'I miei spettacoli sono molto aggressivi, non compiacciono mai il pubblico proprio perche' il pubblico non va compiaciuto. Viene aggredito nella vita borghese tutti i giorni e non vedo perche' quando paga il biglietto una sera deve essere leccato... Deve sempre patire, anche perche' il biglietto che paga lo porta a patire per un'ora e mezzo in piu' e quindi a chiudere bene la giornata.'
Antonio Rezza e Flavia Mastrella [ http://www.rezzamastrella.it ]
in collaborazione con
Renato Chiocca | arti(e)rumori
regia Antonio Rezza e Flavia Mastrella
con Antonio Rezza
quadri di scena Flavia Mastrella
testi Antonio Rezza
Latina 30 gennaio 2003
Ridotto del Teatro Comunale
Ingresso EURO 10,00
Dopo la memorabile prima esibizione su un palcoscenico di Latina, lo scorso
anno, con lo spettacolo ''Io'', torna a calcare queste scene Antonio Rezza
con ''Pitecus''.
Antonio Rezza e Flavia Mastrella, coadiuvati nuovamente nell'organizzazione
dell'evento da Renato Chiocca e dall'associazione culturale arti(e)rumori, rappresentano un caso unico nel panorama artistico
nazionale: spaziando dal teatro alla televisione, dal cinema alla
letteratura fino a toccare la scultura, si pongono al di fuori della
narcolessia intellettuale che sempre piu' va diffondendosi.
''I miei spettacoli sono molto aggressivi, non compiacciono mai il pubblico
proprio perche' il pubblico non va compiaciuto. Viene aggredito nella vita
borghese tutti i giorni e non vedo perche' quando paga il biglietto una sera
deve essere leccato... Deve sempre patire, anche perche' il biglietto che
paga lo porta a patire per un'ora e mezzo in piu' e quindi a chiudere bene
la giornata.''
LO SPETTACOLO
''Pria che l'uomo canti due volte e rinneghi il suo spirito libero, li', a
contatto di gallo, l'uomo alzera' gomito e cresta e cozzera' le sue basse
ambizioni contro un soffitto di inutile speranza''.
Gidio e' chiuso in casa, Fiorenzo, uomo limbo, sta male fisicamente; il
professor Stella, videodittatore dipendente, mostra a migliaia di
telespettatori alcuni malati terminali, un padre logorroico non si capacita
dell'omosessualita' del figlio; Saverio, disinvolto ed emancipato, prende la
vita cosi' come viene, cosciente del suo fascino fuggevole.
Mirella prega intensamente le divinita' per essere assunta alle poste,
Roscio, di nome e di fatto, frequenta una nuova compagnia di amici che lo
sbeffeggiano a tracotanza.
La bella addormentata non prende sonno ed il re, stanco di fasce e capricci,
tenta di asfissiare il corpicino bambino.
Un giovane studente ha un rapporto conflittuale con la radiosveglia mentre
mariti annoiati e lussuriosi vengono rapiti dal fascino indiscreto del
solito Saverio, borghese che miete amori ed affitta sentimenti.
Un nuovo dibattito a tinte fosche analizza il rapporto uomo-droga, un
signore solo e mediocre adotta Fernando Rattazzi a distanza, due ragazzi
restano a piedi e sfidano le leggi della sopportazione, uomini che tentano
di godersi sprazzi di liberta' ma, proprio perche' a sprazzi, non la
riconoscono piu'.
Giovani handicappati incattiviti e solidali si scagliano contro creato e
convinzioni, esseri senza ottimismo dividono il proprio corpo pur mantenendo
intatto l'istinto luciferino.
Questi personaggi parlano un dialetto frastagliato e tronco, si muovono
nervosetti, fanno capolino dalle fessure e dai buchi dei vasi di stoffa
variopinti, i menti e le capoccette pensanti spuntano e si alternano dalle
sete, dalle reti e dalla juta dando il senso di quartieri popolari affollati
dove il gioco e la fantasia alzano il vessillo dell'incomprensione media.
Il quadro di scena e' la scenografia mista al costume, ogni storia ha il suo
habitat, ogni personaggio un corpetto diverso e mortificato.
E' uno spettacolo che analizza il rapporto tra l'uomo e le sue perversioni:
laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un occasione che ne
accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralita' che speculano
sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un'identita' che li aiuti ad
ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano
avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo
in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per
arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.
''Pitecus'' racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che
vive in un microcosmo disordinato: stracci di realta' si susseguono senza
filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche
argomenti delicati.
Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si
sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignita',
non amano, creano piattume e disservizio.
I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano
qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell'anonimato ma, grazie al loro
narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi
piu' sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto
colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme
mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.
Per quanto riguarda i quadri di scena, che consideriamo un'operazione di
arte applicata alla drammaturgia, essi conferiscono allo spettacolo un
linguaggio figurativo che mischia colori e parole.
L'uso dei materiali si rifa' all'arte povera anche se un occhio e' sempre
attento alla moda ed al costume che influenzano mentalita' e portamento dei
personaggi.
