auroraMeccanica
Julia Winter
Amit Berlowitz
Minimum
Christian Varsi
Simona Barbagallo
Elena Monti
Giuseppe Mendolia Calella
Ernesto Magro
Claudio Allia
Aria Spinelli
Jason Waite
La mostra riflette sulle condizioni di produzione dell'informazione, mettendo in risalto l'apparato del potere e la sua relazione con le nuove forme di censura. Gli artisti in mostra presentano alcuni modi di vedere e comprendere il significato della comunicazione. A cura di Aria Spinelli e Jason Waite.
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a cura di Aria Spinelli e Jason Waite
Le prima delle due mostre che esplorano le forme di censura iaugura a Milano all’interno degli spazi della Fabbrica del Vapore. Curato da Aria Spinelli e Jason Waite l’esposizione è la terza mostra a tema organizzata da Celeste Network per gli artisti iscritti al network, e segue quelle di Expectations Berlino e New York (2010); Dependtendency Venezia (2009).
La mostra riflette ed interviene sulle condizioni di produzione dell’informazione, mettendo in risalto l’apparato del potere e la sua relazione con le nuove forme di censura. Le specifiche strategie estetiche utilizzate dagli artisti dialogano con il “medium del messaggio” e presentano modi straordinari ed alternativi di vedere la comunicazione e comprenderne il significato.
Il catalogo pubblicato da ZeL Edizioni include un saggio dell’artista e teorica Hito Steyerl e i testi critici dei curatori. La seconda parte della mostra sarà tenuta a New York all’interno degli spazi espositivi di Invisible Dog Art Center a Brooklyn a Novembre.
Producing Censorship Introduzione
In un momento di continua diffusione dei mezzi di visibilità e di aumento della velocità dei sistemi informativi, c’è un sentito bisogno di riesaminare la discorsività attorno al concetto di censura come forma di limitazione o di redazione. Anche se vari governi, imprese, media e istituzioni culturali perseguono, col fine di influenzare l'opinione pubblica, una forma di censura tradizionale intesa come “negazione”, le agglomerazioni di potere - che sono sempre più fitte- oggi si focalizzano maggiormente sull’aumento e potenziamento dell'accumulo nella comunicazione e assumono un approccio proattivo nei confronti dell’elaborazione dell’informazione.
La trasformazione in atto della censura è caratterizzata da una molteplicità di meccanismi, tra cui l'accelerazione, la ripetizione, la produzione d’immagini, il raggiramento e la selezione del punto di vista sugli eventi, che hanno tutti contribuito alla riflessione sul concetto di censura come mezzo di produzione. Il prodotto finale di questi processi inonda la complessa rete d’informazioni con dati, racconti e immagini che, in ultima analisi, rendono instabile il rapporto tra verità e finzione.
Come rileva l’artista e teorica Hito Steyerl: "Un fatto è qualcosa che è costruito."
La censura come mezzo di produzione è un concetto incorporato anche nell’etimologia della parola stessa. Il censore non è solo chi registra e giudica, ma la sua denominazione deriva dalla radice antica “kans”: “parlare solennemente, annunciare”. La posizione del censore, cioè una figura che in qualche modo è fautrice di una retorica, è dunque attiva, e assume una maggiore rilevanza nel contesto contemporaneo della comunicazione diretta. Per “annunciare” s’intende “mettere in moto un processo di verifica“, un concetto che è in qualche modo simile alle delucidazioni sull’argomento di Michel Foucault. Nei suoi scritti, infatti, la verità non è vista come un monolite, ma piuttosto come "un sistema di ordinate procedure per la produzione, la regolazione, la distribuzione, la circolazione e il funzionamento delle dichiarazioni". Se la verità è dunque un complesso sistema di produzione e diffusione, essa deve essere affiancata da sistemi di potere, gli unici capaci di sostenerla e trasmetterla. Foucault vede questo rapporto come interdipendente: “La verità è legata in un rapporto circolare sia ai sistemi di potere, che la producono e la sostengono, sia agli effetti di potere, che la inducono e la estendono.” “Un regime di verità". Pertanto non è sufficiente essere in grado di parlare, ma piuttosto ciò che è detto deve essere sostenuto e potenziato. Allo stesso modo ciò che è visto deve essere riprodotto e distribuito, ed è all'interno di questo processo che l'artista ha un’immensa possibilità d’azione.
Le opere in mostra:
auroraMeccanica - Lettere dal Ministero della Verita'
Julia Winter - Pravda
Amit Berlowitz - What should we dream of
minimum - mirror mirror
Christian Varsi - The Braille Photography
simona barbagallo - Un sogno ipertrofico
Elena Monti - Mirror's Cover
Giuseppe Mendolia Calella - URL per un Don Giovanni
Ernesto Magro - La verità è la versione più accreditata
Claudio Allia - Remote Control
Per vedere le opere selezionate: http://premioceleste.it/censorship/
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The first of two exhibitions exploring new forms of censorship opens in Milan at the Fabbrica del Vapore. Curated by Aria Spinelli and Jason Waite the show is the third annual theme exhibition for members of Celeste Networks and follows Expectations in Berlin and New York (2010) and Dependtendency in Venice (2009).
The work in this exhibition reflects and intervenes on the conditions of information production, the apparatus of power and its relationship to new forms of censorship. The distinctive aesthetic strategies utilized by the artists confront the “medium of the message” and provide alternative modes of seeing communication and its meaning.
The catalogue published by ZeL Edizioni includes an essay by the artist and theorist Hito Steyerl and critical texts from the curators. The second part of the exhibition will be held in New York at The Invisible Dog Art Center in Brooklyn in November.
Producing Censorship Introduction
At a moment of ever expanding means of visibility and information surges, the discourse around censorship as a form of limitation or redaction is in need of re-examination. While this traditional notion of censorship as negation aiming to influence public opinion is still pursed by various governments, enterprise, media and cultural institutions, increasingly concentrations of power have focused on augmenting and amplifying the accumulation of information and taking a proactive approach to 'message management'.
The ongoing transformation of censorship is characterized by a multiplicity of mechanisms including; acceleration, repetition, the manufacturing of images, spin and selective framing of events have all contributed to the notion of censorship as a means of production. The resulting product floods the complex web of information with data, narratives and pictures that ultimately destabilizes the relationship of truth and fiction.
As artist and theorist Hito Styerl points out, “a fact is something which is made.”
Censorship as a means of production is also embedded in its etymology. The censor is not only someone who records and judges, their position is fundamentally anchored in the word by the root, kans-, one who “speaks solemnly, announces.” The active position of the censor as one who engages in the creation of rhetoric has taken on a greater urgency in the new landscape of direct communication.
To announce is to set in motion a process of /verification/ which is elaborated by Foucault. In his writings, truth is seen not a monolith but rather “a system of ordered procedures for the production, regulation, distribution, circulation, and operation of statements.” If truth is therefore a complex system of production and dissemination it must be in proximity to systems of power that have the capacity for such circulation. Foucault sees this relationship as interdependent, “"Truth" is linked in a circular relation with systems of power which produce and sustain it, and to effects of power which it induces and which extends it. A "regime" of truth.”
It is therefore not enough to be able to speak but rather what is said must be sustained and amplified. Likewise what is seen must be reproduced and distributed and it is within this process that the artist has immense agency.
Artists and Works:
ArouraMeccanica - Lettere dal Ministero della Verita'
Julia Winter – Pravda
Amit Berlowitz - What should we dream of
minimum - mirror mirror
Christian Varsi - The Braille Photography
Simona Barbagallo - Un sogno ipertrofico
Elena Monti - Mirror's Cover
Giuseppe Mendolia Calella - URL per un Don Giovanni
Ernesto Magro - La verità è la versione più accreditata
Claudio Allia - Remote Control
To view all selected works:http://www.celesteprize.com/censorship/
Press contact:
Silvia Li Pira
Celeste Network
www.celesteprize.com
info@celesteprize.com
Tel: +39 0577 939425
Inaugurazione 15 settembre ore 18,30
Fabbrica del Vapore, Sala delle Colonne
via Procaccini 4 - Milano