A dieci anni di distanza dal crollo delle Torri Gemelle, Francesco Cervelli, Susanne Kessler e Annalisa Riva evocano emozioni che ci collegano a quel giorno e che ci impongono interrogativi sul prima e dopo l'11 settembre. Dipinti ed installazioni che non prendono in prestito immagini gia' viste.
A cura di Paolo Cortese
Artisti invitati: Francesco Cervelli, Susanne Kessler, Annalisa Riva
Il crollo delle torri del World Trade Center e l’incendio del Pentagono fanno parte di quel genere di avvenimenti destinati a mutare il corso della storia. A dieci anni di distanza Francesco Cervelli, Susanne Kessler e Annalisa Riva evocano emozioni che ci collegano a quel giorno e che ci impongono interrogativi sul prima e il dopo l’11 settembre, interrogativi cui ognuno di noi deve rispondere se vuole essere protagonista di un cambiamento che ha come obiettivo impellente un mondo dove il rispetto della vita umana sia un valore imprescindibile. Questo cambiamento, ormai urgentissimo a livello globale, prende le mosse da una presa di coscienza collettiva e in tale contesto va collocato il contributo che questi tre artisti offrono in questa mostra.
Nel lavoro di Francesco Cervelli l'elemento dell'acqua e dell'allagamento sono una costante. Nelle opere qui esposte l'acqua, non ancora defluita, lascia una sensazione di sospensione, di indeterminatezza, di vuoto, accentuata dalla campitura monocroma presente nella parte superiore della tela. Questo vuoto che lascia sgomenti parla della natura misteriosa della vita.
L'istallazione di Susanne Kessler, prende le mosse da un'opera, La Torre di Babele che, esattamente 10 anni fa, l'artista tedesca esponeva alla Städitsche Galerie Remscheid, Germania. La verticalità del lavoro riporta immediatamente alle Twin Towers ma più in profondità all'ambizione, alla spinta dell'uomo a elevarsi, ad avvicinarsi a Dio. Quest'anelito, origina dalla fragilità umana e a questa fragilità rimandano i materiali utilizzati dalla Kessler per la sua torre immaginaria. Annalisa Riva, giovane artista milanese, con i suoi lavori evoca sensazioni di fragilità, di incertezza, di impermanenza, di assenza. L'incertezza a cui il suo lavoro rimanda esprime la condizione della gioventù di oggi. L'artista scuce indumenti di pelle femminili che, perduta la loro foggia antropomorfa, evocano un corpo negato/assente attraverso frammenti di sogno impressi a fuoco.
Artisti di generazioni diverse. Ognuno di loro ci parla di questo accadimento dando un peculiare contributo trasversale: non prendendo in prestito immagini già viste e per sempre impresse nella nostra memoria ma suscitando interrogativi e riflessioni non più eludibili.
Opening: domenica 11 settembre 2011 dalle 18 alle 21.30
Galleria Cortese&Lisanti
Via Garigliano 29 (00198) Roma
Orario: lun-ven 16.30/19.30 (mattina su appuntamento)
Ingresso libero