Provincia del Verbano Cusio Ossola
Verbania
via dell'Industria, 25

Tones on the Stones
dal 21/7/2011 al 29/7/2011
334 1536056
WEB
Segnalato da

Tones on the stones




 
calendario eventi  :: 




21/7/2011

Tones on the Stones

Provincia del Verbano Cusio Ossola, Verbania

Il Festival di musica, teatro e danza offre una nuova chiave di lettura delle cave d'estrazione, luoghi portati a nuova vita mediante allestimenti e illuminazioni artistiche. Tre spettacoli: un concerto di Stefano Bollani, L'Antigone di Sofocle e Mozart on the Stones.


comunicato stampa

Atto numero cinque. Questo il numero delle edizioni di una rassegna che ha conquistato tutti, dal pubblico alla stampa, dagli artisti che vi hanno partecipato alle Istituzioni che, nonostante il momento, sono vicini agli organizzatori con contributi spesso non sufficienti a coprire i costi dell’iniziativa. Eppure, nonostante le difficoltà che ci accomunano a gran parte delle manifestazioni estive, non solo sul territorio ma a livello nazionale, continuiamo a portare avanti un progetto unico e di rara bellezza. Lo diciamo con convinzione perché Tones on the Stones si è imposto come uno degli appuntamenti più attesi sul Lago Maggiore, uno dei luoghi più suggestivi d’Europa, e non solo, meta turistica tra le più ambite a livello internazionale, come confermano i dati riguardanti le località lacustri. La natura di questi luoghi è stata la fonte di ispirazione creativa per Maddalena Calderoni, il direttore artistico che ogni anno, dopo aver avuto l’intuizione di far riscoprire al pubblico luoghi di lavoro ormai dimenticati, mette in cantiere una serie di eventi di qualità, incastonati in cornici sceniche uniche.

Protagonista la natura che ha demandato alla pietra, con i suoi colori e le sue forme, il compito di allestire scenografie che l’uomo riesce a confezionare con sapienza in ambienti di rara suggestione, sfondi unici, irripetibili in qualsiasi altra parte. Per molti è questa la vera forza di Tones on the Stones, ma non è sicuramente la sola visto il lavoro complesso e studiato nei dettagli da parte di chi lavora con entusiasmo e tanta fatica al progetto. Gli spettacoli infatti sono quasi sempre opere prime, alcuni mai più andati in scena proprio perché è impossibile ricreare altrove gli scenari imponenti che alcuni artisti hanno affrontato con maestria, sfidando pareti di pietra per realizzare coreografie difficilmente immaginabili se non dopo averle viste con i propri occhi. Dunque ci sia concesso anche quest’anno, per festeggiare il primo lustro, l’utilizzo del nostro slogan, quello che condensa e racchiude tutta la filosofia di Tones on the Stones: “Guardare con altri occhi i maestosi e geometrici luoghi che si aprono nella montagna è l’obiettivo e la scommessa di questo progetto che vuole portare in primo piano il valore estetico oltre che storico delle cave d’estrazione. L’attività estrattiva ha sempre diviso l’opinione pubblica in fautori e contrari, molti considerano particolarmente scenografiche le nostre cave anche se probabilmente non tutti hanno immaginato questi imponenti squarci come affascinanti palcoscenici”.

Stefano Bollani in concerto

Stefano Bollani è tra i pianisti jazz italiani più conosciuti, in Italia naturalmente ma anche all'estero. Tanta fama è giustificata da quel particolare equilibrio fra virtuosismo e sensibilità, raffinatezza e intelligenza che lo caratterizzano. Tante volte premiato e acclamato, Bollani non è semplicemente un Jazzman; è un compositore di livello internazionale e soprattutto un musicista a tutto tondo, con una conoscenza profonda di tutta la musica. E poi Bollani è simpatico, irresistibilmente simpatico, e i suoi concerti sono un'occasione per godere della sua stessa presenza, del suo umorismo sottile e sempre garbato. Anche grazie a tutte queste qualità Bollani rappresenta un po’ il volto pulito dell’Italia all’estero. Quella di Bollani è un’Italia moderna, fresca, ironica. Un’Italia molto diversa da tanti cliché che ancora le sono associati, un’Italia che guarda al suo futuro senza dimenticarsi del suo passato. Bollani è un artista completo che ci fa piacere avere a Tones on the Stones perché a volte fa bene - e per certi versi rassicura - poter trascorre una serata godendo della compagnia di una persona di cui si conoscono tanti bei meriti e alla quale si è portati a riservare una certa dose di gratitudine per la sua capacità di rappresentarci. È un bel modo per festeggiare un compleanno. Grazie a questo eccezionale musicista per aver voluto festeggiare con noi questi primi 150 anni di storia nazionale.

