Federico Rui arte contemporanea
La mostra, a cura di Giovanni Gazzaneo e Anna Zaniboni, si concentra su due degli aspetti meno noti della produzione dell'artista emiliano: l'arte sacra e il disegno.
a cura di Giovanni Gazzaneo e Anna Zaniboni
Una mostra per un Carlo Mattioli due volte segreto. Crocevia – Fondazione Alfredo Paglione propone, in occasione del
centenario della nascita, una preziosa esposizione che si concentra su due degli aspetti meno noti della produzione del
grande artista emiliano: l’arte sacra e il disegno. “Carlo Mattioli. Opere sacre”, a cura di Giovanni Gazzaneo e Anna Zaniboni
Mattioli, inaugura giovedì 20 ottobre (ore 18.30-21) presso lo Spazio Crocevia, in collaborazione con Federico Rui Arte
Contemporanea (via Appiani 1, Milano orari: da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00; sabato su appuntamento)
Quella del sacro è una traccia che percorre tutta la produzione di Mattioli, come rivela la mostra in corso in Vaticano nel
Braccio di Carlo Magno (“Carlo Mattioli. Una luce d'ombra” curata da Giovanni Morello e Anna Mattioli Zaniboni, fino al 13
novembre 2011), di cui questa, realizzata in collaborazione con la Fondazione Mattioli, è una sorta di ideale pendant. La
presenza del sacro è più evidente nella prima fase della carriera, specie negli anni 50 e 60 in cui si apre per l’artista una
stagione di committenze ufficiali per la decorazione di spazi ecclesiali. Per poi
sprofondare in un territorio carsico in cui la ricerca pittorica sul colore, con quei
neri profondissimi che sempre lo contraddistingueranno e la presenza quasi
ossessiva di alcuni soggetti (a partire dai celebri alberi solitari, autentica sigla
dell’artista) rivelano il tormento del dubbio e il desiderio di un approdo. Sarà negli
anni 80 che il sacro ritornerà prepotentemente alla luce, con una serie di
personalissimi crocifissi scabri e allucinati, dipinti su nude tavole di legno.
La mostra propone i due capi di questo percorso. Il primo è costituito da una serie inedita di fogli datati ai primi anni 40:
quelli della prima maturità di Mattioli, quelli della guerra. Un arco temporale costellato da una formidabile mole di disegni a
soggetto sacro. Lavori di una straordinaria qualità grafica, una scoperta per chi ha sempre pensato a Mattioli come al
campione del colore. Rovelli michelangioleschi di deposizioni, pietà ma anche crocifissioni che guardano a Manzù e un
notevole Uomo dei dolori o Cristo deriso a tempera su carte del 1945 modellato sullo stile di Rouault, un riferimento che
ritroveremo una ventina d’anni dopo nel Crocifisso per il Vescovado di Parma (1966). E sono proprio un nucleo di
crocifissioni degli anni Ottanta a costituire il punto di arrivo del percorso. Opere di piccole dimensioni ma di impressionante
impatto emotivo. Quasi ex voto di una grazia in fieri, affidata alle grandi aureole rosse – per Mattioli il colore della vita – che,
dietro il capo di Cristo, sorgono come il sole del mattino di Pasqua. Per la primavera del 2012 è in programma al Museo
Morandi di Bologna la mostra “Carlo Mattioli. Nature morte”.
Carlo Mattioli (Modena, 1911 - Parma, 1994)
Si trasferisce giovanissimo con la famiglia a Parma, dove frequenta l’Istituto d’Arte. Nel 1940 espone alla XXII Biennale di
Venezia, dove sarà presente anche nel 1952, nel 1954 e nel 1956. Nel 1943, su invito di Ottone Rosai e con la presentazione
di Alessandro Parronchi ha luogo a Firenze la sua prima personale nella Galleria del Fiore. Nello stesso anno è premiato
anche alla VII Quadriennale di Roma. Nel 1960 Mattioli è invitato all’VIII Quadriennale di Roma, nel 1962 alla XXXI Biennale
di Venezia. Nel 1966 è nominato membro dell’Accademia Clementina, nel 1968 dell’Accademia Nazionale di San Luca e nel
1970 dell’Accademia delle Arti del Disegno. Nel 1970 viene allestita da Roberto Tassi nelle Scuderie delle Pilotta a Parma,
la prima mostra antologica dell’opera di Mattioli che viene poi ospitata nel 1971 all’Accademia di Belle Arti a Carrara. Nel
1980 espone nel Museo della Basilica di San Francesco ad Assisi, inizio di una lunga serie di mostre antologiche. Nel 1983
Mattioli dona all'Università di Parma un’imponente nucleo di opere (400 tra dipinti, disegni e grafiche). Nel 1984 viene
allestita nel Palazzo Reale di Milano una grande retrospettiva. Nel 1986 viene realizzata a Ferrara, nel Palazzo dei Diamanti,
una mostra antologica dei paesaggi; il Musée Rimbaud, a Charleville-Mézières, espone un recente ciclo di pastelli, intitolato
Illumination, e il Museo Te di Mantova fa conoscere un gruppo di piccole opere inedite degli anni Sessanta. Negli anni
successivi altre mostre illustrano aspetti significativi dell’opera di Mattioli: i Nudi femminili nel 1989 al Museo d’Arte Moderna
di Bolzano, nel 1990 i Ritratti al Palazzo Ducale di Massa. Nel 1995 la Fondazione Magnani Rocca allestisce un’importante
antologica, nel 1998 il Cercle Municipal di Lussemburgo e il Museo Diocesano di Barcellona ospitano due mostre
antologiche seguite dall’importante omaggio che la Galleria Nazionale di Parma, sua città adottiva, gli dedica. Nel 2011, per
la celebrazione del centenario della nascita, il Braccio di Carlo Magno in Vaticano ospita un'ampia retrospettiva monografica
dal titolo “Carlo Mattioli. Una luce d'ombra”, coordinata da Giovanni Morello e curata da Maurizio Calvesi, Antonio Paolucci,
Antonio Natali, Augusta Monferini e Gloria Bianchino.
Catalogo: Edizioni Crocevia, con introduzione di Beatrice Buscaroli e testi di Alessandro Beltrami e Giovanni Gazzaneo
Inaugurazione: giovedi 20 ottobre ore 18.30-21
Spazio Crocevia
Via Appiani 1, Milano
Orari: da martedì a venerdi dalle 15.00 alle 19.00; sabato su appuntamento
Ingresso libero