Ayisha Abraham
Ravi Agarwal
Sarnath Banerjee
Hemali Bhuta
Nikhil Chopra
Desire Machine Collective
Sonal Jain
Mriganka Madhukaillya
Sheela Gowda
Sakshi Gupta
Shilpa Gupta
Subodh Gupta
N.S. Harsha
Abhishek Hazra
M.F. Husain
Jitish Kallat
Amar Kanwar
Bharti Kher
Bose Krishnamachari
Nalini Malani
Jagannath Panda
Anand Patwardhan
Prajakta Potnis
Raqs Media Collective
Jeebesh Bagchi
Monica Narula
Shuddhabrata Sengupta
Tejal Shah
Valay Shende
Dayanita Singh
Sumakshi Singh
Kiran Subbaiah
Ashok Sukumaran
Shaina Anand
Thukral & Tagra
Jiten Thukral
Sumir Tagra
Hema Upadhyay
Viviana Gravano
Giulia Grechi
Julia Peyton-Jones
Hans Ulrich Obrist
Gunnar B. Kvaran
Giulia Ferracci
A partire dall'emblematico titolo/metafora del Paese e della sua corsa vertiginosa verso il futuro, la mostra racconta il boom economico, lo sviluppo tecnologico, le trasformazioni sociali, il confronto e la convivenza tra civilta' millenaria e societa' in divenire. 30 artisti, 60 opere, 4 installazioni site specific esaltano le contraddizioni e le mille sfaccettature del 'miracolo indiano'. La grande mostra collettiva itinerante e' realizzata in coproduzione con Serpentine Gallery di Londra e Astrup Fearnley di Oslo.
a cura di Julia Peyton-Jones, Hans Ulrich Obrist, Gunnar B. Kvaran e Giulia Ferracci
30 artisti, 60 opere tra cui 4 installazioni site specific
pensate per il MAXXI e una serie di lavori qui esposti per la prima volta nella loro
monumentalità.
Arriva al MAXXI INDIAN HIGHWAY, la grande mostra collettiva itinerante realizzata in
coproduzione con Serpentine Gallery di Londra e Astrup Fearnley di Oslo e
organizzata nella tappa romana dal MAXXI Arte, a cura di Julia Peyton-Jones, Hans
Ulrich Obrist, Gunnar B. Kvaran e Giulia Ferracci (MAXXI Arte).
INDIAN HIGHWAY - dall'emblematico titolo/metafora del Paese e della sua corsa
vertiginosa verso il futuro è racconta il boom economico, lo sviluppo tecnologico,
le trasformazioni sociali, il confronto e la convivenza tra civiltà millenaria e
società in divenire, identità e modernità, campagne e città in crescita
esponenziale. Un ritratto a 360 gradi del subcontinente e del suo "miracolo",
interpretato attraverso gli occhi disincantati, acuti, profondi di 30 artisti.
Esposta per la prima volta alla Serpentine Gallery di Londra nel 2009, INDIAN
HIGHWAY ha toccato prestigiose sedi internazionali fino ad arrivare al MAXXI (dal 22
settembre 2011 al 29 gennaio 2012), per concludersi a Nuova Delhi nel 2013. In ogni
tappa, la mostra assume una sua particolare fisionomia, con opere pensate ed esposte
appositamente per l'occasione.
"INDIAN HIGHWAY al MAXXI - dice Anna Mattirolo, Direttore MAXXI Arte - partendo
dall'idea dell'autostrada come elemento di connessione tra i flussi migratori che si
spostano dalla periferia alla città, testimonia attraverso il percorso espositivo la
crescente centralità mondiale della civiltà indiana, anche dal punto di vista
artistico, a partire dagli anni Novanta fino ai nostri giorni".
INDIAN HIGHWAY AL MAXXI
Temi
La mostra può essere idealmente divisa in tre macroaree:
Identità e Storie dell'India: indaga temi politici, sociali, religiosi come la
guerra tra India e Pakistan, le lotte religiose, la labilità dei confini nazionali.
