Palazzo Veneziano
Malborghetto Valbruna (UD)
via Bamberga, 53
0428 64970, 0428 60023 FAX 0428 60318
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Trento Longaretti
dal 13/12/2002 al 26/1/2003

Segnalato da

Chiara & Associati srl



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Trento Longaretti



 
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13/12/2002

Trento Longaretti

Palazzo Veneziano, Malborghetto Valbruna (UD)

Il percorso espositivo comprende una trentina di lavori legati alla montagna e allo sport. L'artista ha elaborato una personale ricerca stilistica nell'arco di settant'anni di lavoro. In occasione delle Universiadi ''Tarvisio 2003''


comunicato stampa

In occasione delle Universiadi “Tarvisio 2003” l’Artista bergamasco espone una trentina di lavori legati alla montagna e allo sport.

Il giorno sabato 14 dicembre 2002, alle ore 17.00 a Malborghetto Valbruna, nelle vicinanze di Tarvisio, presso lo splendido complesso di Palazzo Veneziano (sede anche del Museo Etnografico), sarà inaugurata un’antologica di Trento Longaretti.

Il percorso espositivo comprende una trentina di lavori raffiguranti i temi più cari al suo mondo popolato di “Viandanti”, “Fuggiaschi”, “Madri” e “Famiglie”. Sono questi soggetti infatti che hanno visto l’artista elaborare una personale ricerca stilistica nell’arco di settant’anni di lavoro. Ad attualizzare il percorso espositivo sarà presente una serie di opere ispirate ai temi della montagna e dello sport elaborate appositamente in occasione delle Universiadi 2003.

Le motivazioni di questa mostra si ritrovano proprio nei principi ispiratori di questa manifestazione pensata per offrire ai Giovani Universitari del Mondo un’indimenticabile festa dello sport nello spirito di amicizia e solidarietà che caratterizza i giovani. La presenza di un artista dello spessore di Longaretti è perfettamente in sintonia con il desiderio di presentare agli ospiti stranieri le migliori produzioni dell’arte contemporanea italiana. Un patrimonio che intende valorizzare il rispetto di tutte le culture nel nome della pace e che, allo stesso tempo, vede nel contesto montano un invito al recupero di un contatto con la natura rispettoso dei suoi valori. Ecco allora che nella produzione di Longaretti, come nello spirito delle Universiadi, si ritrova il medesimo dialogo tra l’uomo e l’ambiente.

Siamo in presenza di un artista che mai ha tradito la sua fedeltà alla pittura, a dispetto di mode e correnti artistiche. Trento Longaretti ha scelto come protagonista delle sue tele un’umanità che si è messa in cammino, alla ricerca di se stessa. Ecco i volti dei vecchi sui quali il tempo ha posto la sua firma: le lunghe barbe candide e le guance scavate. Al loro fianco, i bambini, come giovane canto di vita e di speranza. I più piccoli di loro sono stretti tra le braccia di madri, avvolti negli scialli. Lo scenario è aspro: ora infuocato dal sole ora ammantato di neve. Ma non vi è alcuna sosta: se la notte è troppo buia il debole pallore della luna rischiara il cammino, altre volte l’oscurità è vinta con un lume. La poetica di Longaretti è tutta dedicata agli “ultimi”, ai dimenticati, ai profughi che scappano in cerca di pace. Ma non solo. Evidente è il richiamo ad una condizione esistenziale che coinvolge l’umanità tutta, eternamente a confronto con i conflitti, siano essi le guerre reali o i tormenti dell’interiorità.

La sua è una pittura di grande spessore: la pennellata è corposa, densa, carica di colore. La stesura dell’olio è piena, prevede ampie campiture che riprendono i colori della terra, ma anche i porpora e i blu degli stracci e dei mantelli. Sono i colori della sofferenza che si mescolano ai toni della speranza. Il cammino è affrontato nel segno della ricerca di una condizione migliore da raggiungere insieme. È un cammino di coraggio e di fiducia. Come a dire che il senso ultimo di quel peregrinare è altrove, in una dimensione superiore.

Trento Longaretti nasce a Treviglio (Bergamo) nel 1916, compie gli studi artistici a Milano, al Liceo e all’Accademia di Brera, dove gli è maestro Aldo Carpi. Inizia ad esporre nel ’36 partecipando ai “Littoriali dell’Arte” e a mostre collettive a Milano, Genova e Bergamo. Nel ’39 vince il premio Mylius e il Premio Stanga. Sono di quegli anni gli stessi anni di guerra vissuta da Longaretti tra Slovenia, Sicilia ed Albania - le frequentazioni col gruppo di “Corrente” (dove entra in contatto con Guttuso, Morlotti, Birolli, Sassu e Vedova). Nel ’42 è invitato alla Biennale di Venezia alla quale in seguito parteciperà più volte. Dell’anno seguente è la sua prima personale a Bergamo. Nel ’45 si dedica all’insegnamento e alla realizzazione di opere sacre. Dal ’53 e per venticinque anni dirige l’Accademia Carrara di Bergamo ove è impegnato anche con la docenza di pittura. Le sue opere sono conservate, tra l’altro, in Vaticano, a Milano in Duomo e nella Basilica di Sant’Ambrogio, nella Pinacoteca Carrara di Bergamo, Nel Duomo di Novara, a Basilea, Damasco e Calgary. Ha percorso con le sue personali città quali, Londra, Parigi, Amsterdam, Stoccolma, Monaco, New York, Toronto e Ottawa. Fra gli strumenti e le modalità espressive tipiche dell’artista: pittura ad olio, acquarello, affresco, guazzo, incisioni, mosaico e vetrate.

Ingresso libero. Chiuso il lunedì
Orario: da martedì a venerdì: 10-12.30/15.00-18.00
sabato e domenica: 10.00-12.30/15.00-19.30

Il catalogo, edito in una preziosa veste tipografica, sarà consegnato come omaggio alle squadre partecipanti alla manifestazione sportiva.

PER INFORMAZIONI: tel. 0428 64970

PALAZZO VENEZIANO Via Bamberga 53
MALBORGHETTO VALBRUNA (UD)

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