Giovanni Anselmo
Alighiero Boetti
Pier Paolo Calzolari
Luciano Fabro
Jannis Kounellis
Mario Merz
Marisa Merz
Giulio Paolini
Pino Pascali
Giuseppe Penone
Michelangelo Pistoletto
Emilio Prini
Gilberto Zorio
Germano Celant
Gianfranco Maraniello
L'esposizione, che fa parte dell'ampio progetto in piu' sedi museali Arte povera 2011 curato da Germano Celant, prende spunto dalla mostra storica tenutasi alla Galleria De' Foscherari di Bologna nel 1968 e dal relativo catalogo con il dibattito critico che ne segui'. Oltre ad alcune delle opere esposte in quell'occasione, viene presentata una selezione di materiali - cataloghi, libri d'artista, manifesti, inviti e documenti realizzati a partire dalla fine degli anni '60 - concernente il movimento e i suoi contributi linguistici. La mostra e' curata da Germano Celant e Gianfranco Maraniello.
Da settembre 2011 apre al pubblico la mostra – evento Arte povera 2011 a cura di Germano Celant,
che si svolgerà contemporaneamente, fino a marzo 2012, in diverse e importanti istituzioni museali e
culturali italiane, nelle città di Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino.
L’iniziativa, che ha come fulcro il movimento nato nel 1967 con gli artisti Giovanni Anselmo, Alighiero
Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini,
Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, presenta su
scala nazionale e internazionale gli sviluppi storici e contemporanei di questa ricerca distribuendo le
varie fasi e i singoli momenti linguistici in differenti spazi, dal MAXXI – Museo nazionale delle arti del
XXI secolo di Roma al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli (Torino), dal MADRE –
Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e
dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma alla Triennale di Milano.
Insieme ai singoli responsabili museali Beatrice Merz per il Castello di Rivoli, Maria Vittoria Marini
Clarelli per la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, Eduardo Cicelyn per il MADRE, Gianfranco
Maraniello per il MAMbo, Anna Mattirolo per il MAXXI Arte e Davide Rampello per la Triennale, il
curatore Germano Celant ha concepito un progetto di mostra che, mettendo insieme un alto numero di
opere storiche e recenti, si proponga come un viaggio nel tempo dal 1967 a oggi e, negli spazi,
attraverso diverse situazioni architettoniche e ambientali, tra gli avvenimenti che hanno avuto come
protagonisti gli artisti dell’Arte povera.
Arte povera 2011, che si avvale dei prestiti dei maggiori musei e delle più importanti fondazioni, anche
dedicate ai singoli artisti, in Italia e all’estero, ha altresì il fine di coagulare l’attenzione su una ricerca
visuale che è stata riconosciuta, insieme al Futurismo, quale importante contributo all’arte nel mondo.
L’intento è di esporre l’intero percorso del movimento tramite un circuito di musei d’arte moderna e
contemporanea italiana, scelti seguendo una sequenza che include Torino, Milano, Bologna, Napoli e
Roma, che a sua volta si pone simbolicamente come insieme rappresentativo del 150mo anniversario
dell’Unità d’Italia. Un’importante catena museale coordinata e articolata per un’unica mostra-evento
sull’Arte povera; una sinergia, all’interno della quale i singoli musei o istituzioni presentano un progetto
diverso e specifico che ne riflette l’identità, quanto le collezioni.
Come promotori dell’evento il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Triennale di Milano si
sono assunti l’impegno di produrre le mostre di carattere generale, riguardanti sia le relazioni
internazionali che l’intero arco storico dell’Arte povera.
Pertanto presso il Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea si tiene la mostra “Arte povera
international”. Qui le singole sale dei protagonisti dell’Arte povera trovano in parallelo altre sale dove le
loro opere, provenienti dalla collezione del Castello o da altre collezioni nel mondo, sono messe in
dialogo con lavori di artisti che hanno condiviso lo stesso momento storico e linguistico. Per cui i due
piani del Museo ospiteranno un discorso autonomo dei singoli artisti e uno in parallelo con personalità
come Vito Acconci, Carl Andre, John Baldessari, Dara Birnbaum, Daniel Buren, Lucio Fontana, Sol
LeWitt, Walter De Maria, Rebecca Horn, On Kawara, Fausto Melotti, Berry Le Va, Keith Sonnier, Robert
Barry e Andy Warhol. In questa prospettiva internazionale sarà anche selezionata e presentata
un’antologia di video d’artista.