Venerdì 22 luglio 2011 alle 21.30

Cava Granito Sempione Miglio&Mazzuri
Fraz. Campaglia, Comune di Varzo (Verbania)
Ingresso: intero 25 euro, ridotto 20 euro
Bambini al di sotto dei 6 anni gratis
Abbonamento ai tre spettacoli: 55 euro

L'Antigone di Sofocle

Elena Bucci e Marco Sgrosso, anima del gruppo Le Belle Bandiere, tornano quest’anno a Tones on the Stones a prendersi la rivincita sul brutto temporale che l’anno scorso impedì la rappresentazione dello Shakespeariano “Macbeth” a pochi minuti dall’inizio dello spettacolo. Tornano e portano in scena, ancora una volta, un grande classico della letteratura drammatica di tutti i tempi: l’ “Antigone” di Sofocle, un testo rappresentato per la prima volta nel 442 a.C. Come il “Macbeth” anche questo testo affronta una questione delicata, quella del rapporto fra l’uomo e il potere. Nella maschilista società greca arcaica la giovane Antigone è abbandonata da tutti, anche dalla sorella Ismene, quando tenta di compiere i riti funebri per il fratello Polinice, ucciso dall’altro fratello, Eteocle, alle porte di Tebe. La ragione di stato – questo è l’interrogativo che pone la tragedia – prevale sulle ragioni dell’individuo? Se la ragione di stato impone che Polinice, assediatore di Tebe, rimanga cadavere insepolto, esposto a tutte le intemperie e a tutti gli oltraggi, è giusto che la giovane Antigone violi questa legge solo per assecondare le ragioni del cuore? No, dicono gli uomini della vicenda. No diceva, nel 1807, anche Georg Wilhelm Friedrich Hegel, il grande filosofo tedesco autore della “Fenomenologia dello Spirito”. Per Hegel era ingiusto lo slancio sentimentale di Antigone, perché nella sua visione organica del mondo lo Stato era un’entità più complessa della famiglia e superiore a essa. Sarà la suggestione del titolo Sofocleo, sarà che il mito è stato ripreso nel ‘900 da autori importantissimi come Anuoilh e Brecht, sarà che di tragedie legate alla ragion di stato che stritola gli uomini ne ha viste tante sia la storia moderna sia, ancor più, quella contemporanea, fatto sta che oggi la tesi di Hegel ci pare difficilmente ricevibile e la nostra simpatia va in maniera empatica ad Antigone e alla sua insensata, amabile e folle sfida a una società oppressiva e maschilista, a leggi spersonalizzanti e inique che infangano la nobiltà dell’essere umano.

La ricerca e la restituzione della propria dignità di essere senziente e pensante, capace di scelte, è il senso della drammaturgia che Elena Bucci e Marco Sgrosso propongono per il testo sofocleo. Nello spettacolo la musica diventa una componente integrante dello svolgimento drammatico, perché accompagna questo faticoso percorso alla ricerca di uno spazio innegabilmente umano e inalienabile. Il mito conferma una volta di più la sua vitalità, la sua capacità di dialogare con le forme e i linguaggi del presente, proponendo ancora delle domande impegnative alle quali fornire risposte non è mai troppo semplice e immediato. Una costante riflessione sull’uomo e la sua natura, sul suo posto nel mondo e sulle leggi instabili che costruiamo per governarlo. “Entriamo nel mondo della tragedia greca guidati dalle suggestioni del mistero che la avvolge, dal fascino delle rovine, dalle domande intorno ad una complessità di linguaggi che per tutti era leggibile, creando una partitura per voce, azioni e suoni. Registrazioni, musica elettronica e suono ai sensori si miscelano alle parole e sorreggono, provocano, contrastano le azioni, aiutando il salto verso una commistione contemporanea dei diversi codici linguistici della musica, del teatro e della danza. La nostra pratica teatrale - che si basa sulla ripetizione di un rito che non può prescindere da una dedizione fisica, spirituale e intellettuale di chi lo pratica ogni volta ‘dal vivo’ - ci insegna quanto sia fondamentale prendere atto della propria responsabilità e della propria capacità di modificare l’esistente. Il teatro rimane oggi uno dei pochi riti collettivi che si continuano a praticare e attraverso il quale una comunità si ritrova a sentire e a pensare insieme, attraverso sollecitazioni non soltanto intellettuali ma anche fisiche. Se la mente e la storia ci dicono che il dolore intesse la vita in ogni sua parte, il teatro e l’azione ci inducono a lottare perché esista una catarsi, che si raggiunge celebrando il rito e cambia forma e senso a seconda del pubblico, del tempo, del luogo.” Elena Bucci e Marco Sgrosso

