Ex Convento di San Michele
Montecelio (RM)
piazza Jean Coste

Collezione internazionale e secondo manifesto
dal 24/11/2011 al 3/12/2011
10-12 e 16-18

Segnalato da

Lucrezia Rubini




 
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24/11/2011

Collezione internazionale e secondo manifesto

Ex Convento di San Michele, Montecelio (RM)

La collettiva d'arte del Gruppo degli Artisti dell'ex convento di San Michele a Montecelio quest'anno, insieme ad un folto gruppo di artisti italiani, si e' ampliata accogliendo una sezione di artisti internazionali.


comunicato stampa

Le ragioni di una scelta
Quest’anno la collezione d’arte del complesso del San Michele a Montecelio si è ampliata notevolmente, accogliendo una sezione internazionale. L’esigenza di aprire una sezione dedicata esplicitamente ad artisti internazionali non risponde semplicemente all’esigenza di ampliare la collezione, ma ad un bisogno profondo, di tipo critico-estetico, di dare una risposta ad un quesito che trovo fondamentale, ovvero alla dimensione di un sentire comune, estetico, universale, che accomuni tutti gli esseri umani e che viene ipostatizzato nell’opera d’arte. Il confronto con l’arte prodotta da “altri popoli” costituisce pertanto la prova, la verifica di tale assunto, qualora tale condizione estetica sia riconosciuta.

Il rischio era quello di confrontarsi con realtà “antropologiche e folkloristiche” che avrebbero messo in evidenza la specificità di ogni nazione, di ogni popolo: ciò non è stato. Nel senso che nessun artista ha espresso una dimensione che fosse “caratteristica” del suo Paese. Per esempio l’artista australiano non ha descritto la cultura aborigena o i canguri, quella turca non ha rappresentato uomini col turbante - seppure in cose del genere non avrei trovato nulla di strano. Ovvero tutti gli artisti sono accomunati, in tutto il mondo, da ricerche trasversali, immateriali, indicibili, universali, che costituiscono il quid specifico di un’opera d’arte e che accomuna tutti gli uomini, non antropologicamente, ma filosoficamente e psicologicamente, in un “sentire comune” che, lungi dall’essere espressione della globalizzazione, è invece espressione di un’universalità che trascende il “contatto” tra i popoli, in quanto costituisce una sorta di “fondo comune” a cui ogni artista attinge. [...]

Dunque le ragioni di una collezione privata, offerta alla fruizione pubblica, sono molteplici e di diverso genere: di tipo morale, come impegno nel promuovere gli artisti, l’arte, la cultura in tempi di crisi, anzi, di vera e propria regressione; di tipo culturale, poichè la collezione GASM si fa portatrice e testimone della cultura, specificamente artistica, della nostra epoca tutta; di tipo sociale, in quanto un intento democratico la sottende nel cercare di avvicinare la gente comune all’arte, superando atteggiamenti pregiudiziali; di tipo politico, poichè gli enunciati proclamati sia nel Primo, sia nel Secondo Manifesto, che abbiamo elaborato, fanno appello ad una politica che promuova l’arte mediante scelte che trovino il coraggio di andare controcorrente; di tipo psicologico, in quanto la collezione, attraverso le proposte offerte dagli artisti che ne fanno parte, mirano a rendere consapevoli
e far acquisire un atteggiamento critico nei confronti della realtà, di cui forniscono chiavi inedite, ovvero una sorta di life coaching; di tipo educativo, nell’ottica del life long learning, ovvero educazione alla vita e per tutta la vita, in quanto l’arte offre sempre una chance, e una risorsa dalle potenzialità infinite, per la crescita dell’Uomo di tutti i tempi e per tutto il suo breve tempo umanamente possibile. Il chiostro del San Michele dunque continuerà ad essere testimone e custode di un patrimonio culturale ampio e significativo, in grado di offrire, ormai, una panoramica esauriente sulla produzione artistica internazionale, ormai.

Gli artisti che hanno accettato di partecipare condividono la filosofia dell’arte che abbiamo fissato nei due Manifesti, che sono stati proclamati. Nodi fondamentali possono essere individuati nell’ “arte del dissenso”, di contro all’arte anacronisticamente da salotto, mimetica e consolatoria, del “vaso di fiori”. Da queste affermazioni di principio derivano scelte contenutistiche, stilistiche, persino tecniche, ovvero tali concetti, per essere espressi hanno bisogno di mezzi di espressione specifici, non ingenuamente mimetici, ma in grado di rivedere, reinterpretare, ricodificare, reinventare, riscoprire, riconoscere, ricostruire la realtà che è davanti agli occhi, per fornire chiavi di lettura inedite e salvifiche, lo ripeto, che vadano “oltre” tale realtà, verso il primordiale, il mito, il simbolo, il pensiero, l’intangibile, l’indicibile, l’ineffabile. Solo una simile dimensione dell’immateriale potrà paradossalmente fornire schemi analogici di riconcretizzazione della realtà che ci circonda, della precarietà, del provvisorio, dell’imprevedibile, della superficilalità, dell’apparenza, del vuoto di valori.

L’arte, facendo appello a dimensioni reali “outre”, potrà fornire altre fragilità, altre apparenze, altre profondità che, emergendo da quello schermo sui generis che è la tela, potrà offrire - all’ormai impotente Uomo, spettatore di accadimenti imprevedibili e ingestibili - nuovi percorsi di pensiero, più saggi, più antichi, più equilibrati, più umili, più profondi. Solo simili strumenti inediti potranno riarmare l’Uomo odierno con la consapevolezza, la reattività critica, il ritrovato senso della speranza verso il futuro: attinta, questa, dalla carica di pathos antico, insita nell’opera d’arte e affidata alla sfuggevolezza del presente.

Artisti: Lino Alviani, Giovanni Battista Bianchi, Nunzio Bibbò, Tommaso Campagnuolo, Italo Carrarini, Claudia Cecconi, Carmine Cerbone, Ugo Cordasco, Anna Crescenzi, Franco Crocco, Fausto D’Orazio, Lorenzo Di Lorenzo, Gabriella Di Trani, Vittorio Fava, Giuseppe Fucsia, Inin Gamat, Werther Germondari, Giuliana Iannotti, Ada Impallara, Rita Mele, Antonio Menenti, Salvatore
Miglietta, Gian Battista Morana, Mauro Nanni, Salvatore Pepe, Massimo Pompeo, Alessandra Ponti, Ivo Santolamazza, Elena Sevi, Placido Scandurra, Lorenzo, Zanetti Polzi.

Per la sezione internazionale: Dimitar BanaitovBulgaria), Andres Borges Reyes (Cuba), Michael Berry (Australia, Victoria State), Alain Chemali (Israele/Francia), Isabelle Dehais (Canada), Aurel Dumitru (Romania), Alberto Francisco Pantano (Argentina), Sonja Peter (Germania), Birgitt Shola StarpDanimarca), Cenan Uyanusta (Turchia).

Al vernissage interverranno Agostino Bagnato (scrittore, giornalista, docente presso La Sapienza di Roma), ed il Maestro Ennio Calabria ( uno dei massimi rappresentanti della pittura italiana) per presentare il “Secondo Manifesto del GASM”, che nella serata sarà proclamato e firmato.

Inaugurazione sabato 26 novembre ore 17.30.

Ex Convento di San Michele
piazza Jean Coste, Montecelio
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 12.00 e dalle 16.00 alle ore 18.00.
Ingresso libero

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dal 24/11/2011 al 3/12/2011

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