Girls In Uniform, realizzata in occasione di Fotografia Europea 2011 a Reggio Emilia, si sviluppa come un work in progress a lungo termine. Il punto di partenza e' l'incontro tra le origini estremo orientali della fotografa coreana con il mondo occidentale.
Girls In Uniform è un progetto in divenire di lunga durata, nel quale lavoro con staged photography,
sculture e opere video.
Il punto di partenza è l'incontro con la cultura occidentale, un modo di analizzare
il passato per capire il nuovo. La serie crea un racconto sulla transizione, utilizzando come metafora lo
stato di trasformazione dall'infanzia all'età adulta e tutto ciò che forma un individuo in rapporto alla
società. Studentesse coreane e giovani ragazze in un paesaggio svedese o italiano. Il progetto si è
sviluppato attraverso studi di elementi in particolari ambientazioni in cui gli aspetti storici e architettonici
sono di fondamentale importanza.
L'uniforme ha qualità sia oppressive che di protezione. L'uniforme può essere vista come una "seconda
pelle" che rappresenta le norme, gli ordini e l'idea di collettività, ma anche come una protezione, un
riparo, un rifugio nell'anonimato. Questa duplicità rende possibile la creazione di storie di scostamento
dalle norme socialmente condivise e permette di creare identità individuali.
Le ragazze in uniforme sono messe in scena in contesti diversi: in stanze buie e arcane, all'interno di
paesaggi o di edifici abbandonati. In "Study of Elements" uso le immagini dell'ombra delle ragazze
rendendole concrete come lo sono i loro corpi; come fossero bambole in una postura “congelata”.
La scelta dell'ambientazione gioca un ruolo importante: le scene si svolgono in località isolate, remote,
eterotopie; spazi che esistono con il proprio set di termini, come universi paralleli. Si tratta di spazi di
alterità, che non sono né qui né là, che sono allo stesso tempo fisici e mentali.
Negli ultimi anni la scelta dell'ambientazione si è, in larga misura, basata sulla storia del luogo in
relazione al mio tema. A Reggio Emilia ho realizzato gli scatti nel Museo Civico, il museo di storia
naturale costruito dallo scienziato Lazzaro Spallanzani, che ha creato i suoi fanatastici animali ibridi, ed
all'interno del OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario), un ex istituto correzionale per i malati di mente.
Nella mia messa in scena fotografica dentro queste sedi, attraverso l'uso di modelli, degli oggetti di
scena e le situazioni che li hanno coinvolti, è come se la storia del luogo si fosse contemporaneamente
riattivata e accesa in una sfida.
Image: Hyun-Jin Kwak, Duplicitas 2009, 100x126cm, Lasrchrome print sillicon mount
opening: wensday 28 september h 7 pm.
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