Tra le opere esposte: il grande dipinto di Fida Husain (recentemente scomparso,
protagonista della scena indiana per oltre 70 anni, cui è dedicata l'intera mostra)
fa riferimento agli attacchi terroristici a Mumbai del novembre 2008. Il video The
Lighting Testomonies di Amar Kanwar racconta, attraverso le testimonianze di donne
violentate, la guerra tra India e Pakistan; il video I Love My India di Tejal Shah
affronta la repressione dei musulmani in Gujarat nel 2002 mentre quello di Shilpa
Gupta, 100 Hand Drawn Maps of India, riflette il senso di insicurezza e instabilità
dei confini nazionali. Della stessa artista l'inquietante installazione Untitled -
Skewers, con 185 lance che incombono dal soffitto e incutono un senso di paura.
Metropoli Deflagranti: sui temi dell'espansione e del caos urbano, dell'abbandono
delle periferie. Simbolo della mostra, l'installazione wallpaper Dream Villa 11 di
Dayanita Singh, quasi un'insegna luminosa ripetuta per 80 metri nel corridoio
vetrato al primo piano, visibile dalla piazza: riproduce una metropoli contemporanea
dall'alto, avvolta in una luce blu, con le grandi highway come fiumi di fuoco. Tra
le opere esposte: la scultura Transit di Valay Shende, il grande camion in tondini
di alluminio, che contrasta con Autosuarus Tripous, lo scheletro di un tradizionale
risci' in ossa di resina di Jitish Kallat, mentre l'installazione di Subodh Gupta
lunga 27 metri con pentole e stoviglie allude al pranzo degli operai.
Tradizione Contemporanea: esplora la rielaborazione di antiche forme espressive
della cultura indiana, come la miniatura, la ceramica, la pittura a inchiostro. Le
installazioni site specific Strands di N. S. Harsha e di Hemali Bhuta ne sono
esempio, come anche le grandi tavole smaltate di Nalini Malani che alludono ai
racconti mitici.
Artisti:
Ayisha Abraham (Londra, 1963), Ravi Agarwal (Nuova Delhi, 1958), Sarnath Banerjee
(Calcutta, 1962),
Hemali Bhuta (Mumbai, 1978), Nikhil Chopra (Calcutta, 1974), Desire Machine
Collective (Sonal Jain, Shillong 1975 e Mriganka Madhukaillya, Jorhat 1978), Sheela
Gowda (Bhadravat,1957), Sakshi Gupta (Nuova Delhi, 1979), Shilpa Gupta (Mumbai,
1976); Subodh Gupta (Khagaul, Bihar, 1964); N.S. Harsha (Mysore, 1969), Abhishek
Hazra (Calcutta, 1977), M.F. Husain (Pandharpur 1915 - Londra 2011), Jitish Kallat
(Mumbai, 1974), Amar Kanwar (Nuova Delhi, 1974), Bharti Kher (Londra, 1969), Bose
Krishnamachari (Kerala, 1963), Nalini Malani (Karachi, 1946), Jagannath Panda
(Bhubaneshwar, 1970 ), Prajakta Potnis (Mumbai, 1980), Raqs Media Collective
(Jeebesh Bagchi, NuovaDelhi 1965; Monica Narula, Nuova Delhi 1969; Shuddhabrata
Sengupta, Nuova Delhi 1968; Tejal Shah, Bhilai 1979 ), Valay Shende (Nagpur, 1980),
Dayanita Singh (Nuova Delhi, 1961), Sumakshi Singh (Nuova Delhi, 1961 ), Kiran
Subbaiah (Sidapur, 1971), Ashok Sukumaran e Shaina Anand (Ashok Sukumaran, Giappone,
1974), Thukral & Tagra (Jiten Thukral, Jalandhar, 1976; Sumir Tagra, Nuova Delhi,
1979), Hema Upadhyay (Baroda, 1972).
