Palazzo Giacomelli
Treviso
piazza Garibaldi, 13
0422 591337 FAX 0422 412238

Adolf Hohenstein
dal 23/1/2003 al 25/4/2003
0422 591337 FAX 0422 412238

Segnalato da

Studio Esseci




 
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23/1/2003

Adolf Hohenstein

Palazzo Giacomelli, Treviso

Una mostra monografica dedicata ad un pioniere e maestro della grafica pubblicitaria: Adolfo Hohenstein. La mostra propone una antologia di circa 30 manifesti suddivisa piu' per 'atmosfere' che per generi.


comunicato stampa

Un pioniere del manifesto

Dopo le mostre dedicate ai manifesti francesi della 'Belle Epoque' e ai manifesti della Secessione viennese, palazzo Giacomelli - sede di rappresentanza di Unindustria Treviso - propone, nell'ambito del progetto di valorizzazione della Raccolta Salce promosso dalla stessa Unindustria Treviso, dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Veneto e dal Comune di Treviso, un'esposizione di manifesti italiani fra Otto e Novecento.

E' una mostra monografica dedicata ad un pioniere e maestro della grafica pubblicitaria: Adolfo Hohenstein. Nato a San Pietroburgo da genitori tedeschi nel 1854 - il padre era ingegnere forestale e si spostava in tutta Europa per il suo lavoro - ma trasferitasi nello stesso anno la famiglia a Vienna, e' nella capitale dell'impero che Adolf cresce e compie studi d'arte sotto la guida di 'un ben noto maestro' non meglio precisato, e sono la citta' e i suoi dintorni i soggetti dei suoi primi dipinti.

Precoce la sua discesa in Italia nel 1879, in quella Milano che nello stato appena unificato si proponeva, a fronte di Roma capitale politica, quale capitale economica e centro di cultura. Le stringate biografie ufficiali di Hohenstein ricordano quindi un viaggio in Oriente, con lunghe soste in India - dove pare abbia decorato fastosi palazzi dei nobili locali - e in Siam, dove ritrasse molti principi e lo stesso re.

Ritorna a Milano negli anni '80, lavorando con successo come scenografo e costumista per la Scala e per altri teatri, impegnato particolarmente in realizzazioni di opere liriche che lo portano in contatto con i piu importanti musicisti dell'epoca, in particolare con Puccini.

L'impegno continuativo come disegnatore di manifesti inizia nel 1889, quando Giulio Ricordi lo chiama a coordinare la promozione editoriale delle sue produzioni musicali: Hohenstein diventa il prototipo di un moderno 'art director', in uno studio grafico in cui il lancio dell'opera commissionata dall'editore contempla un progetto coordinato che va dalle copertine dei libretti e degli spartiti, al manifesto, alla locandina d'interni, alle cartoline. Nascono in questo ambito manifesti famosi del nostro, come quelli per Bohime, Falstaff, Iris, Tosca, Madama Butterfly. Il sodalizio dura per oltre quindici anni, durante i quali Hohenstein si dedica anche all'ideazione di manifesti commerciali, turistici, culturali e commemorativi, sia per le Officine Ricordi, sia per altri editori italiani e, in qualche caso, anche stranieri.

Si conoscono di Hohenstein circa 60 manifesti, salvo rarissime eccezioni tutti conservati nella Raccolta Salce: se in quelli relativi a opere liriche rimane pur sempre imprenscindibile il riferimento al momento teatrale - cosi che Tosca e' colta nel momento culminante della morte di Scarpia, e Butterfly protende il braccio verso il bimbo bendato - risulta piu libero nei manifesti commerciali. Un'attenzione costante e' per i valori di luce, sia nelle scene con lume artificiale rese con abilissimi effetti, sia nei soggetti 'en plein air', ripresi con sapiente naturalismo. Il suo essere pittore, la formazione accademica, sostengono sempre le sue composizioni, connotate da uno stile colto, dalla realizzazione accurata di figure ed oggetti, dal gusto raffinato e aristocratico. La sua adesione all'imperante gusto 'liberty' rimane tutto sommato esterna e periferica all'insieme: riguarda il taglio della 'finestra' che inquadra la scena, il 'lettering', la decorazione sinuosa e floreale. Ma il suo pittoricismo sa anche trasformarsi e aderire alle esigenze della comunicazione: quale invenzione la donna in vetrina di Calderoni gioielli! o la sintesi grafica e coloristica del personaggio che degusta il vermouth dei fratelli Rittatore, con le diafane figure femminili trasgressivamente allusive.

La mostra propone una antologia di circa 30 manifesti suddivisa piu per 'atmosfere' che per generi: cosi, dopo una sezione introduttiva dedicata a un 'incunabulo' del 1881 e a manifesti 'fuori formato', troviamo il gruppo dei manifesti dedicati all''opera lirica', con alcuni esemplari di grande formato (Tosca e' tre metri per due, Iris e' tre metri per uno); 'luci fuori scena' propone manifesti animati dalla gia' ricordata sapienza luministica, mentre 'Alta societa' ' propone momenti di vita aristocratica, dal caffe' del mattino (Il resto del Carlino), all'aperitivo (Bitter Campari, Elixir de Kempenaar), allo sport ('Tir aux pigeons' a Monte Carlo), ai viaggi (da Dover ad Ostenda sulla motonave Princess Elizabeth).

Il catalogo scientifico si presenta come una vera e propria monografia: Maria Pia Ferraris traccia una biografia, ricca e articolata; Vanija Strukelj sviluppa una ricerca individuando le fonti delle invenzioni e l'originalita' della sua elaborazione, che ne fa un pioniere straordinario del cartellonismo italiano; Eugenio Manzato indaga i rapporti tra l'artista e Nando Salce attraverso la corrispondenza conservata nell'archivio; il catalogo propone l'intera collezione di 75 manifesti di Hohenstein (compresi 16 esemplari 'doppi') presenti nella Raccolta Salce.

Orario: tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00. Chiuso la domenica mattina.

Ingresso libero.

Per informazioni e prenotazioni visite guidate: 0422 294401.

Promotori: Unindustria Treviso, Comune di Treviso, Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico del Veneto. Catalogo € 15,00.

Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI - Sergio Campagnolo - tel. 049.663499

Palazzo Giacomelli
Piazza Garibaldi 13 Treviso
tel 0422591337

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