Galleria Marchina Arte Contemporanea
Dentro Tutti. Il mondo dell'artista e' un universo di cartapesta, stoffa e ogni agglomerato di riciclo possibile, riutilizzati per creare installazioni.
Se il concetto moderno di estetica ha esteso anche alla scultura l'uso
di ogni materiale, senza dubbio Patrizia Fratus conduce fuori da regole e
schemi il proprio percorso artistico in un susseguirsi di momenti di libera
intensità, inseguendo provocatoriamente ''realizzazioni in
materia'' di forme tattili fruibili, circoscrivibili, fuori/dentro le
stanze dell'anima più segreta.
Patrizia Fratus è; ''cultrice'' di forme nella mente e nella
versatilità a ricercare una dimensione che si moltiplichi nello
spazio della realtà, nascendo anche dal nulla e per aggregazione di
materie diverse, in sublime artigianato, a far vivere nuovi rapporti,
pensieri, supporti ideali per nascoste verità.
Il mondo dell'artista è nel tempo un fantastico universo di
cartapesta, stoffa e ogni agglomerato di riciclo possibile a dar vita ad
installazioni e tridimensionalità che, tra surrealità
inquietanti ed echi new-dada, ne hanno definito il profilo atipico,
complesso, anarchicamente di genere.
Di forte ''convinzione'' artigianale, con alta formazione teatrale
di scenografa scaligera, è chiara l'esigenza di Fratus a
ricercare presenze ed emergenze nello spazio quotidiano, già
avventuroso proscenio di ogni possibilità.
Intensi i richiami storico-culturali della sua ricerca, anche in passate
collaborazioni giunte favorevolmente all'attenzione della critica e
del collezionismo, in cicli-rappresentazioni metaforiche o favolistiche, da
una attualità; mediocre e insopportabile, riuscendo comunque a
definirsi nell'unicum prezioso di una sarcastica ieraticità
scultorea.
Suggestiva la valorizzazione dell'antica metodica della carta pressata
e dipinta, immiserita nel tempo da preconcetti stilistici ormai desueti, ma
di assoluta gentilezza manuale, con esiti spettacolari e preveggenti.
Molto di quell'immaginario, da una galleria di personaggi e
protagoniste mitiche di storie ed epopee, ritorna nelle susseguenti opere
''tessili'', frutto di intensa ricerca e incantevole
immaginazione: una irrituale popolazione multicolore ad animare un surreale
ensemble di figure e animali fiabeschi al centro di curiose deformate
metafore.
Nel correre dei tempi, mentre sempre più cupe sembrano assemblarsi
all'orizzonte della percezione, ombre e rimbombi di giorni inospitali,
forte è lo scarto creativo che giunge qui in quest'ultima
dirompente installazione di Patrizia Fratus, ''dentro tutti''.
Come ogni creativo, misteriosamente allertato, l'artista allarga
ancora una volta il proprio spazio, non solo poeticamente, bensì
oggettivamente, considerando infine tra le proprie materie la
concreta presenza iconografica della morte stessa, il partner
imprescindibile della grande partita finale sul tavolo verde di ogni
destino.
Qui, in questo ''dentro tutti'' dove a dominare ''uno
straniante concetto di vanitas, in un intenso balzo sperimentale''
certo compiersi e completarsi un percorso scultoreo di stringente
concettualità.
Ancora una volta fuori da schemi retorici-compensativi, ''il
presentire di un incombere, di un sospeso passaggio ad accendere la visione
dell'artista di acutezze estreme per indicare, rammentare, pur
rimanendo medium di sottile provocatoria ironia, il senso vero cui riferire
ogni contesa, sul filo invisibile e precario del comune esercizio
dell'esistere.
E sono un contesto di scatole, urne cinerarie ''domestiche'', in
riciclo dipinto, a sostenere una performance di lucenti fusioni di alluminio
e ottone, tra reperti di ossa e scheletri umani, assemblati in satirica
compromissione di surreali conversari tra passate identità e vicende;
da queste estreme dimore, in silente teatralità, tra echi di luce e
suoni, si manifestano trame di tempo e di vita, suggerendo al fruitore
richiamato ad una sosta, ad un pensiero di sorpresa partecipazione,
più accorte regie di sè.
Memento e pietas, coattori molto consapevoli in dicotomia assoluta ed
inestricabile tra essere e non, oltre gli spazi conosciuti, per una
pantomima grottesca di lucida eticità, troppo angosciosamente alto il
tasso di spreco.
Vanitas quindi del tutto lontane da un certo concetto di pessimismo e
negazione così caro in tempi recenti ad una cultura artistica fatta
prevalentemente di forti provocazioni al servizio di ferree logiche di
mercato,per cui ha strabordato il fiorire di simboli e icone che della morte
hanno enfatizzato lo spettacolo orrendo ma organico ai circuiti
mediatici-mercantizi dell'attualità globale. Al contrario
''dentro tutti'' 'presa d'atto accorata, anche
oscurando inviolabili pretesi diritti d'artista, di un sentire
più comune, di un moto empatico nell'indicare con forza un
''convivium'' tradito e impoverito nell'indifferenza
apparente, volgare.
Molto lontane dal sublime spettro cattolico della morte che
tanto ossessionò Dalì e buona parte, tra l'altro, del
surrealismo spagnolo, e altrettanto refrattarie a qualsiasi tentazione di
''melencolia'' luogo come tutti i miti, dell'antitesi e
della contraddizione, le scatole di Patrizia Fratus così
simbolicamente indicatrici dello spazio vitale compresso e finito di ogni
essere umano, conservano e raccontano al tempo, con superba follia, di ben
altro spazio infinito e incommensurabile al quale riferirsi per non
immiserire, tradendola, l'avventura irripetibile della vita.
Sandra Nava
Inaugurazione 26 novembre
Galleria Marchina Arte Contemporanea
Via Violino di Sopra 10 - Brescia
Orari galleria : 15.00 - 19.00 dal Lunedì al Sabato - Mattina su appuntamento
Ingresso libero