Fondazione Zappettini
Milano
via Nerino, 3
02 89281179
WEB
Antonio Calderara
dal 27/9/2011 al 24/11/2011
lun ven 15-19
02 4812584

Segnalato da

Cristina Pariset




 
calendario eventi  :: 




27/9/2011

Antonio Calderara

Fondazione Zappettini, Milano

In mostra quindici lavori pittorici appartenenti agli anni Sessanta e Settanta dell'artista lombardo, riconosciuto protagonista del panorama concretista e precursore delle sperimentazioni percettive e analitiche. A cura di Riccardo Zelatore.


comunicato stampa

a cura di Riccardo Zelatore

Quindici lavori di Antonio Calderara, appartenenti agli anni Sessanta e Settanta, saranno esposti dal 28 settembre prossimo (ore 17.30) alla Fondazione Zappettini di Milano. Un maestro della pittura italiana del Novecento sarà protagonista, nelle sale di via Nerino, della prima mostra del nuovo ciclo di eventi curati da Riccardo Zelatore.

La personale offrirà una campionatura dell’opera dell’artista lombardo, riconosciuto fin dagli anni Sessanta in tutta Europa come un protagonista del panorama concretista e precursore delle sperimentazioni percettive e analitiche che si affermarono nel decennio seguente.

Con una proposta di valore storico e di raffinato impatto visivo, la Fondazione Zappettini riprende la propria attività espositiva e culturale nella sede milanese: «Lo scopo di tutta la nostra attività – spiega Zelatore, nuovo direttore della Fondazione – è offrire un polo di ricerca, raccolta e proposta attraverso un ricco panorama di quelle esperienze che, a partire dalla Pittura Analitica nostro obiettivo statutario, si diramano in entrambe le direzioni temporali e si sviluppano anche in ricerche coeve negli anni Settanta: Calderara, come caposaldo dell’astrazione geometrico-concreta e come creatore di opere di riconosciuto valore espressivo, è dunque ideale punto da cui ripartire».

Antonio Calderara è nato ad Abbiategrasso nel 1903 ed è morto ad Ameno nel 1978.
Durante la Prima Guerra Mondiale si trasferisce con la famiglia a Milano e proprio in quegli anni si avvicina alla pittura. I Calderara trascorrono le vacanze estive in una bella casa a Vacciago, una frazione del paese di Ameno, sul Lago d’Orta, in provincia di Novara, dove nel 1923, nelle sale dell’Albergo Maulini, tiene la sua prima mostra personale. In quell’anno si iscrive alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, ma presto abbandona lo studio universitario per dedicarsi alla pittura. Nel 1929 partecipa alla sua prima collettiva, organizzata dalla Famiglia Artistica di Milano e sempre nel capoluogo lombardo espone nel 1934 alla Galleria Bolaffi. Dopo il matrimonio, si stabilisce sul Lago d’Orta, dove prosegue da autodidatta la sua carriera di pittore. I lavori di questo periodo sono figurativi, frequenti sono i paesaggi. Nel 1944 la morte improvvisa della figlia Gabriella segna la sua intimità e il suo lavoro: ricorrono infatti i ritratti alla giovane, impersonata dalla moglie Carmela. Dopo la Seconda Guerra Mondiale ritorna a vivere e ad esporre a Milano e la sua ricerca si indirizza verso piccole luminose porzioni di colore stese sulla superficie, fino alla scoperta negli anni Cinquanta della pittura di Piet Mondrian. Alla fine di quel decennio la bidimensionalità e l’astrazione prendono il sopravvento nelle sue opere, ma la svolta astratta non riceve riscontri in Italia. Dal 1960 gli viene dedicata una personale negli spazi del Gruppo N a Padova e un’altra allo realizza due personali, importanti per il contesto in cui si svolgono, presso gli spazi del Gruppo N a Padova e lo Studio F di Ulm: proprio in Germania le opere non figurative iniziano a riscuotere un apprezzamento che presto si espande in altri Paesi europei, dove il maestro lombardo è considerato un anticipatore delle nuove tendenze percettive e concrete che di lì a poco si affermeranno. Prende parte a importanti collettive tra Italia, Germania, Svizzera ed Austria e, nel 1968, è invitato a "Documenta 4" di Kassel. Negli anni Sessanta e Settanta si intensificano le mostre personali che importanti istituzioni pubbliche internazionali gli dedicano, come per esempio il Museo d’Arte Moderna di Rio de Janeiro (1965), il Kunstmuseum di Lucerna (1969), il Kunstmuseum di Düsseldorf (1972 e 1973), la Fondazione Soto di Ciudad Bolivar (1974), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1977), così come si stringe la collaborazione di Calderara con varie gallerie europee (Anne Marie Verna di Zurigo, Denise René di Parigi, Marlborough di Roma, Annunciata di Milano. Negli anni Settanta, fiaccato nella salute, produce comunque le serie “Lettere di un convalescente” ed “Epigrammi”. Pochi anni prima di morire allestisce la propria casa di Vacciago con le opere della sua collezione (271 pezzi di 133 diversi artisti provenienti da tutto il mondo con 56 opere dello stesso Calderara), che saranno il nucleo della Fondazione Antonio e Carmela Calderara, istituita nel 1979 e ancora oggi attiva. Importanti musei gli hanno dedicato retrospettive post mortem, tra cui vanno ricordate quelle del Museo di Arte Contemporanea Villa Croce di Genova, Palazzo Cavour di Torino, della Pinakothek der Moderne e del Joseph Albers Museum di Monaco di Baviera, del Museo Marandi di Bologna.

