Cronache. In mostra un corpus di lavori recenti, una sorta di archivio intimo e discontinuo di dati, riferimenti, narrazioni, tracce di memoria. Nell'ambito della serie di eventi "ten more ten_#5".
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, giovedì 10 dicembre 2015 all'interno della serie di eventi ten more ten per il ventesimo anniversario della galleria, la nuova personale di Francesco Jodice dal titolo Cronache.
Il lavoro dell'artista, fin dalla sua prima esposizione nella sede napoletana nel 2006, ha arricchito la linea di programmazione diretta ad analizzare gli approcci contemporanei alle dinamiche di trasformazione geopolitica dei territori, seguendo una prospettiva complessa e multidisciplinare.
Partendo da uno sguardo antropologico e urbanistico, alla ricerca s'intreccia un'attitudine rivolta all' "arte come poetica civile", definendo il proprio lavoro nella misura in cui s'immerge il più profondamente possibile nella materia d'indagine.
In questa occasione, viene presentato un corpus di lavori rappresentativo degli ultimi anni, all'interno di un percorso che lascia cercare al pubblico la propria chiave interpretativa in un archivio intimo e discontinuo di dati, riferimenti, narrazioni, tracce di memoria. Il visitatore è dunque invitato ad abitare mentalmente e fisicamente il tempo che intercorre tra la fase embrionale di ricerca e quella finale dell'esposizione, durante la lunga elaborazione che accompagna ogni progetto.
Il caos degli appunti viene incanalato dallo sguardo di Francesco Jodice in un nucleo che rimane aperto al frammentario, al non concluso, perfino al contraddittorio, fino a far prevalere la ragione estetica per riportare tutto a coerenza. Una realtà "smolecolarizzata" in cui tutti, più o meno consapevoli, diventano ingranaggi utili a portare a termine il processo.
At the end of the world (2011) racchiude in una metafora il tentacolare predominio di un sistema di pensiero che riesce a tenere in ostaggio il grande, goffo e appesantito Occidente apparentemente incapace di muoversi in altre direzioni.
Così la liquidità che ribalta la carica tradizionalmente olistica della veduta dei Faraglioni a Capri, in The Diefenbach Chronicles (2013), costituisce la sintesi di una sofferta analisi intorno all'influenza della propria posizione geopolitica sulla pratica artistica, in quanto testimone di un'Europa ormai in deflagrazione. Parallelamente a Karl Wilhelm Diefenbach, pioniere del nudismo e riformatore sociale vissuto tra il crollo dei grandi imperi ottocenteschi e la prima guerra mondiale, Jodice riveste il paesaggio di una carica primordiale che custodisce sotto la cenere le spinte violente della cultura post-occidentale.
La distanza storica ci costringe allora a rileggere con maggiore lucidità gli sforzi per costruire una potente narrazione dell'identità nazionale da parte, ad esempio, del governo americano quando commissionò a John Ford una serie di film western all'inizio del secolo scorso. Alcuni frammenti sono intrappolati tra le immagini satellitari ricavate da Google Earth, puntando su alcuni dei luoghi più significativi per gli avvenimenti politici recenti. Il cimitero di aeroplani militari a Tucson della serie Primo lavoro (2014) incide lapidario, come in una gigantesca stele, tutti i fallimenti di coercizione culturale mai efficacemente superati dalla società capitalistica di allora e da quella post-capitalistica di oggi.
Francesco Jodice è nato a Napoli nel 1967. Vive e lavora a Milano.
Principali mostre personali e collettive:
Inaugurazione giovedì 10 dicembre 2015 dalle ore 19 alle 22
Galleria Umberto Di Marino
via Alabardieri 1 Napoli
Orario: da lunedì a sabato ore 15 - 20