Siccome Milano non ha mai ospitato una grande antologica sull’Arte povera, la sede della Triennale è
stata scelta per testimoniare il percorso degli artisti a partire dal 1967, in una mostra dal titolo: “Arte
povera 1967-2010”. Sviluppandosi sui due piani dell’edificio progettato da Muzio, nel 1931,
l’esposizione si compone di una prima parte, allestita nelle stanze disegnate da Gae Aulenti, e dedicata
alle opere storiche dal 1967 al 1975, che segnano quindi l’esordio linguistico, basato sull’impiego di
materiali inediti e di articolazioni energetiche sorprendenti, mentre la seconda, ospitata nei grandi spazi
aperti del secondo piano, aspira a documentare lo spirito fluido e spettacolare delle imponenti opere
realizzate dai singoli artisti dal 1975 al 2010, così che si intreccino a formare un arcipelago di momenti
intensi e contrastanti in dialogo tra loro.
L’esposizione del MAMbo dal titolo "Arte povera 1968" prende spunto dalla mostra storica tenutasi alla
Galleria De’ Foscherari di Bologna nel 1968 e dal relativo catalogo con il dibattito critico che ne seguì.
Oltre ad alcune delle opere esposte in quell’occasione e ad altre che testimoniano del tipo di attività
svolta dai diversi protagonisti intorno al periodo preso in considerazione, viene presentata una
selezione di materiali - cataloghi, libri d'artista, manifesti, inviti e documenti realizzati a partire dalla fine
degli anni sessanta - concernente il movimento e i suoi contributi linguistici.
La Chiesa di Donnaregina Vecchia una tra le maggiori testimonianze di epoca medievale a Napoli, e
ora parte del MADRE è teatro della mostra “Arte povera + Azioni povere 1968” che fa riferimento alla
rassegna internazionale dallo stesso titolo, tenutasi presso gli Arsenali di Amalfi nell’ottobre del 1968.
Per tale ragione l’esposizione prevede un rimando tramite documenti, lavori ed interventi d’artista, sullo
stesso contenitore storico, che testimoniano la situazione creativa venutasi a creare nell’evento
amalfitano.
A Roma l’evento Arte povera 2011 si articola evidenziando le singole presenze in collezione all’interno
del programma espositivo del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e della Galleria
nazionale d’arte moderna così da formare un insieme che vive sull’interazione espositiva delle singole
sedi museali.
Al MAXXI viene presentata una grande installazione di Gilberto Zorio che sospesa davanti alla grande
vetrata del piano superiore del museo coinvolgerà visivamente la Piazza esterna stabilendo una
relazione tra gli spazi. L’opera sarà un catalizzatore di energia che renderà visibile il legame che unisce
il MAXXI alla gente.
La Galleria nazionale d’arte moderna invece, a seguito di un radicale riordinamento delle collezioni del
museo in occasione del suo centenario, riapre al pubblico dal 7 dicembre proponendo un nucleo di
approfondimento su Pino Pascali, con una selezione di 20 opere dalla collezione, e completa il suo
tributo all’Arte Povera valorizzando in allestimento le opere di Boetti, Fabro, Paolini, Penone, Pistoletto,
Kounellis e Zorio.
Al fine di allargare la “mappatura” operativa attuale che riguarda l’Arte Povera, sono in corso di studio e
di progettazione - in corso di definizione e di annuncio - una serie di interventi, installazioni, azioni,
incontri che, a partire da novembre e fino alla primavera del 2012, andranno ad ampliare e ad arricchire
il percorso della mostra Arte povera 2011. Coinvolgendo altre città italiane, il proposito è di creare
ulteriori occasioni in cui i contributi linguistici dei singoli artisti siano sottoposti a un’ulteriore
ambientazione e a un arricchimento interpretativo. E al tempo stesso si possa realizzare, quando
fattibile, progetti speciali che forniscano, tramite un taglio puntato sull’attualità e il contemporaneo, una
lettura più recente dell’attività degli artisti.
Infine a raccogliere la complessità delle proposta espositiva è realizzato per conto di Electa e sotto la
stessa direzione scientifica, un unico catalogo. Nella pubblicazione verranno riuniti i contributi dei
direttori dei musei e delle istituzioni coinvolte, i testi critici sugli artisti e quelli sulle differenti poetiche
dell’Arte povera, la documentazione fotografica relativa alle opere esposte e quella relativa al contesto
storico e agli sviluppi recenti dei singoli contributi linguistici.
Tra gli altri, hanno prestato il loro apporto critico: Luca Massimo Barbero, Marcella Beccaria, Eduardo
Cicelyn, Mirta d’Argenzio, Ester Coen, Lara Conte, Anna Costantini, Nicholas Cullinan, Richard Flood,
Claire Gilman, Massimiliano Gioni, Gabriele Guercio, Robert Lumley, Gianfranco Maraniello, Maria
Vittoria Marini Clarelli, Anna Mattirolo, Thomas McEvilley, Beatrice Merz, Gloria Moure, Hans Ulrich
Obrist, Giulio Paolini, Francesca Pola, Maria Teresa Roberto, Didier Semin, Antonella Soldaini, Daniel
Soutif, Angelo Trimarco, Giorgio Verzotti, Angela Vettese e Denys Zacharopoulos.
