Galleria Massimo Minini
Brescia
via Apollonio, 68
030 383034 FAX 030 392446
WEB
Eva Marisaldi /Paul P
dal 16/11/2011 al 4/1/2012
lun-ven 10-19, sab 15.30-19.30

Segnalato da

Galleria Massimo Minini



approfondimenti

Eva Marisaldi
Paul P



 
calendario eventi  :: 




16/11/2011

Eva Marisaldi /Paul P

Galleria Massimo Minini, Brescia

Il progetto di Marisaldi - Democratic Psychedelia - e' realizzato in una casa per anziani e comprende "decori" per lo spazio e una macchina audiovisiva che auto-genera musiche e disegni geometrici animati. In galleria sono presenti disegni tratti dalla documentazione fotografica dell'intervento e una riproduzione del set. La pittura del canadese Paul P in 'Dry Neptune' ci parla di attese, speranze, sguardi, paure, incubi o sogni.


comunicato stampa

EVA MARISALDI
Democratic Psychedelia

Il nucleo di questo lavoro (il cui titolo gioca anche con il termine "psichiatria democratica") ha a che fare con l'attività della mente. Il progetto nasce da questi materiali di studio: la frequentazione di strutture per l'assistenza agli anziani, la memoria, i fondali agli eventi e la psichedelia come allargamento della coscienza.

Abbiamo grande disponibilità di una memoria esterna, enormemente superiore alle nostre singole capacità
mnemoniche. Siamo abituati ad acquisire informazioni per raggiungere una comprensione più vasta. Quando ci relazioniamo con persone che hanno perduto la memoria a breve siamo invece in difficoltà. La sensazione è che tutto sia inutile, il nostro metodo non funziona più. Eppure stiamo comunicando.
Il processo di deterioramento della mente non si vede, ma crea una grande distanza tra le persone, anche quando i legami affettivi mascherano in parte questa sensazione di irraggiungibilità. Si fa esperienza in diretta del fenomeno chiamato "loop". D'altra parte molti operatori che lavorano nelle strutture per anziani sanno interfacciarsi con persone "astratte" e non sembrano distaccati. Hanno sviluppato una differente sensibilità?

Il progetto prevede un intervento nella sala giorno di una casa protetta per anziani, che comprende la realizzazione di "decori" per lo spazio e la costruzione di una macchina audiovisiva che auto-genera contemporaneamente musiche e disegni geometrici animati. Questa macchina, grazie ad un software scritto appositamente, non propone mai le stesse immagini o le stesse musiche, perché queste vengono create, una dopo l'altra, partendo da processi casuali. L'effetto è sicuramente ipnotico.
Per gli ospiti della struttura questo flusso sempre "in divenire" di suoni e immagini sarà forse solo un'alternativa al televisore acceso nell'angolo oppure un elemento di contemplazione o qualcosa di cui parlare. Per chiunque altro, data l'impossibilità di essere "trattenuto", questo flusso replicherà in qualche modo la perdita della memoria a breve.
I decori sono in tessuto e, se da un lato sono pensati come una sorta di "spugna atmosferica", dall'altro rappresentano gli accessori per ogni nuovo ingresso nella sala giorno. Dato il loro carattere temporaneo godranno almeno di una valenza di novità, per poi appiattirsi nell'abitudine. In attesa di nuovi eventi.

In galleria verranno presentati disegni tratti dalla documentazione fotografica dell'intervento e, all'interno di una stanza, una riproduzione della sala giorno che accoglie i visitatori i quali potranno sedersi e sperimentare questo tipo di set. L'allestimento non sarà totalmente fedele. Il diverso pubblico sarà più preparato, più distratto, con meno tempo a disposizione. Tuttavia ci piace pensare che possa fungere da sfondo ad una attività mentale, qualsiasi essa sia.

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Enrico Serotti che ha realizzato la macchina di Democratic Psychedelia.

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Paul P
Dry Neptune
 
MA COSA SUCCEDE LA’ FUORI ?
(Sulla pittura di Paul P.)

Questo non è l’ennesimo inno al ritorno della Pittura, anche perché lei, la Pittura, non se n’è mai andata veramente. La Pittura, una vecchia zia, un bell’olio su tela tra donne nude, paesaggi e nature morte è una esigenza insopprimibile, un vizio assurdo: salta fuori quando meno te l’aspetti.
Abbiamo tentato di spostare in avanti i confini delle arti, di allargarne il campo d’azione. Gli artisti fanno film, scrivono, installano; a volte dipingono monocromi bianchi o verdini.
Ci abbiamo provato in tutti i modi ad affossarla, con urinoirs, baffi alla Gioconda, fiammiferi in collages, cavalli vivi, merda in scatola, dito medio, rane crocifisse.

E lei, la Pittura, sempre lì, imperterrita con donne nude, paesaggi, marine, volti, bei sederi… Il ritorno alla pittura negli anni ottanta aveva un significato come presa di posizione contro queste avanguardie concettuali che avevano azzerato tutto. Ma la tenuta di un lavoro si gioca sulla qualità, che non è solo tecnica, piuttosto pensiero, intuizione, intelligenza, grazia, aura, estasi, forma...
La sana buona vecchia pittura ogni tanto rialza la testa, come ha fatto con Bacon, Richter, Warhol, Golub, De Dominicis, a volte con Schifano. E spesso il dipinto – nei casi migliori – ci rimanda ad un altrove, guarda fuori scena, deraglia, cerca di raccontare altro.
Così i volti e le figure di questo misterioso Paul P. dirigono il nostro sguardo oltre i limiti della tela. Ma che succede là fuori?
In Paul P. piccoli oli intensi dai colori bassi, un poco velati, descrivono persone che paiono sognare, essere in uno stato di veglia semicosciente, stanno guardando qualcosa di strano che succede fuori campo. Un assassino si avvicina, un pericolo si manifesta o forse più semplicemente Lei si sta spogliando nell’altra stanza?

Ho visto due dipinti di Paul P. (nato in Canada nel 1977) alla fiera di Bruxelles e sono rimasto colpito. L’ho cercato e mi ha scritto, abbiamo una piccola serie di email con mie domande e sue risposte. I suoi dipinti mi ricordano Richard Tuttle e Paul è rimasto stupito da questo paragone: chissà come mi è venuto. Anche l’Ora blu del nonno di Jan Fabre (il famoso entomologo Jean Henry Fabre) potrebbe essere citata.
C’è nei dipinti di Paul un’aura di mistero voluto, uno stupore trattenuto, uno stato di sospensione e di passaggio che fanno pensare a quel momento tra la notte ed il giorno in cui gli animali della notte si addormentano e quelli del giorno si svegliano. Anche il paesaggio con la sensualità del chiaroscuro contribuisce a questo delicato mistero, fatto certamente d’artifici pittorici, ma teso ad evocare stati d’animo che credevamo sotterrati dai baffi alla Gioconda e che invece dimorano intatti nel profondo del nostro io, in attesa paziente di essere richiamati.
La sua pittura ci parla di attese, speranze, sguardi, paure, incubi o sogni, come in uno stato di veglia semicosciente, qualcosa che è già stato sperimento mille volte, ma che sempre ritorna come un dolce ricordo o un vizio assurdo.

Immagine: E. Marisaldi, Bandierina, 2011, scritta su tessuto

Inaugurazione giovedì 17 novembre ore 18, fino al 5 gennaio 2012

Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68 – Brescia
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19.30; sabato dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso libero

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