirito
di amicizia e solidarietà che caratterizza i giovani. La presenza di un
artista dello spessore di Longaretti è perfettamente in sintonia con il
desiderio di presentare agli ospiti stranieri le migliori produzioni
dell’arte contemporanea italiana. Un patrimonio che intende valorizzare il
rispetto di tutte le culture nel nome della pace e che, allo stesso tempo,
vede nel contesto montano un invito al recupero di un contatto con la
natura rispettoso dei suoi valori. Ecco allora che nella produzione di
Longaretti, come nello spirito delle Universiadi, si ritrova il medesimo
dialogo tra l’uomo e l’ambiente.
Siamo in presenza di un artista che mai ha tradito la sua fedeltà alla
pittura, a dispetto di mode e correnti artistiche. Trento Longaretti ha
scelto come protagonista delle sue tele un’umanità che si è messa in
cammino, alla ricerca di se stessa. Ecco i volti dei vecchi sui quali il
tempo ha posto la sua firma: le lunghe barbe candide e le guance scavate.
Al loro fianco, i bambini, come giovane canto di vita e di speranza. I più
piccoli di loro sono stretti tra le braccia di madri, avvolti negli
scialli. Lo scenario è aspro: ora infuocato dal sole ora ammantato di neve.
Ma non vi è alcuna sosta: se la notte è troppo buia il debole pallore della
luna rischiara il cammino, altre volte l’oscurità è vinta con un lume. La
poetica di Longaretti è tutta dedicata agli “ultimiâ€, ai dimenticati, ai
profughi che scappano in cerca di pace. Ma non solo. Evidente è il richiamo
ad una condizione esistenziale che coinvolge l’umanità tutta, eternamente a
confronto con i conflitti, siano essi le guerre reali o i tormenti
dell’interiorità .
La sua è una pittura di grande spessore: la pennellata è corposa, densa,
carica di colore. La stesura dell’olio è piena, prevede ampie campiture che
riprendono i colori della terra, ma anche i porpora e i blu degli stracci e
dei mantelli. Sono i colori della sofferenza che si mescolano ai toni della
speranza. Il cammino è affrontato nel segno della ricerca di una condizione
migliore da raggiungere insieme. È un cammino di coraggio e di fiducia.
Come a dire che il senso ultimo di quel peregrinare è altrove, in una
dimensione superiore.
Trento Longaretti nasce a Treviglio (Bergamo) nel 1916, compie gli studi
artistici a Milano, al Liceo e all’Accademia di Brera, dove gli è maestro
Aldo Carpi. Inizia ad esporre nel ’36 partecipando ai “Littoriali
dell’Arte†e a mostre collettive a Milano, Genova e Bergamo. Nel ’39 vince
il premio Mylius e il Premio Stanga. Sono di quegli anni gli stessi anni
di guerra vissuta da Longaretti tra Slovenia, Sicilia ed Albania - le
frequentazioni col gruppo di “Corrente†(dove entra in contatto con
Guttuso, Morlotti, Birolli, Sassu e Vedova). Nel ’42 è invitato alla
Biennale di Venezia alla quale in seguito parteciperà più volte. Dell’anno
seguente è la sua prima personale a Bergamo. Nel ’45 si dedica
all’insegnamento e alla realizzazione di opere sacre. Dal ’53 e per
venticinque anni dirige l’Accademia Carrara di Bergamo ove è impegnato
anche con la docenza di pittura. Le sue opere sono conservate, tra l’altro,
in Vaticano, a Milano in Duomo e nella Basilica di Sant’Ambrogio, nella
Pinacoteca Carrara di Bergamo, Nel Duomo di Novara, a Basilea, Damasco e
Calgary. Ha percorso con le sue personali città quali, Londra, Parigi,
Amsterdam, Stoccolma, Monaco, New York, Toronto e Ottawa. Fra gli strumenti
e le modalità espressive tipiche dell’artista: pittura ad olio, acquarello,
affresco, guazzo, incisioni, mosaico e vetrate.
Ingresso libero. Chiuso il lunedì
Orario: da martedì a venerdì: 10-12.30/15.00-18.00
sabato e domenica: 10.00-12.30/15.00-19.30
Il catalogo, edito in una preziosa veste tipografica, sarà consegnato come
omaggio alle squadre partecipanti alla manifestazione sportiva.
PER INFORMAZIONI: tel. 0428 64970
PALAZZO VENEZIANO Via Bamberga 53
MALBORGHETTO VALBRUNA (UD)