Nei quadri di ''Pitecus'' prevale il triangolo, figura mistica un po' per
tutte le religioni: teste spigolose fingono ragionamenti razionali, spicchi
di volto incattiviscono somatismi gia' di per se malvagi e corruttibili.
Colori usati a tinte piatte, gialli, verdi, azzurri, rossi, riportano al
mondo dell'infanzia, alle costruzioni, ai giocattoli di legno.
La stoffa avvolge i personaggi completandoli: juta, seta, cotone, sintetici,
plastica, li rendono opachi o scintillanti.
Parti di corpo che aggrediscono parti di realta', porzioni di arti che
inveiscono contro la narcosi che sembra fare scempio di uomini e desideri,
parole tronche che inneggiano alla libera immaginazione: non è stato
inventato tutto, non tutto e' stato enunciato, le parole sono infinite ed
infinite le combinazioni, chi vuole farci credere che non c'e' piu' nulla da
scoprire e' il primo nemico da combattere.
''Pitecus'' si scaglia contro la cultura dell'assopimento e della quiescenza
creativa.
GLI AUTORI
Antonio Rezza e Flavia Mastrella dal 1987 hanno realizzato sei opere
teatrali interpretate da Rezza in questione: ''Nuove parabole'' 1988,
''Barba e cravatta'' 1990, ''I Vichinghi elettronici'' 1991, ''Seppellitemi
ai fornetti'' 1992, ''Pitecus'' 1995, ''Io'' 1998. Estratti di queste opere
sono state trasmesse da Rai1, Rai2, Canale5, TMC, Videomusic, Italia1, La
Sept Art e pluripremiate nei maggiori festival nazionali della comicita'
(Cetona, Forte dei Marmi, Grottammare).
Nel 1990 realizzano la mostra fotografica ''I Visi...goti'' esposta al
''Fotogramma'' di Giovanni Semerano: simulazioni ironiche di concetti,
oggetti e personaggi scorrono sul volto di A. Rezza.
Nel 1991 ''Barba e cravatta'' e' stato rappresentato in francese al Festival
di Avignone.
Nel 1992 Antonio Rezza realizza i cortometraggi ''Il vecchio dentro''
(Gabbiano d'oro a Bellaria Anteprima per il cinema indipendente) e ''La
divina provvidenza'' (Primo premio Bolzano opere nuove).
Flavia e Antonio hanno inoltre prodotto, realizzato e interpretato i
cortometraggi ''Suppietij'' 1991 (Primo premio Fano Festival), ''Confusus''
1993 (Gabbiano d'oro a Bellaria), ''Torpore Internazionale'' 1993, ''De
civitate Rei'' 1994 (primo premio per la fotografia a Castrocaro), ''Il
piantone'' 1994 (Primo premio a Torino Cinema Giovani), ''Schizzopatia''
1995 e una serie infinita di micrometraggi trasmessi da RAI 3 ''Blob'' e
''Fuori orario''.
Nel 1996 realizzano ''Escoriandoli'' lungometraggio presentato alla mostra
del cinema di Venezia. Nello stesso anno Flavia Mastrella espone le sculture
di ''Autopatia'' all'interno del festival internazionale di Polverigi e
immortala in un fotomontaggio Enrico Ghezzi esponendolo al Lavatoio
Contumaciale. Nello stesso anno iniziano a collaborare con il Teatro Stabile
delle Marche.
Nel 1997 alcuni micrometraggi sono trasmessi da Rai2.
Nel 1998 Antonio Rezza vede l'uscita del romanzo a piu' pretese ''Non cogito
ergo digito'' pubblicato da Bompiani grazie allo splendido editor Elisabetta
Sgarbi.
Nel 1998 Bellaria e Tele+ dedicano ai due autori una retrospettiva
comprendente ''Escoriandoli'' ed alcuni cortometraggi. Sempre nel 1998
debutta ''Io'' al teatro Parioli di Roma, prosegue al C.R.T. di Milano, al
teatro Puccini di Firenze e, nell'estate del 1999, viene presentato dal
Teatro di Roma ad Ostia antica.
Nel 1999 esce il secondo romanzo di Antonio Rezza ''Ti squamo'', ancora
edito da Bompiani. Nello stesso anno Flavia Mastrella espone le sculture de
''L'emozione fatta suono'' al Kongresshaus di Zurigo.
Il Festival Torino Cinema Giovani dedica ai due la retrospettiva ''Farro
nella notte''. Sempre nel 1999 Flavia Mastrella e Antonio Rezza curano la
regia della trasmissione televisiva ''Troppolitani'' Rai3, con la
collaborazione autoriale di Annamaria Catricala' e Stefano Coletta: sei
puntate di interviste a corpo libero condotte da A. Rezza cui seguono,
all'inizio del 2000, altre nove puntate da trenta minuti scritte e
realizzate da Antonio e Flavia.
Nell'estate del 2000 girano il film ''Delitto sul Po''.
Sono attualmente impegnati nella realizzazione dello spettacolo teatrale
''L'altalena'' (titolo provvisorio).
Ridotto del Teatro Comunale
via XXI Aprile 31d
Latina