Francesca - Galerie Alberta Pane
Tout se fige alors. Avvalendosi di forme e dinamiche del campo della geologia, le opere riunite - sculture, fotografie, videoinstallazioni, disegni - si mantengono tra loro in un equilibrio stabile, ai limiti dell'immobilita'.
La galleria Alberta Pane ha il piacere di presentare la prima esposizione personale di Florence Girardeau, artista francese nata nel 1980 e diplomata presso l’Ensba di Parigi nel 2005. Tout se fige alors – citazione dall’opera “Lo spopolatore” di Samuel Beckett – suona come un avvertimento. Avvalendosi di forme e dinamiche del campo della geologia, le opere riunite dall’artista – sculture, fotografie, videoinstallazioni ed una nuova serie di disegni – si mantengono tra loro in un equilibrio stabile, ai limiti dell’immobilità.
Il lavoro di Florence Girardeu suggerisce dei moti infinitesimali, delle lente apparizioni, così come il movimento primario dello sguardo, sulla scia del mito di Perseo, nel quale la visione dinamica trionfa sull’occhio pietrificante della Medusa delle Gorgoni. Le opere sono create con una tecnica minuziosa, volta alla creazione di un universo fluido e tenue, quasi impercettibile, che spinge l’osservatore a produrre il proprio metodo di percezione. Tutto ciò è da sempre l’oggetto delle riflessioni dell’artista. L’esperienza del vuoto e del pieno, del vivente e del minerale, dell’apparizione e della scomparsa, sollecita l’ambiguità della riflessione, che sia essa visiva o tattile.
Lacune, per esempio, è un video che ha subito una riduzione ai minimi termini: una linea di contorno proiettata su un pannello di legno coperto di grafite, la cui forma evoca la grotta siracusana Orecchio di Dioniso. La linea del video è l’immagine fluttuante della pietra umida che si asciuga in alcuni luoghi e si bagna in altri, ad un ritmo dolce. Evocando l’idea della porosità della materia che, in petrografia, indica anche il rapporto tra il volume dei vuoti e quello totale della roccia o del terreno.
I disegni, rizomi nervosi e forme geometriche, si propagano nello spazio dei fogli di grande formato facendo eco al gioco di forme e non-forme presente nell’opera Lacune
Il trittico di fotografie Reliefsrinnova degli scatti del 2007 (realizzati all’epoca senza alcun legame tra di loro) di forme nascenti, ed il termine stesso relief ricorda anche i resti di un pasto. In fine, il pezzo Forer (2) fissa, tra due blocchi neri, un’immagine della quale affiora solo la linea verticale della piega. La possibilità di scavare nell’immagine stessa, appare qui in maniera paradossale.
In questo modo, è il nostro rapporto sensibile con lo spazio ciò che definisce la pratica di Florence Girardeau e le opere dell’esposizione Tout se fige alors, dialogando con le fessure e le soglie, ci consentono di creare un’infinita rete di connessioni.
Inaugurazione 19 novembre ore 16
Galerie Alberta Pane
Rue Saint Claude, 12 - Parigi
mar-sab 11-19
Ingresso libero