Installazioni Site Specific:
N.S. Harsha, Strands: i visitatori del MAXXI saranno accolti da una ghirlanda di 700
volti dipinti direttamente sul cemento della piazza, con la tecnica della miniatura.
E' l'installazione site specific pensata da N.S. Harsha e realizzata in diretta
pochi giorni prima dell'inaugurazione della mostra.
Desire Machine Collective, Trespasser will (not) be prosecuted: una volta
all'interno del Museo, davanti alla grande opera di Anish Kapoor Widow, i visitatori
saranno avvolti dall'installazione sonora interattiva che riproduce i suoni della
foresta sacra Law Kintang.
Hemali Bhuta, Growing: al primo piano, una grande opera realizzata con una pioggia
di incensi sospesi inonderà l'intera mostra con le fragranze dell'India.
Sumaksi Singh, Circumfernec forming: in un corridoio del primo piano, accanto al
grande ascensore, l'artista, reduce dalle suggestioni di un viaggio ad Assisi,
ricreerà una campata gotica fortemente evocativa e di alta spiritualità.
Un ciclo di incontri e una rassegna video:
Found in Translation. Visioni Postcoloniali e Anand Patwardhan
Durante il periodo della mostra, il MAXXI B.A.S.E ne approfondisce i temi curando
una rassegna video e un ciclo di incontri. Sabato primo ottobre prende il via Found
in Translation. Visioni Postcoloniali, a cura di Viviana Gravano e Giulia Grechi, in
collaborazione con Routes Agency: 3 appuntamenti con proiezione di opere video e
dibattito con esperti del settore (Auditorium del MAXXI, ore 18.30, ingresso
libero). Sabato 8 ottobre parte invece la rassegna dedicata a Anand Patwardhan,
pluripremiato filmaker indiano conosciuto a livello internazionale per il suo
attivismo e i suoi film impegnati su temi di grande attualità e sulla vita nelle
slum indiane (MAXXI B.A.S.E., ore 17.00, ingresso libero).
Nineteen Mantras:
Del progetto ideato per il MAXXI Arte fa parte anche lo spettacolo Nineteen Mantras,
prodotto da
Fondazione Musica per Roma e Fondazione MAXXI in coproduzione con Accademia Teatro
alla Scala, Produzione esecutiva Fattore K con la regia di Giorgio Barbiero
Corsetti, le musiche di Riccardo Nova, le coreografie di Shantala Scivalingappa e il
contribuito di danzatori, musicisti e cantanti indiani, in scena all'Auditorium
Parco della Musica nel gennaio 2012 e poi a Milano. Si tratta di un'opera
coreografica, musicale e video che racconta, attraverso i versi mantra, l'impeto del
mito trasportandolo nella contemporaneità. L'opera sarà anticipata nel percorso di
mostra attraverso tre postazioni multimediali.
Durante il periodo di mostra il Dipartimento Educazione del MAXXI insieme con il
Gioco del Lotto organizzano laboratori per le scuole e le famiglie.
La mostra Indian Highway è stata realizzata con il contributo di Japan Tobacco
International.
Immagine: Jitish Kallat, Baggage Claim, 2010, (dettaglio), Courtesy dell'artista e ARNDT, Berlin/Photo Iris Dreams, Mumbai
MAXXI PRESS OFFICE and COMMUNICATION
Beatrice Fabbretti
Annalisa Inzana
Chiara Capponi
tel +39.06.3225178 press@fondazionemaxxi.it
Preview stampa della mostra mercoledì 21 settembre alle 12:00
Opening ore 19:00
apertura al pubblico 22 settembre 2011 / 29 gennaio 2012
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
via Guido Reni, 4/A , 00196 Roma
ORARI
martedì-mercoledì-venerdì-domenica 11:00/19:00
giovedì-sabato 11:00/22:00
chiuso lunedì, la biglietteria chiude un'ora prima del museo
BIGLIETTI: intero euro 11 | ridotto euro 8