Opere di Giuliano Sturli. Fotografia e Video 1974 - 1995. Un'installazione, ideata appositamente per gli spazi del Museo, si articola in significativi flash di momenti e media diversi.
Opere di Giuliano Sturli. Fotografia e Video 1974 - 1995
inaugurazione: Mercoledì 5 febbraio 2003 ore 17.30
interverranno insieme all'artista Viana Conti e Sandra Solimano
Occasione dell'incontro è la
presentazione del libro SENZA AURA, Studioset edizioni, che rappresenta un primo
approccio critico-analitico, attraverso immagini, testi, documenti, al lavoro di
Giuliano STURLI, nel trentennio dal 1970 al 2001. Un'installazione, ideata
appositamente per gli spazi del Museo, si articola in significativi flash di
momenti e media diversi: Fotografie metaforiche b/n (1973-1974, interventi con
terra, fuoco, chiodi, ibridazioni), Fotoeventi (1974-1987), videoperformance
Danza fatua (1987), installazione su due colonne neoclassiche del video Concerto
insensibile, (1994), dove l'artista stesso suona pericolosamente, con falangi
collegate a chiodi, cocci aguzzi di vetro, dando voce alla materia in presa
diretta, diversamente dalla musica più soft di Meredith Monk. Stigmate del
tempo, opera fotografica del 1975, viene presentata come simbolo della mostra.
Giuliano Sturli è nato a La Spezia, dove vive ed opera. Dal 1972 al 1985,
dirige, a La Spezia, il centro d'arte, film e video Studio 74, attività che, da
subito, lo inizia alla cura e presentazione critico-teorica di mostre di altri
artisti come Chiari, Kubisch, Plessi, Curran, Spatola, Jonas, Saito, Borrini,
Lacy e altri. Dal 1971 al 1973 è attivo sull'area del Concettuale e dell'azione
comportamentale. Nel 1976 è cofondatore dello spazio alternativo Centro Out Off
di Milano, inaugurato con L'Azione n.56 di Hermann Nitsch. Il lavoro di Giuliano
Sturli, per la qualità linguistico-strutturale della sua indagine, ha avuto
interlocutori su area nazionale e internazionale. Significativamente tra gli
altri Barilli, Bonito Oliva, Bonora, Daolio, Fagone, Marra, Menna, Restany,
Russoli, Solmi, Sonnabend.
Occorre infatti dire che a soli ventiquattro anni è già terminale sensibile del
panorama artistico europeo nonché attento osservatore dei segnali, in campo
estetico, della Condizione Postmoderna. La fase epocale della ricerca del
formalismo e dei valori plastici dell'opera d'arte per lui è ormai conclusa:
l'era elettronica ne ha aperto un'altra. Fondamentale in un approccio al suo
lavoro è rilevare immediatamente come Sturli non affidi alla tecnica o allo
strumento il senso dell'opera, ma li scelga per calarvisi dentro
linguisticamente, in modo da far muovere le figure dell'idea e del pensiero
estetico/etico, visivo/acustico, oggettuale/narrativo, sensoriale/emotivo, nel
tessuto stesso dei media, senza mutuarlo dagli ambiti pittorici, filmici,
letterari. Da qui il rifiuto di riconoscersi nella pura definizione verbale dei
mezzi che pratica (videoart, videoperformance, digital art, virtual contact).
Dal 1974 Sturli sottoscrive consapevolmente i nuovi media, senza rinunciare al
bagaglio di precedenti esperienze vissute in prima persona e mediate dal mondo
culturale contemporaneo: dall'oggetto alle opere comportamentali (1969-1973).
Dopo l'opera L'apparizione, che conclude la ricerca passata, lavora alla serie
dei Fotoeventi, manipolazioni di fotografie con terra o fuoco, delle
filmperformance, delle fotografie metaforiche, realizza la prima rassegna in
Italia di Arte Teletrasmessa nei nuovi media (1980), del 1982 è il Manifesto
della Soft Art, del 1987 sono i Fotoplasmi (foto da proiezioni su carta
stropicciata), di fine anni Ottanta sono le Fotosilhouette, i Videoeventi, che
alludono al territorio problematico del formalismo dentro la temporalità dei
nuovi media, del 1994-95 i Paesaggi virtuali (miniaturizzazioni passate in
digitale e presentate in light box)), le Opere Temporali, dove il fattore tempo
è strettamente legato all'unicità e irripetibilità dell'opera, del 2001 è
Virtual Contact (azione on line via internet per 100 siti internazionali,
improntata all'ansia della contaminazione con virus elettronici) .
Perché Senza Aura, si può chiedere il visitatore. Così risponde Sturli:
nell'opera d'arte mediale, in cui la prospettiva non è geometrica, ma mnemonica,
l'aura smette di alimentarsi alla fonte della materialità , mentre si riversa sul
versante dell'immaterialità temporale. Un videoevento, una videoperformance,
attuati e registrati in prima persona, proprio perché iscritti in una precisa
parentesi temporale, sono unici e irripetibili, quindi, in qualche modo
circonfusi di aura. Un'aura che, dopo essersi eclissata materialmente, rientra
nella temporalità immateriale dei nuovi media.
orario: da martedì a venerdì 9 - 19; sabato e domenica 10 - 19
ingresso: gratuito
Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
via Jacopo Ruffini 3
tel. 010585772-010580069 - fax 010532482