Anticipazioni dal testo in catalogo di Claudio Cerritelli, Visibili pensieri di luce:

«La definizione geometrica dell’immagine non è vincolo assoluto, è tramite verso la costruzione di ritmi spaziali in divenire, infatti l’artista rifiuta ogni valore codificato delle strutture primarie, aspira a dipingere il colore-luce come essenza del visibile, sintesi delle sue infinite dimensioni.
La struttura geometrica agisce come sostegno compositivo all’interno del campo pittorico, si tratta di un assetto formale dove linee, quadrati e rettangoli sono ordinati in zone di chiarore e minimi adombramenti, gradazioni di tono che sollecitano i ritmi totali dell’immagine.
Ciò che conta per Calderara è comunicare la sensibilità della luce in armonica tensione con le variazioni compositive che, per quanto calcolate con preciso rigore, tendono a vaporizzarsi nello spazio, a liberarsi dal soggetto attraverso l’incanto sospeso della leggerezza».
[…]

«Nella visione di Calderara bisogna saper cogliere il palpito delle stesure cromatiche, la memoria del vissuto attraverso un’astrazione sempre pervasa dall’afflato lirico, dal sentimento luminoso dello spazio, dal desiderio di cogliere atmosfere di poetica musicalità. Pacate vibrazioni portano il colore a fondersi con suoni intimi e ovattati, sonorità sospese avvolgono la modulazione delle forme, stati silenziosi emergono nella luce monocroma, emanazione di persistenti tonalità al limite del visibile. Importante è che l’esercizio della pittura sappia porre a distanza il rumore del mondo, che l’armonia della luce non sia distolta da aspetti difformi del reale, che tutto avvenga con coerenza all’interno del colore, con equilibri proporzionati e perfettamente integrati nella costruzione del piano pittorico. Calderara evoca anche la componente numerico-matematica come conoscenza infinita dello spazio, misura assoluta che si esplica nella graduale correlazione dei pieni e dei vuoti, in un gioco di variazioni cromatiche che sono l’identità dello spazio-luce».
[…]

«Visibili pensieri di luce, dunque, visioni elementari che interpretano la complessità dell’immaginazione, alfabeti di semplicità sempre carichi di mistero, disciplina ininterrotta del colore per penetrare i significati della vita attraverso la gioia di dipingere ogni giorno la purezza dell’assoluto».

La Fondazione Zappettini si è costituita nel 2003 a Chiavari con lo scopo di assicurare la conservazione, la tutela e la valorizzazione dell’opera e del patrimonio artistico di Gianfranco Zappettini. Tra le principali finalità della Fondazione vi è quella di favorire una migliore conoscenza sia in Italia che all’estero, tramite la promozione di mostre antologiche, pubblicazioni d’arte e di iniziative di ricerca e di studio, dell’opera dell’artista.