Giovedì 28 luglio 2011 alle ore 22.00

Cava Pianasca Domo Graniti
Via Pianasca, Comune di Villadossola (Verbania)
Ingresso: 15 euro

Mozart on the Stones: la magica notte di Wolfy

Anche quest’anno Tones on the Stones propone ai suoi spettatori uno spettacolo ambizioso, nel quale il suggestivo scenario diventa protagonista attivo dello spettacolo, grazie alle suggestioni e alle peripezie di un abile gruppo di danzatori acrobatici e alle possibilità di raffinate soluzioni illuminotecniche e di proiezioni video di grande suggestione. Gigantesco protagonista di questo spettacolo sarà Mozart: Johannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus per chi compilò il registro di battesimo, Wolfgang Amadeus per tutti, Wolfy per la direttissima moglie Constanze. Già, la moglie, l’affetto più importante, il grande e tenero amore di tutta la non lunga esistenza del compositore di Salisburgo. Proprio lui, che tanto teneramente seppe sempre devotamente conservare un solo amore, è in realtà uno dei più grandi esploratori di tutte le sue possibili declinazioni e sfumature: da quelli più accesi a quelli più delicati, dal candore quasi infantile alla saggezza dell’amore consumato, o di quello che consuma, Mozart ha saputo esplorare tutti gli aspetti della condizione amorosa. Quello di Mozart è un caso felice. Egli che, insieme ad Haydn, rappresenta lo stile che definiamo classico, che è il classico per eccellenza, ha un linguaggio che parla a tutti. Il suo enorme rilievo storico ha la sua ragione proprio nel fatto che Mozart ha saputo calare, in questo linguaggio musicale impareggiabile una superba capacità di penetrazione nell’animo umano, che è appartenuta nella storia pochi autori: Omero, Shakespeare, Vermeer. Balzac, per citarne alcuni. Quello a cui assisteremo sarà, in realtà, proprio un viaggio dentro la personalità di Mozart, attraverso le sue musiche, presentate in una maniera che vuole tentare di cogliere nessi sottili, imprevisti. Attraverso arie da opere (“Die Zauberflöte” e “Don Giovanni”, “Così fan tutte” e “Idomeneo”, “Le Nozze di Figaro” e “Die Entführung aus dem Serail”), celebri brani del repertorio sinfonico (Sinfonie 40 in sol minore e 41 in Do Maggiore, Eine Kleine Nachtmusik e Sinfonia 25 in sol minore) e un brano dall’incompiuto “Requiem”, ordinati a formare un percorso più suggestivo che narrativo, percorreremo tutte le traiettorie dell’emotività, del dialogo fra gli esseri umani e del dialogo che essi intrattengono con sé stessi e con la vita. Scopriremo con Mozart tutte le meccaniche del sentimento amoroso. Proprio a dare consistenza visibile a queste dinamiche sarà la cava stessa, luogo dell’esecuzione, e i meccanismi di estrazione della roccia daranno la rappresentazione dello scavo dentro la nostra interiorità, al quale tutti, volenti o nolenti, siamo chiamati continuamente, nel corso dell’esistenza. Diceva il compositore che «viviamo in questo mondo per imparare e per illuminarci l'un l'altro». Siamo sicuri che non si offenderà se ci serviremo della sua musica, tanto più grande di noi, per comprendere qualcosa di più su noi stessi, se usiamo liberamente il frutto del suo ingegno per trarne un’illuminazione che da soli forse non riusciremmo ad attingere. Anche a questo serve l’arte: a ricordarci che qualcuno ha vissuto prima di noi e ci ha lasciato qualcosa. Forse sbagliava un po’, Mozart quando diceva che «la nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora... non ci occorre più nulla». Forse questo è vero per noi; molto meno per lui, evidentemente. Lui è Mozart; così grande eppure così umano e simile a noi; quasi un amico al quale si ha pudore a chiedere, perché si sa che prima o poi ci dirà comunque tutto. Lui è Mozart, un amico che ci sembrerà di vedere vicino; così vicino che, una volta tanto, ci prenderemo la libertà di chiamarlo, anche noi, Wolfy.
E siamo sicuri che neanche stavolta si offenderà.

Sabato 30 luglio alle ore 22.00

Cava Pianasca Domo Graniti
Via Pianasca, Comune di Villadossola (Verbania)
Ingresso: intero 25 euro, ridotto 20 euro
Bambini al di sotto dei 6 anni gratis

Dal 22 al 30 luglio 2011 - Cave del Verbano Cusio Ossola (Verbania)
Per maggiori informazioni www.tonesonthestones.com

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