Send me home dispossessed. L'installazione site specific si appropria di tutto lo spazio cielo/terra disponibile, sconfinando in un percorso nel quale i punti di partenza sono la rilettura di alcuni brani estratti da poesie di Ungaretti composte nel tormentato periodo che va dal 1916 al 1945, e l'ascolto del testo The River della cantautrice Pj Harvey.
La mostra “Send me home dispossessed” presenta l’ultimo lavoro di Arianna Tinulla, giovane ed interessante artista emergente. Dopo un percorso artistico contrassegnato dalla ricerca nell’ambito del disegno e della poesia ha deciso di dedicarsi specificatamente all’installazione.
La scelta è in perfetta sintonia con il lavoro svolto in precedenza la cui limitatezza “fisica” può ora essere ampliata al fine di meglio coinvolgere il fruitore e renderlo più direttamente e liberamente partecipe dell’esperienza artistica.
Nell’installazione che sarà presentata alla galleria Marelia, Arianna si appropria di tutto lo spazio cielo/terra disponibile sconfinando in un percorso esteticamente affascinante ma profondamente inquietante nel quale i punti di partenza sono la rilettura di alcuni brani estratti da poesie di Ungaretti composte nel tormentato periodo che va dal 1916 al 1945, e l’ascolto del testo “The River” della cantautrice Pj Harvey.
Come spiega l’artista, l'uomo di Ungaretti è il soldato che ha combattuto la prima guerra mondiale, quella che ha messo fine alla millenaria era degli imperi storicamente considerati, con trincea come sinonimo. (Conflitto di cui essa stessa, nata nel 1982, non ha percepito che un ricordo sfumato dell’esperienza del nonno attraverso racconti e immagini fotografiche). L'essere di Pj Harvey è un soldato che prega andando avanti, sempre in movimento, dolente ma mai lamentoso e sempre forte, anche del proprio soffrire. Un sogno senza pietà, tra flutti reali ed ombre mute.
I punti di orientamento dell’installazione sono invece rappresentati da vecchie fotografie in bianco e nero recuperate dai cassetti nonché disegni ed appunti elaborati dall’artista durante il periodo estivo i quali, come fossero stati gettati nell’acqua, galleggiano sul pavimento della galleria.
Il collante che cementa e accomuna tutto il lavoro è la volontà, ma anche la difficoltà, di esprimere e comunicare la sofferenza che sembra “silenziosamente” risuonare e rimbombare da un capo all’altro dello spazio espositivo, cercando ristoro nell’elemento acqua che per ognuno rappresenta una sorta di liquido lenitivo nel quale immergersi, al fine di alleviare i propri traumi e dolori.
Inaugurazione: giovedì 1 settembre 2011 dalle 20.00 alle 24.00
Galleria Marelia
via Guglielmo d'Alzano, 2b - Bergamo
Orari di apertura: lun-ven 14.00/20.00 sabato 15.30/20.00
Ingresso libero