Galleria Umberto Di Marino
Napoli
via Alabardieri, 1
081 0609318 FAX 081 2142623
WEB
Due Mostre
dal 5/10/2011 al 1/12/2011
lun-sab 15-20

Segnalato da

Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea




 
calendario eventi  :: 




5/10/2011

Due Mostre

Galleria Umberto Di Marino, Napoli

Pedro Neves Marques presenta "When's the End of Celebration?" in cui emerge lo sforzo di rappresentare processi di soggettivizzazione; in "Barbarian Poems" Andre' Romao sfrutta l'uso del linguaggio rielaborando riferimenti culturali di epoche storiche diverse.


comunicato stampa

Pedro Neves Marques
When’s the End of Celebration?

La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, giovedì 6 ottobre 2011, la prima personale di Pedro Neves Marques dal titolo When’s the End of Celebration?
La contaminazione tra diversi campi scientifici caratterizza tutti i lavori dell’artista: l’individuazione del campo d’indagine, sia esso storico, sociologico ed estetico, sfugge al controllo di una rigida definizione per usare la digressione come strumento di un tentacolare sforzo di rappresentazione dei processi di soggettivizzazione, di formazione dell’individualità e di organizzazione di persone, strutture o eventi.
La definizione del proprio io in relazione con l’altro (si parli di un oggetto, una persona, una comunità o un fenomeno culturale) passa anche attraverso la difficoltà comunicativa di trasmettere la propria esperienza, cioè del condividere. In questo atto cognitivo ha sempre svolto un ruolo decisivo la scrittura, mentre il tempo, inteso come concetto e come strumento organizzativo, è un tema ricorrente. La pratica di Pedro Neves Marques, quindi, implica da sempre una narrativa all’interno del processo creativo come sottotesto al progetto espositivo, nella costruzione di un discorso svelato attraverso i rimandi selezionati. La dislocazione temporale degli stessi contenuti enunciati si concretizza, invece, in uno spostamento concettuale più che fisico, alla ricerca di nuovi possibili punti di vista per i fenomeni contemporanei.

Recentemente, infatti, l’artista si è concentrato sui modelli operativi attraverso cui avviene l’esperienza dell’altro da sé nonché la relazione tra le differenze, intendendo riflettere sulle condizioni storiche, sociali e psicologiche che li hanno determinati. Qui s’inseriscono le teorie di Frederic Jameson, che critica la tendenza postmodernista a fondere tutti i riferimenti culturali in un’unità indifferenziata da cui attingere liberamente, in quanto infiltrazione della logica economica capitalistica e multinazionale nella sfera intellettuale. Questo discorso viene poi traslato sul piano dei codici linguistici dalle considerazioni di Jean Baudrillard in merito al collasso dell’idea stessa di progresso storico e delle ideologie, causato dalla perdita del significato. Sullo sfondo di queste discussioni l’artista si chiede se, più che da una relatività post-moderna, il significato non venga attualmente conferito da un’esplosione di ibridi temporali e culturali. Più concretamente, al’interno della mostra, questa indagine viene sintetizzata nel confronto tra le specifità di edifici collocati in contesti differenti, insieme ad una serie di foto ed alcuni testi.

Il video ed il testo When’s the End of Celebration?, infatti, insiste sulle parti strutturali di uno degli edifici più riconoscibili di Lisbona come esempio di tardo postmodernismo, estrapolando dettagli da un video girato nel 1985. Tornare indietro al momento in cui questo fenomeno culturale fondava le sue premesse significa cercare le origini dell’ibrido magma culturale in cui ci troviamo immersi e di cui cominciamo ad intravedere l’etica. Così come nella serie di foto, dettagli decorativi di architetture sud-americane, le cui forme ibride influenzate dalla rappresentazione coloniale hanno forzato gli schemi di quelle europee, si mescolano con le immagini di un dipartimento di ricerca dell’Università di St. Gallen in Svizzera, il cui Dipartimento di Management, fin dagli anni ’60, ha sviluppato un modello economico influenzato dalle politiche ecologiche e del pensiero sistemico. Eclettismo ed innovazione, quindi, si rincorrono in un cerchio continuo che individua in un ibrido citazionismo la cifra, ma anche il limite, del nostro tempo.

Pedro Neves Marques (Lisbona, PT, 1984. Vive e lavora tra Lisbona, Londra e San Paolo.

