Mario Merz
Sture Johannesson
James Nasmyth
James Carpenter
Faivovich & Goldberg
Maria Centonze
The Inaccessible Poem. Per la prima volta in Italia l'artista si propone come regista di un progetto espositivo da lui concepito, che coniuga alcuni dei suoi lavori con le opere di Mario Merz, Sture Johannesson, James Nasmyth & James Carpenter e Faivovich & Goldberg. L'artista inglese analizza, attraverso generazioni di produzione artistica e di attivita' scientifica, l'evoluzione del rapporto dell'arte con la scienza nei secoli.
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A cura di Maria Centonze
Un progetto espositivo di Simon Starling Con i lavori di Faivovich & Goldberg, Sture Johannesson, Mario Merz, James Nasmyth & James Carpenter e Simon Starling
A partire dal 29 ottobre 2011 la Fondazione Merz ospiterà una grande mostra concepita da Simon
Starling a cura di Maria Centonze. Per la prima volta in Italia l’artista si propone come regista di un
progetto espositivo da lui concepito, che coniuga alcuni dei suoi lavori con le opere di Mario Merz, Sture
Johannesson, James Nasmyth & James Carpenter e Faivovich & Goldberg.
L’artista inglese analizza, attraverso generazioni di produzione artistica e di attività scientifica,
l’evoluzione del rapporto dell’arte con la scienza nei secoli. “Le esplorazioni nei vari campi di interesse di
Simon Starling confluiscono - come suggerisce la curatrice Maria Centonze – in uno spazio ibrido che
costituisce una costante del suo lavoro. E’ uno spazio che assorbe dalla scienza, che si nutre della
tecnologia, ma che tenta di ridefinire i confini delle cose e del pensiero al punto da creare microcosmi di
idee, da mettere in relazione o in contrapposizione. Tutta la mostra si svolge come se le opere
raccontando storie diverse, avessero un’unica costante che è quella di stabilire distanze illusorie,
modificare tempo e spazio con mezzi empirici che restituiscono visioni di una possibile e non meno
veritiera realtà”.
Alla Fondazione Merz Starling opera un’azione critica nei confronti della tecnologia, favorendo uno
smantellameto delle sue stesse regole che conduce a una sorta di slittamento dai toni quasi poetici.
In quest’ottica sono molteplici i punti di contatto con le opere degli artisti in mostra, in particolare con
Mario Merz con il quale condivide, oltre a questo aspetto, anche il continuo desiderio di nomadismo.
Uno degli spunti da cui parte l’artista è il lavoro dei due astronomi dilettanti Carpenter e Nasmyth i quali,
con un approccio speculativo, realizzarono una serie di disegni ottenuti dall’osservazione al telescopio
della superficie lunare; disegni a loro volta utilizzati per costruire dei modellini fotografati, ottenendo
quelle immagini così sorprendentemente poetiche dell’inarrivabile corpo celeste a cui fa riferimento il
titolo della mostra.
Fatti e manipolazioni della storia sono anche l’argomento dell’opera recentemente completata Project for
a Masquerade. Il video, proposto al piano interrato del museo, documenta le varie fasi di lavorazione di
una serie di maschere giapponesi del Teatro del Noh appositamente create dal maestro Yasuo Mischi. Nel
corso del video le maschere assumono i contorni somatici di noti personaggi internazionali, storici e di
fantasia, coinvolti a vario titolo negli avvenimenti legati all’opera commissionata per ricordare il luogo
d’origine del progetto della bomba atomica. Da qui l’analisi della scultura di Henry Moore Atom
Piece/Nuclear Energy (1963) e della sua doppia identità: monumento celebrativo a Chicago e
testimonianza della catastrofe umana al Museo di Hiroshima.
L’interesse di Starling sul rapporto tra finzione e realtà a partire dall’indagine scientifica, si sposta poi su
El Mesón de Fierro degli argentini Faivovich & Goldberg. Nel nuovo capitolo del loro ampio progetto A
Guide to Campo Cielo, dedicato alla manipolazione di informazioni scientifico-culturali e su ciò che resta
del passaggio di meteoriti di quattromila anni fa, i due giovani artisti su soffermano sull’ormai leggendario
meteorite mancante El Meson de Fierro e sulle indagini e le congetture legate alla sua sparizione.
Negli spazi della Fondazione l’artista presenta 1,1,2 nuova opera concepita appositamente per la mostra
che riprende opere come The Long Ton che indagano il rapporto tra materiali e dati, in riferimento diretto
all’opera di Mario Merz Spostamenti della terra e della luna su un asse, per raccontare come le illusioni
possano creare nuovi equilibri. Si ringrazia la Galleria Franco Noero per la collaborazione.
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Venerdì 4 novembre dalle ore 11 alle 18
Il Dipartimento Educazione della Fondazione Merz è presente ad Artissima nell’ambito del progetto Zonate.
Il Dipartimento Educazione della Fondazione Merz contribuisce alla seconda edizione di Zonarte con il progetto Il Teatro delle Cose, un percorso di formazione sui linguaggi del teatro e della performance condotto dagli attori Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri.
Ad Artissima verranno presentati gli esiti dell’esperienza, attraverso una sessione di laboratorio aperto alla quale il pubblico sarà invitato ad assistere e che vuole essere un’ occasione per riflettere sulla capacità degli oggetti di raccogliere storie, emozioni e idee che raccontano il nostro rapporto con il mondo.
Iniziativa nell’ambito di ContemporaryArt
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Curated by Maria Centonze
Opening October 29, 2011, the Fondazione Merz presents a major exhibition conceived by Simon Starling
and curated by Maria Centonze. For the first time in Italy, the artist has personally designed the project of
an exhibition that combines some of his recent works with works by Mario Merz, Sture Johannesson, James
Nasmyth & James Carpenter, and Faivovich & Goldberg.
Looking through different generations of art production and scientific activity, the English artist explores the
connections between art and science over the centuries. As curator Maria Centonze suggests "All
investigations into Simon Starling’s multiple fields of interest converge into a hybrid space that is distinctive
of his work. A space that absorbs from science and feeds on technology but also attempts to redefine the
boundaries of things and thought, to the point of generating microcosms of ideas that are to be connected or
placed in contrast with one another. The entire exhibition unfolds as if the works, by narrating different
stories actually revealed one constant feature: the establishing of illusory distances—the altering of time and
space through empirical means that convey visions of a possible and just as truthful reality”.
Starling offers a critique of technology, dismantling its very rules to ultimately deliver a transposition that
has a rather poetic feel to it. In this perspective he highlights many points of contact with the work of the
other artists showcased in the exhibition, and in particular with Mario Merz, with whom he shares that
constant desire to act as a nomad. One of Starling’s starting points is the work of two amateur astronomers,
Nasmyth and Carpenter, whose speculative approach resulted in a series of drawings based on their
telescope observation of the lunar surface; the same drawings were used to build models, which were then
photographed to produce strangely poetic images of the inaccessible celestial body alluded to in the title of
the exhibition.
Facts and manipulations of history are also the subject of the recently completed work Project for a
Masquerade. In the video, shown in the lower ground floor, Starling documents the various phases in the
creation of a specially designed set of masks made by the Noh mask maker, Yasuo Miichi. The masks crafted
throughout the video take on the features of some renowned international characters, both historical and
fictional, who are variously linked to the events surrounding the commissioning of a sculpture to mark the
site of the beginning of the Atom Bomb project in Chicago. This leads to investigation into the evolution of a
sculpture with a double identity Henry Moore's Atom Piece / Nuclear Energy (1963): a celebratory
monument in Chicago and a testimony to the terrible human catastrophe at the Hiroshima Museum of
Contemporary Art.
Starling's focus on the relationship between fact and fiction according to scientific investigation shifts to El
Meson de Fierro by Argentinean artists Faivovich & Goldberg. In a new chapter of their extensive project A
Guide to Campo Cielo—which addresses the manipulation of cultural and scientific information on the
meteorites that fell to earth four thousand years ago—the two young artists focus on the now legendary
missing meteorite El Meson de Fierro and the speculations and investigations its disappearance has
prompted.
In the spaces of the Fondazione, the artist also presents his new work 1,1,2, purposely created for the
exhibition along the line of works exploring the connections between materials and data, such as The Long
Ton, with direct reference here to Mario Merz’s piece, Spostamenti della terra e della luna su un asse to
narrate how illusions can generate new forms of balance.
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Conferenza stampa 28 ottobre 2011, ore 12 Fondazione Merz
Inaugurazione 28 ottobre 2011, ore 19 Fondazione Merz
Ufficio Stampa Nadia Biscaldi 011 19719436 press@fondazionemerz.org;
Ilaria Gai + 39 338 9230234 - Carola Serminato + 39 349 1299250 – stampa.fondazionemerz@gmail.com
Fondazione Merz
Via Limone 24 10141 Torino
Orari martedì - domenica 11 - 19
Biglietti € 5,00 intero, € 3,50 ridotto (studenti, gruppi organizzati min. 10 persone)
Gratuito: bambini fino a 10 anni, maggiori di 65 anni, disabili e ogni prima domenica del mese
Catalogo: Edito Fondazione Merz