Massimo De Carlo - Press Office
Massimo De Carlo, con il coordinamento di Ludovico Pratesi, porta a Roma 'Three Amigos', un progetto inedito che vede esporre in tre mostre distinte tre giovani artisti americani: Dan Colen, Nate Lowman e Dash Snow. Quest'ultimo sceglie le sale barocche di Palazzo Rospigliosi, affrescate da Giovanni Mannozzi da San Giovanni, sviluppando un progetto inedito site specific. Come spesso accade nelle sue opere, l'ironica modernita' delle tele disorienta lo spettatore, generando un forte contrasto con la classicita' delle sale che le accolgono.
l 20 settembre 2011 Massimo De Carlo, con il coordinamento di Ludovico Pratesi, porta a Roma Three
Amigos, un progetto inedito, unico nel suo genere, che vede esporre in tre mostre personali distinte tre
giovani artisti americani di fama internazionale, Dan Colen, Nate Lowman e Dash Snow,
rispettivamente a Palazzo Rospigliosi, all’American Academy in Rome e al MACRO. Nelle sale
barocche di Palazzo Rospigliosi oltre venti grandi tele di Dan Colen dialogano con gli affreschi delle
sale del Ratto di Proserpina, del Ratto d’Europa e del Ratto di Anfitrite; Nate Lowman trasforma le due
sale della galleria dell’American Academy con l’installazione di quasi trenta quadri in cui utilizza, fra gli
altri materiali, ritagli di giornale, cemento e filo interdentale; il video di Dash Snow Sisyphus, Sissy Fuss,
Silly Puss, esposto nella sala al livello 3 del MACRO, racconta un momento intimo di una madre con la
figlia, in un tempo sospeso, in un luogo indefinito.
Sulla copertina del numero di gennaio del 2007 il New York Magazine pubblicò l'immagine di tre ragazzi
mentre dormivano, uno accanto all'altro. L'articolo li definiva "figli di Warhol", e parlava di un gruppo
di giovani artisti newyorkesi che stava scuotendo la città e il mondo intero dell'arte contemporanea.
Con i loro lavori provocatori, scandalosi e politicamente scorretti questi ragazzi raccontavano se stessi,
la loro vita, la loro città, in uno stile completamente nuovo che all’epoca fece molto scalpore, ricco di
citazioni e riferimenti a vicende personali. La cosiddetta Bowery School era considerata un'unica, grande
famiglia. In poco tempo si fecero conoscere attraverso collaborazioni con alcune delle gallerie più
prestigiose del mondo e con la partecipazione ad esposizioni internazionali in musei ed istituzioni
private. Ma nel luglio del 2009, vittima di quella vita sopra le righe, Dash Snow muore a causa di
un’overdose di eroina. Nella tragedia il gruppo di amici non si sfalda, anzi, diventa ancora più coeso,
trova nuovi significati e nuovi temi da cui trarre ispirazione e su cui lavorare.
Massimo De Carlo porta nella capitale italiana questi tre artisti come massimi esponenti di una nuova
generazione di autori capaci di scrivere nuovi capitoli di storia dell’arte contemporanea. Un progetto
ambizioso e senza precedenti che vede protagonisti Dan Colen a Palazzo Rospigliosi, un palazzo
storico, simbolo della Roma papalina e barocca, Nate Lowman all’interno delle sale dell’American
Academy in Rome e Dash Snow al MACRO, nella sua prima mostra personale in un museo.
Dan Colen
Nato nel 1979 a Leonia, nel New Jersey (USA), Dan Colen è considerato una stella nascente nel mondo
dell’arte contemporanea. Dalla sua prima mostra nel 2003, ha catalizzato l’attenzione del mondo
dell’arte e dei mass media, quest’ultimi attirati anche dalla vita scandalosa ed eccessiva che l’artista
conduce a New York. Nel 2007 il New York Magazine lo definisce uno dei “figli di Warhol”, ed
effettivamente i suoi lavori ricordano la Pop Art per i soggetti tratti dalla vita quotidiana, per quel
processo tipico di ri-appropriazione della realtà, e perché mostrano, ancora una volta, quanto New
York possa essere fonte d’ispirazione, quasi protagonista, anche per gli artisti di nuova generazione.
Una delle opere principali esposte nella personale dell’artista presso la sede di Milano di Massimo De
Carlo era intitolata Moments Like This Never Last, e consiste in un grande dipinto su cui l’artista
immobilizza, come se fosse la riproduzione di uno scatto fotografico, migliaia di coriandoli colorati in
aria. La tela è quasi il simbolo dell’arte di Dan Colen: elementi reali, prelevati dalla vita reale, sono
congelati, immobilizzati in un attimo eterno, simbolo di un presente che non tornerà. L’idea di
mancanza, che spesso si lega al ricordo di un passato glorioso e spensierato, si ritrova frequentemente
nelle opere di Dan Colen, a cui la morte dell’amico fraterno Dash Snow ha aggiunto una nota
malinconica.
Per la sua mostra personale nella capitale italiana, Dan Colen sceglie le sale barocche di Palazzo
Rospigliosi, affrescate da Giovanni Mannozzi da San Giovanni, sviluppando un progetto inedito site
specific nelle sale del Ratto d’Europa, del Ratto di Proserpina, del Ratto di Anfitrite. L’artista instaura
un dialogo sorprendente tra gli affreschi raffiguranti i tre episodi epici e una nuova serie di quadri di
grandi dimensioni. E ancora una volta ci stupisce: in linea con i suoi ultimi lavori, l’artista esegue oltre
venti tele che riproducono esclamazioni quali “Oh Boy!”, “Oh Dan!”, Oh God!”. Come spesso accade
nelle sue opere, l’ironica modernità delle tele disorienta lo spettatore, generando un forte contrasto, di
grande impatto visivo, con la classicità delle sale che le accolgono.
Le opere di Dan Colen sono state acquisite dal Whitney Museum of Contemporary Art di New York, dalla Saatchi
Gallery di Londra e dall’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Oslo. Ha preso parte a numerose mostre 2010
Skin Fruit: Selections from the Dakis Joannou Collection, a cura di Jeff Koons presso il New Museum di New York
(2010), Abstract America: New Painting and Sculpture, presso la Saatchi Gallery di Londra (2009), New York Minute:
60 Artisti della scena newyorchese al MACRO Future, Roma (2009). Ha partecipato alla Whitney Biennial del 2006. Il
21 gennaio 2011 l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Oslo ha inaugurato Peanuts la sua prima personale in un
museo europeo.
Palazzo Rospigliosi
Il complesso di Palazzo Pallavicini Rospigliosi è stato costruito agli inizi del 1600 dal cardinale Scipione
Borghese, nipote del Papa Paolo V, come una grande dimora a fianco della residenza papale del Palazzo
del Quirinale. Le decorazioni interne del palazzo furono curate da Guido Reni, Paoul Bril, Orazio
Gentileschi ed altri celebri artisti del ’600. Negli anni successivi il palazzo cambiò proprietà: ai Borghese
seguirono il Cardinale Guido Bentivoglio, il Cardinale Mazarino poi, e nel 1704, la famiglia Rospigliosi
Pallavicini. Che attualmente ne possiede la metà. Nel palazzo ancora oggi sono conservate due
splendide gallerie d’arte private che raccolgono opere di Botticelli, Signorelli, Carracci e Guercino in
una delle più grandi collezioni private della città.
Inaugurazione martedì 20 settembre 2011, dalle ore 18.00 alle ore 21.00
Palazzo Rospigliosi
Via XXIV Maggio, 43
Tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 18.00
Ingresso gratuito