Tra le principali mostre personali e collettive:

2010 Solo show (in collaboration with André Romão), Fundação EDP, Lisbon PT
On the Invisibility of Performance and the Resonance of Lives - Three Proposal Intertwined (in collaboration with Emily Verla Bovino), Etc Gallery, Prague, CZ
2008 Abridged Imagetics, Galeria Pedro Cera, Lisbon, PT
2010 HaVE A look! Have A Look!, curated by FormContent, FormContent, London, Uk
The Horizon Line is Here – tornare per partire, curated by Lorenzo Bruni, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, Italy
2008 A river ain’t too much to love, Spike Island, UK
Eurasia, Anastácio-Gonçalves House Museum, Lisbon, PT
Ocurrence, Baginski Gallery, Lisbon, PT
2007 BesRevelation 2007, Serralves Villa – Contemporary Art Museum, Oporto, PT

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Andre Romao
Barbarian Poems

La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, giovedì 6 ottobre 2011, la prima personale di André Romão dal titolo Barbarian Poems.
L’artista pone come punto di partenza della sua pratica l’uso contemporaneo del linguaggio, attraverso differenti modalità espressive, estrapolando riferimenti culturali da epoche storiche diverse per poi rielaborarli con l’intento di sottolineare gli aspetti controversi dei codici linguistici contemporanei, di cui l’arte è parte. Come già annunciato nel titolo, la mostra presso la Galleria Umberto Di Marino prende spunto da una figura fortemente caratterizzata dal punto di vista storico: quella del barbaro. Sulla sua definizione è sempre stato aperto un vivace dibattito, che col tempo ha portato a modificare l’originaria accezione negativa a vantaggio di un giudizio più aperto a considerare gli effetti rigeneranti che l’introduzione di una nuova cultura può avere su una determinata società, sebbene attraverso un processo doloroso.
La violenza è un altro dei temi centrali dell’esposizione, come risulta dalla lettura degli undici Barbarian Poems inseriti nell’omonima installazione. Sviscerando l’argomento nella più vasta accezione dei suoi significati ed integrando sistematicamente suggestioni provenienti da diverse culture, i poemi richiamano all’attenzione la violenza simbolica in relazione al pensiero, la coercizione dei sistemi e la citazione come forma di produzione di significato. Allo stesso tempo viene così svelato quanto la volontà soggettiva applichi una forma di violenza all’interno di questa produzione. Da qui la triplice proiezione con una raccolta di diversi manufatti provenienti dalle collezioni del Museo Etnologico di Berlino, che richiama alla mente fasi archeologiche diverse: dal tardo Ellenismo (epoca barbarica per antonomasia), all’arte oceanica, al realismo sociale. Vi s’intersecano le immagini scattate nella foresta poco fuori la capitale tedesca ed i testi, in cui l’asprezza e la durezza dei termini adoperati mettono in luce anche il potere, non solo evocativo ma anche penetrante, delle parole.
Lo slittamento di senso provocato dalla rielaborazione di episodi storici, letterari ed artistici trova una sintesi omogenea nella seconda opera Notes for an history of violence, in cui su una scultura triangolare nera viene scagliato del pigmento dorato, come proseguimento delle riflessioni iniziate nei poemi, ma in assenza di parole. Una metafora, come dalle parole di André Romão, del «terreno precario esistente tra etica ed estetica, politica e poetica, storiografia e misticismo».

André Romão (Lisbona 1984). Vive e lavora a Berlino

Tra le principali mostre personali e collettive:

2011 Bosh Young Talent Show, Stedelijk Museum, ‘S-Hertogenbosch NL
Staging the archive, a cura di. Ana Anacleto, Museu de Arte Contemporânea de Elvas PT
2010 The Pavillion of Progress / The Pavilion of Fall, Galeria Baginski, Lisbona PT
The Vertical Stage, Künstlerhaus Bethanien, Berlino DE
The Winter of (our) Discontent a cura di João Mourão and Luís Silva, Kunsthalle Lissabon, Lisbona PT
Às Artes, Cidadãos! a cura di João Fernandes, Óscar Faria, Serralves Museum, Oporto PT
Res Publica a cura di Helena de Freitas, Leonor Nazaré, Fundação Calouste Gulbenkian, Lisbona PT
The horizon line is here - Tornare per partire a cura di Lorenzo Bruni, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, IT
2009 On the Razor’s Edge (cur. Pablo Florez), Galeria Heinrich Ehrhardt, Madrid ES
Democracy among Tyrants, Galeria Pedro Cera, Lisbona PT
2008 Places for Heroes (cur. Lorenzo Bruni), Vianuova Arte Contemporanea, Firenze IT

Immagine: Andre Romao

Inaugurazione: giovedì 6 ottobre

Galleria Umberto Di Marino
Via Alabardieri 1, Napoli
Orario: lunedì – sabato ore 15:00 / 20:00 – mattina su appuntamento
Ingresso libero

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Francesco Jodice
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