Pigmenti, colle e resine, sapientemente e alchemicamente lavorati, trattati e poi rielaborati, si trasformano in elementi dinamici, propagandosi in infinite forme ed immagini, che danno vita a Trame Riflesse.
a cura di Alberto Mattia Martini
Le Trame Riflesse rivelano nel movimento, nel cambiamento di stato il necessario ed imprescindibile slancio vitale.
Dopo l’importante mostra di Venezia presso la Scuola dei Mercanti della Madonna dell’Orto, l’evento che vede protagonisti Davide Nido e Robert Pan prosegue la propria trasmutazione da dimensione virtuale a realtà artistica, negli spazi della Galleria Emmeotto di Roma.
La differenza nella similitudine è ciò che potrebbe essere utilizzata come formula per definire l’incontro tra questi due artisti, che pur provenendo da culture, luoghi, formazione e quindi personalità diverse e depositari inevitabilmente di tecniche e immagini artistiche difformi, trovano in questa occasione lo stimolo per un dialogo che non dimentica la materia, ma si spinge oltre le trame del silenzio.
Pigmenti, colle e resine, sapientemente e alchemicamente lavorati, trattati e poi rielaborati, si trasformano in elementi dinamici, propagandosi in infinite forme ed immagini, che danno vita a Trame Riflesse.
Un’evoluzione che presuppone una base di partenza in cui la consapevolezza, la competenza e la maestria creativa, giocano un ruolo fondamentale, andandosi successivamente ad intrecciare con il desiderio di poter trovare un incontro possibile tra quelli che una volta erano semplici materie prime e il riflesso che appare negli occhi di chi da esse si è lasciato rapire.
Materici reticoli sintetici, nascono tra le mani di Davide Nido grazie ad una particolare pistola termica, che sciogliendo le colle siliconiche le effonde sulla tela, in modo da orientarle, dilatandole o restringendole in piccoli cerchi concentrici, appiattendole o accumulandole e quindi stratificandole.
La materia artificiale è protagonista anche nelle opere di Robert Pan, dove elementi ibridi tra pittura e scultura, emergono dopo un accurata ed artificiosa operazione analitica, che prevede l’utilizzo di reti metalliche come supporti, sulle quali vengono costantemente stesi strati di colle, pigmenti e resine, alternando la stratificazione e la sovrapposizione, alla levigatura e alla corrosione mediante acidi o fuoco.
Anche il fuoco infatti diviene imprescindibile, senza di esso i lavori dei due artisti non potrebbero sussistere: esso “stimola” la materia dando origine ad un rapporto essenziale, che si esemplifica attraverso continue ed infinite metamorfosi.
OPENING 10 novembre ore 19:00
Emmeotto
via Margutta, 8 - Roma
Orario: mar-sab 11.00-14.00 | 15.00-20.00
Ingresso libero