Galleria Extraspazio
Roma
via San Francesco di Sales, 16/a
06 68210655 FAX 06 68210655
WEB
some-care-some-less
dal 31/10/2011 al 13/1/2012
mar-sab 15.30-19.30

Segnalato da

Galleria Extraspazio




 
calendario eventi  :: 




31/10/2011

some-care-some-less

Galleria Extraspazio, Roma

In mostra l'installazione Satisfy di Masashi Echigo, una selezione di fotografie tratte dalla serie Permanent Error di Pieter Hugo e l'opera Bosphorus 1954 di Gulsun Karamustafa.


comunicato stampa

a galleria e x t r a s p a z i o presenta la mostra
some-care-some-less con le opere Satisfy di Masashi Echigo, Permanent Error di Pieter Hugo e Bosphorus 1954 di Gülsün Karamustafa.

A porte spalancate, tre frigoriferi bianchi invadono l'ambiente della galleria con un ronzio sommesso e il loro freddo senza scopo.
Questi elettrodomestici sono vuoti e la chiusura delle porte è impedita da gabbie che le fissano ai fianchi delle strutture. Gabbie che a loro volta non contengono nulla se non le zone d'ombra tra le porte e i corpi.

Satisfy è il titolo che l'artista giapponese Masashi Echigo dà a questa installazione appena tornata dalla mostra Terribile Beauty nel contesto di Dublin Contemporary.
Un titolo che allude a ciò che frigoriferi vuoti non possono soddisfare a meno che l'arte non se ne appropri, non restituisca loro un'aura, una vita al di là di una ineluttabile fine nella discarica.

"Il bagliore proveniente dai frigoriferi ingabbiati dell'installazione Satisfy di Masashi Echigo dice di più della miriade di opere eloquenti sparse per la città." commenta Chris Fite-Wassilak (Dublin Contemporary, Frieze Magazine, Novembre-Dicembre 2011).

Il bagliore delle luci dei frigoriferi di Masashi Echigo cade su immagini di uno scenario ai limiti del concepibile.

Il fotografo sudafricano Pieter Hugo ha scelto per la sua nuova serie Permanent Error (alla quale il MAXXI di Roma dedica dal 1 dicembre un'ampia mostra a cura di Francesca Fabiani) Agbogbloshie nel Ghana, una delle discariche nelle quali finiscono, lontano dalla nostra vista, cumuli informi di hard disk, computer, tastiere, monitor, cavi, mouse e tutto ciò che ruota attorno al fantastico mondo dell'informatica; un'immensa distesa costellata dai fumi tossici di roghi appiccati per bruciare materiale plastico e ricavarne metalli da riciclare, un luogo dannato, chiamato Sodoma e Gomorra dalle persone che per disperazione e sopravvivenza sono costrette a lavorarci e che hanno un'aspettativa di vita di pochi anni.

"Nelle sue opere l'artista indaga la natura umana in condizioni drammatiche o socialmente marginali restituendone, attraverso lo sguardo della macchina fotografica, una rappresentazione di grande fascinazione estetica capace di farci guardare ciò che normalmente evitiamo di vedere [...] un mondo in rovina, apocalisse di un'umanità e di una civiltà alla deriva che solo l'arte è in grado di sublimare."
(Bartolomeo Pietromarchi, Reset, Luglio-Agosto 2011)

In barba alle leggi internazionali, l'Occidente invade ogni anno i paesi in via di svilluppo con quasi 40 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici. Piombo, mercurio, berillio, cromo, bario, selenio e policlorobifenili contaminano i terreni e le falde acquifere.
Errori Permanenti - lasciti a eterna memoria.

Il concetto di memoria e dei suoi effetti sull'umanità sono indagati dall'artista turca Gülsün Karamustafa nel video e nella serie di fotografie Bosphorus 1954.

"I meccanismi della memoria hanno una struttura molto più complessa di un trasferimento lineare dei ricordi dal passato al presente." afferma Erden Kosova in un articolo su Frieze Magazine in occasione dell'esposizione dell'opera al Kunstmuseum di Bonn.
Gülsün Karamustafa racconta le reazioni di una popolazione impaurita da un'epoca di disastri (Istanbul è abituata a fin troppi eventi drammatici come incendi, terremoti, diluvi) in cui lo stato d'allarme è un riflesso collettivo.

Durante il rigido inverno del 1954, blocchi di ghiaccio galleggianti provenienti dai fiumi Donau, Dnieper e Dniester bloccano il Bosforo, si fondono e formano una massa compatta sulla superficie dello stretto, tanto che gli abitanti possono attraversare il mare e raggiungere a piedi l'altro lato della città.
Un tale spettacolo della natura, evento unico nella storia del luogo, potrebbe riempire di meraviglia e anche essere divertente, ma questi sono gli anni della guerra fredda e i blocchi di ghiaccio scesi dal nord, dal Mar Nero, sono recepiti in prima istanza come segni di un conflitto incombente e di una possibile invasione.

Immagine: Masashi Echigo, Satisfy, 2011, mixed media, site specific

Inaugurazione: giovedì 1 dicembre 2011 alle ore 19

Galleria Extraspazio
via San Francesco di Sales, 16/a - Roma
Orari: martedì - sabato 15.30 - 19.30
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [39]
Paradise Now
dal 3/7/2013 al 25/7/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede