Les robes geographiques e altre fragilita'. Il lavoro della giovane artista francese e' incentrato sull'identita' femminile e sulla rappresentazione di se': riflette sul corpo, sulla donna, su se stessa come individuo sradicato e nostalgico. Innumerevoli abiti creati, piega dopo piega, come grandi origami, con le mappe di vari paesi del mondo.
Vulnerabilità e sensibilità sono i soggetti principali del lavoro di Elisabeth Lecourt, giovane artista francese di stanza a Londra, la cui opera è completamente incentrata sull’identità femminile e sulla rappresentazione di sé. La figura della donna è vista in modo ambiguo ed ambivalente: essa è infatti la spina dorsale della casa - intesa come edificio - la struttura portante che la regge, ma anche l’essere che in questo luogo trova rifugio e protezione. Una contraddizione in termini, fatta di forza e fragilità, di equilibrio e commozione.
La vulnerabilità dell’essere umano, la fragilità del corpo esposto da Lecourt ci mostrano una bellezza quasi dolorosa: l’emozione diventa essa stessa necessità di comprensione di un corpo e del suo contenuto. Lecourt, sulla scia di lavori di Louise Bourgeois e Julio Cortazar, riflette sul corpo, sulla donna, su se stessa come individuo sradicato e nostalgico, e crea piccoli capolavori cartacei: nel suo bizzarro guardaroba vengono così appesi innumerevoli abiti, pazientemente creati, piega dopo piega, come grandi origami, con le mappe di vari paesi del mondo, e ciascuno racconta di luoghi della memoria e del ricordo, in una sorta autobiografia fatta non di parole, ma di vestiti. Ogni abito una suggestione, un tassello di vita che parla di ricerca di identità, di malinconia, di distacco e lo fa in modo lieve e delicato, con sensibilità ed ironia.
www.elisabethlecourt.com
Inaugurazione VENERDI’ 28 OTTOBRE dalle ore 18.30
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via saluzzo 30 – Torino
Orari: da martedì a venerdi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15 alle 18.00
o su appuntamento