Arte povera
Nel 1967 in relazione ad un gruppo di artisti composto da Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier
Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali,
Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, lo storico dell’arte
contemporanea Germano Celant conia il termine “Arte povera” che si ricollega alle grandi utopie delle
avanguardie storiche per il suo esprimersi non rigido né impositivo, basato sulla relazione con le
situazioni sociali e culturali, nonché ambientali e contestuali. Collegandosi idealmente alle
sperimentazioni di Lucio Fontana e Alberto Burri, questa ricerca adotta una strategia linguistica in cui
viene abolita ogni gerarchia espressiva e materica. Da qui l’uso di processualità e di tecniche diverse,
così da spaziare in tutti i territori della comunicazione visiva, senza distinguere tra i valori energetici e
fisici, concettuali e concreti di un fare che può oscillare dalla scultura alla performance, dalla fotografia
alla televisione. Un muoversi aperto e non lineare, ma sfericoche porta l’attenzione all’aspetto
contingente quanto al lato frammentario, contraddittorio, pluralistico, vagabondo e discontinuo del reale.
Aperto ad un pensiero che tende a consolidarsi in processi mobili e variabili, il linguaggio dell’Arte
povera si è caratterizzato per l’interesse ad un uso filosofico, quanto concreto di materiali eterogenei
che vanno dalla storia dell’arte alla rappresentazione simbolica, dall’estetica del terrestre alla dinamica
del celeste, da un’estetica del grezzo a una preoccupazione del naturale. Impegnata in un agire che
oscilla tra discorso metafisico e totalità sensoriale, arriva ad utilizzare acqua e pietra, fuoco ed
elettricità, parole e idee fino a coinvolgere animali e vegetali, che assumono un’importanza particolare
per il loro appartenere al mondo del primario e dell’essenziale. Momento di rottura e di frattura con il
passato, tale ricerca ha reso possibile il transito tra l’alto e il basso, tra il pieno ed il vuoto, il conscio e
l’inconscio, il grezzo e il morbido, il mentale e il sensuale che tutto avvolgono. Rispetto a un’arte che,
dalla pop alla minimal art, ha proposto un linguaggio quale strumento di natura immutabile e perfetta,
figurale e industriale, l’Arte povera si è impegnata in un atteggiamento iconoclasta e de-costruttivo che
tiene conto dei problemi dell’esistenza e si muove in relazione alla molteplicità delle situazioni temporali
e spaziali. Un pluralismo linguistico ne ha caratterizzato la poetica e ha costituito il magma culturale
entro cui hanno operato artisti profondamente diversi tra loro. Ricusando ogni definizione, con la
conseguente impossibilità a inserirlo – ancora oggi - in una rigida codificazione, il movimento dell’Arte
povera ha nondimeno acquisito negli anni, per il suo innovativo e originale contributo, dovuto alle
singole individualità, una definitiva importanza, paragonabile al Futurismo italiano, nell’ambito della
scena dell’arte contemporanea internazionale.
Programma
24 settembre – 26 dicembre 2011
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Bologna
“Arte povera 1968”
a cura di Germano Celant e Gianfranco Maraniello
6 ottobre 2011
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
“Arte povera al MAXXI”
a cura di Anna Mattirolo e Luigia Lonardelli
8 ottobre 2011 – 19 febbraio 2012
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli
“Arte povera international”
a cura di Germano Celant e Beatrice Merz
15 ottobre 2011
MADRE - Museo d'Arte contemporanea DonnaREgina, Napoli
“Arte povera + Azioni povere 1968”
a cura di Germano Celant e Eduardo Cicelyn
25 ottobre 2011 – 29 gennaio 2012
Triennale di Milano, Milano
“Arte povera 1967-2010”
a cura di Germano Celant
7 dicembre 2011 – 4 marzo 2012
Galleria nazionale d’arte moderna, Roma
“Arte povera alla GNAM”
a cura di Maria Vittoria Marini Clarelli e Massimo Mininni
Ufficio stampa e comunicazione generali: Electa
Monica Brognoli, Ilaria Maggi
tel +39 02 21563250 imaggi@mondadori.it
www.electaweb.it
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Bologna
Elisa Maria Cerra
tel +39 051 6496653 – 6496608 ufficiostampamambo@comune.bologna.it
Inaugurazione 23 Settembre 2011
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni, 14 - Bologna
Orari: martedì, mercoledì e venerdì dalle 12.00 alle 18.00
giovedì dalle 12.00 alle 22.00
sabato, domenica e festivi dalle 12.00 alle 20.00
chiuso il lunedì
ingresso Mostre temporanee e Collezione permanente
intero € 6.00, ridotto € 4.00