La Fondazione ha sede in una villa liberty nel centro di Chiavari e ha in donazione un’imponente collezione di opere del maestro dagli anni ’70 a oggi. Nel maggio 2005, è stato inaugurata la seconda sede nel prestigioso spazio nella centralissima via Nerino a Milano, in un palazzo settecentesco a due passi da piazza Duomo. L’obiettivo è costituire il maggiore centro di studi sulle arti visive degli anni ’70, con particolare attenzione verso la “pittura analitica”. Questo centro di documentazione, oltre all’attività espositiva, garantisce un servizio aggiornato di informazione bibliografica, fotografica e audiovisiva e fornisce anche una consulenza specializzata, oltre che ai singoli studiosi, a redazioni di riviste e periodici, a case editrici e ad altre associazioni promotrici di mostre sia in Italia che all’estero. L’archivio della Fondazione e la sua collezione sono destinati a creare infine un vero e proprio museo, rappresentativo dei più significativi autori della pittura analitica, punto di riferimento internazionale di questo specifico settore.

La Fondazione Zappettini è riconosciuta dal Ministero per il Beni e le Attività Culturali.

Oltre ai cataloghi di tutte le esposizioni ad oggi allestite, la Fondazione Zappettini ha pubblicato anche:
Collana Monografie:
Gianfranco Zappettini – Blu, 2004
Gianfranco Zappettini – La trama e l’ordito, 2009
Collana Quaderni di arte contemporanea: 
Gianfranco Zappettini, Scritti teorici 1973-1999, 2004
Alberto Rigoni, La Nuova Pittura in Italia - Pittura Pittura e Pittura Analitica 1972-1978, 2007
AA.VV., Come dipingono, 2010
 
Tra le mostre collettive organizzate dalla Fondazione:

Pittura 70. Pittura pittura e astrazione analitica (Chiavari, Fondazione Zappettini, 27 marzo – 2 maggio 2004; Gallarate, Museo Civico d’Arte Moderna, 10 ottobre 2004 – 2 gennaio 2005).
Pittura 70 (Praga, Istituto Italiano di Cultura, 2 – 30 giugno 2005).
Pittura 70 – then and now (Londra, Istituto Italiano di Cultura, 12 gennaio – 10 febbraio 2006).
Oltre il monocromo (Chiavari, Fondazione Zappettini, 18 dicembre 2004 – 30 gennaio 2005).
Supports/Surfaces. 4 artisti ieri e oggi. Dezeuze, Dolla, Saytour, Viallat (Milano, Fondazione Zappettini, 5 maggio – 31 luglio 2005; Chiavari, Fondazione Zappettini, 28 maggio – 31 luglio 2005).
Nuova Generazione Astratta (Milano, Fondazione Zappettini, 1° dicembre 2005 – 22 gennaio 2006).
L’immagine in/possibile (Milano, Fondazione Zappettini, 20 aprile – 30 giugno 2006).
Sincretiche astrazioni (Chiavari, Fondazione Zappettini, 6 maggio – 31 luglio 2006).
Fil Blanc (Milano, Fondazione Zappettini, 14 dicembre 2006 – 20 gennaio 2007)
Aniconica - Nuove presenze nella pittura (Chiavari, Fondazione Zappettini, 3 maggio – 30 giugno 2008)
Continua la Pittura (Chiavari, Fondazione Zappettini, 20 febbraio – 26 maggio 2010)
Pittura e Pittura (Acqui Terme, Palazzo Robellini, 13 marzo – 11 aprile 2010)
AstrattaUNO (Chiavari, Fondazione Zappettini, 14 maggio – 22 luglio 2011)

Ufficio stampa: Cristina Pariset, tel. +39 02 4812584 / +39 348 5109589, fax +39 02 4812486 , cristina.pariset@libero.it

Immagine: Antonio Calderara, Pittura Bianca N. 2312, 1973, olio su tavola, cm 81,5 x 9

Press Preview: Mercoledì 28 settembre – ore 11.00
Saranno presenti Riccardo Zelatore, curatore della mostra e Claudio Cerritelli, autore del testo in catalogo

Inaugurazione: 28 settembre ore 17:30

Fondazione Zappettini
Via Nerino, 3 Milano
orari: dalle ore 15.00 alle ore 19.00, sabato e festivi chiuso
ingresso libero

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