Apocalisse di San Giovanni. Nei suoi disegni e dipinti Pivetti si collega ai due problemi piu' angosciosi del nostro secolo: quello esistenziale e quello ecologico.
a cura di Paolo Volta
Sono molti i critici d’arte che hanno recensito l' "Apocalisse" anche su numerose testate nazionali. Tra questi anche Giorgio Segato, che così ne scrive: «Per Pivetti l'Apocalisse diventa soprattutto "occasione" per un discorso attuale sulla disgregazione dell'umano, sulla perdita di identità, sulle lacerazioni insanabili del mondo contemporaneo e sulle sue strane metamorfosi, tali da farci pensare, e a volte anche auspicare, che l'umanità sia ormai giunta al "ciglio", ai limiti estremi della sua storia, all'esaurimento delle sue energie. Richiamare agli occhi l' "Apocalisse" significa per Pivetti collegarsi ai due problemi più angosciosi del nostro secolo: quello esistenziale e quello ecologico, quello della crisi della cultura e dei valori ideali e quello del mondo che muore, dell'inquinamento, della contaminazione, del degrado, della perdita del rapporto diretto con la natura.
Le locuste come gli scorpioni, gli angeli con le trombe, il Dragone e l'Agnello, i quattro cavalieri e i martiri, i Consiglieri e le bestie del mare e della terra, le ulcere, la grande meretrice sono già tra noi, dentro di noi, parte della nostra esistenza. Importante, e quest'opera di Franco Pivetti dovrebbe aiutarci, è saperli riconoscere, individuare e saper esaltare quella parte di noi che più compiutamente realizza ed esprime il nostro essere, la nostra persona, tornando a combattere tutti i mostri e tutte le insidie che ci minacciano dentro il nostro fragile e presuntuoso guscio di uomini".
Pivetti è un apprezzato esponente della corrente fantastica italiana. Ha esposto in diverse città europee e molte sue opere sono conservate in gallerie e musei del vecchio continente. Dalla metà degli anni Ottanta è anche direttore artistico della Casa degli Artisti "Giacomo Vittone" di Canale di Tenno, è stato il principale artefice della rinascita del borgo medioevale, oggi meta turistica apprezzata da migliaia di visitatori ogni anno e ha organizzato decine di manifestazioni e mostre in diverse provincie italiane.
Il percorso umano, personale, artistico e creativo di Franco Pivetti non si può riassumere in una recensione. Pennello, bulino, torchio, matita, biro, olio e acquatinta. Perché Pivetti non si è mai sottratto alle sfide.
L'arte è fatica. Come una bicicletta da spingere per arrivare in città, per studiare in Accademia. L'arte è inizio, come lo sono i disegni degli anni Sessanta. L'arte è emozione come le tempere che raccontano il suo amato Nord Africa. Ed è ricerca, quella compiuta nel cosiddetto «periodo magrittiano». Fino al simbolismo, delicato e raffinato transito degli anni Settanta ed Ottanta, e all'arte fantastica, spazio mentale, sentimentale e filosofico nel quale Franco Pivetti naviga da tempo con singolare e riconosciuta maestria.
Nessuno - per fortuna - può sapere ancora quale idea illuminerà il domani. Nessuno può sapere se nasce prima l'uomo o la sua arte e dove arriveranno insieme.
Immagine: Terremoto, 1984, tecnica mista su carta 35 x 50 cm
Inaugurazione 22 dicembre ore 18
Galleria del Carbone
via del Carbone, 18a Ferrara
orario: ore 17,00 - 20,00
chiuso martedi'
Ingresso gratuito