Basements. In mostra un progetto site specific con cui l'artista affronta temi a lui cari: la luce, evocatrice di percezioni cariche di significato e coinvolgenti, e la terra, l'essenza del mettere radici. La prima installazione mette in connessione due sale della galleria, una all'inizio e l'altra alla fine del percorso espositivo, al terzo piano. Un quadrato di terra arato, in bronzo, di grandi dimensioni, costituisce, invece, la seconda installazione.
Il 15 settembre 2011 Massimo De Carlo inaugura a Milano Basements una mostra personale di Massimo
Bartolini. L’artista di Cecina ritorna in galleria con un nuovo progetto.
Come al solito, questa mostra parla di conciliazione degli opposti, e dei resti che questa operazione comporta,
sperando che siano infine essi stessi produttori di senso.
Artista interessato alla reinterpretazione degli spazi e alla creazione di atmosfere intense e suggestive,
Massimo Bartolini, nato a Cecina nel 1962, si pone come una delle figure più interessanti nel panorama
artistico italiano e internazionale. Massimo De Carlo ospita la sua sesta mostra personale in galleria che,
con un’installazione site specific, affronta i temi a lui cari della luce, evocatrice di percezioni cariche di
significato e coinvolgenti, e della terra, l’essenza del mettere radici.
La prima installazione mette in connessione due sale della galleria, una all’inizio e l’altra alla fine del
percorso espositivo, al terzo piano. La prima accoglie centinaia di luminarie, tipiche delle feste patronali nei
paesi di campagna, disposte sul pavimento, che si accendono a intermittenza. Il loro accendersi, spegnersi e
dissolversi è determinato dai suoni, dalle parole e dalle pause del video esposto nella seconda stanza. Con
questa installazione, che riprende il progetto Etico_F, attualmente esposto a Palazzo Riso a Palermo, e
sorprendenti lavori precedenti come l’installazione Anche oggi niente, al MAXXI nel 2008, l’artista lascia
tutto alla percezione, e la luce, vera protagonista, immerge lo spettatore in un’atmosfera intensa e raccolta.
Un quadrato di terra arato, in bronzo, di grandi dimensioni, costituisce la seconda installazione. L’elemento
naturale gioca un ruolo preponderante nelle opere di Bartolini, in cui la terra è intesa come materia
costitutiva dal cui grembo germoglia la vita. Nell’opera esposta l’artista trasforma la terra viva in bronzo,
quasi a voler decontestualizzare questo elemento dal suo ambiente e inserirlo in uno nuovo, circoscritto,
che enfatizza il suo valore di supporto originario dell’uomo. Collegata ai suoi precedenti lavori fotografici,
che vedono protagonisti uomini con mani, piedi e testa sotterrati nel terreno, quest’opera ricorda l’essenza
umana, che spesso diventa necessità, del mettere radici, del radicarsi in qualcosa di vero e concreto.
Nella sua intensa carriera Massimo Bartolini ha partecipato a numerose esposizioni italiane ed internazionali, tra cui
International Triennale on Contemporary Art, Yokoama del 2011, La Biennale di Venezia, Esposizione Internazionale
d’Arte del 2009 e del 1999 e la 6th Shangai Biennale del 2006. Tra le mostre personali troviamo Art Unlimited, Art
Basel 42, Basilea, 2011; Massimo Bartolini: Cor alla South London Gallery, Londra, 2010; Dialoghi con la Città al
MAXXI, Roma, 2008; Museu Serralves, Porto, 2007; GAM, Torino, 2005. Inoltre, tra le collettive: Sotto quale cielo?
presso Palazzo Riso a Palermo, 2011; Terre Vulnerabili, Hangar Bicocca, Milano, 2010 ed Ecstasy: In and About
Altered States, The Museum of Contemporary Art, Los Angeles, USA, 2005. Lo scorso giugno è stata inaugurata la
personale Il Cuore in Mano presso il Centre of Contemporary Art Znaki Czasu di Turon in Polonia.
Inaugurazione: giovedi' 15 settembre
Galleria Massimo De Carlo
Via Giovanni Ventura, 5 Milano
Orari: mart-sab 11:30 - 19:30
Ingresso libero