Strategie di Collaborazione. Un progetto a cura di Julia Draganovic e Elena Forin articolato in piu' tappe che affronta e approfondisce il tema della collaborazione invitando ogni artista a confrontare le proprie posizioni con colleghi di altri Paesi. Il secondo step vede la partecipazione di Marco Giovani, Niklas Goldbach e Yves Netzhammer.
A cura di Julia Draganovic e Elena Forin
La Galleria Bianconi è lieta di invitare alla seconda tappa di Click or Clash?
Strategie di collaborazione che inaugura il prossimo 19 gennaio, alle 18 (via Lecco
20, Milano), con la partecipazione di Marco Giovani, Niklas Goldbach e Yves
Netzhammer e la collaborazione curatoriale di Julia Draganovic e Elena Forin.
Click or Clash? Strategie di Collaborazione è un progetto articolato e di lungo
periodo, curato da Julia Draganovic e LaRete Art Projects e promosso dalla Galleria
Bianconi, che si propone di affrontare come l’accordo o il disaccordo, il consenso o
il conflitto, possano oggi creare delle nuove opportunità nell’ambito della sfera
della collaborazione, tema fortemente attuale non solo nelle pratiche artistiche.
Attraverso una strategia di collaborazione orientata verso l’affermazione di una
vicinanza complessiva, declinata anche attraverso il valore delle singole
differenze, il secondo episodio di Click or Clash? Strategie di collaborazione si
concentra sul tema delle strutture di potere nella nostra società: il singolo
individuo e le sue relazioni, lo spazio e tecnologia, e il ruolo dell’immagine sono
il punto di partenza di un nuovo confronto sul tema della collaborazione. In questo
caso i tre artisti hanno deciso di sviluppare individualmente le loro visioni sul
tema, al fine di creare un dialogo all’interno di un percorso tra i singoli lavori.
Il team curatoriale, formato da Julia Draganovic e Elena Forin, sviluppa in questa
occasione una nuova pratica di collaborazione nella lettura delle opere, al fine di
estendere e di approfondire le possibilità critiche e il potere narrativo dei
singoli lavori e della mostra.
Marco Giovani realizza una serie di opere fotografiche e installative in cui l’uomo
ritorna come forma e come catalizzatore di una fitta trama di intrecci. Le immagini
e gli oggetti realizzati da Giovani, tra luci e lati oscuri, mostrano le identità e
i codici che regolano l’esistenza, sviluppando i concetti di individuo e natura, e
offrendo così il senso di una diversa possibilità e di nuove regole. L’artista
mostra lo sviluppo di un nuovo codice che emerge dalle ombre e dalle forme di
oggetti comuni deprivati delle loro funzioni e dai corpi e dalle fitte trame in cui
sono avvolti, e con cui emergono dal buio. La potente raffinatezza delle sue opere,
sempre in bilico tra inganno percettivo e forte presenza, ben si confronta con gli
umanoidi di Yves Netzhammer che con il loro richiamo alla semplificazione del
digitale, tessono delle relazioni emblematiche con l’ambiente, la natura e il
paesaggio.Netzhammer, attraverso il video e l’installazione, proietta le profondità
di un universo sommerso, in cui si verificano le condizioni e gli episodi
dell’essere dell’uomo nel mondo.
Egli ne studia la natura raffigurando il singolo
come struttura di potere, in relazione a dinamiche sociali come la violenza e la
reciprocità. Il video è collegato all’installazione di sagome di oggetti, visti come
icona del nostro vivere, forme conosciute che rappresentano la vita dell’individuo e
la vita in comunità. L’ambiguità latente e la ricchezza con cui si articola tale
rapporto, crea un interessante dialogo sia con Giovani, sia con Niklas Goldbach. Con
il video e una serie di immagini e oggetti, Goldbach esplicita il tema del potere
del singolo nella sua relazione non solo con le cose, ma con la sua stessa immagine.
Con ironia, egli opera una moltiplicazione dell’uguaglianza per rappresentare
l’omologazione nella società di oggi. Questo tema è fortemente presente nel video
Bel Air, presentato in anteprima dalla Galleria Bianconi ad Art Miami, dove ha
suscitato grande interesse raccogliendo un unanime successo tra visitatori,
collezionisti e critici. Il video racconta un percorso interiore, attraverso un vero
e proprio viaggio in auto nel paesaggio desertico degli Everglades di Miami, in cui
Christoph Bach, premiato come migliore attore tedesco nel 2010, interpreta quattro
personaggi diversi, emblematici dei ruoli e dei giochi di forza che si instaurano
nei comportamenti umani. In questo racconto, l’idea di omologazione dell’individuo è
spinta fino al punto che l’uomo, uguale a se stesso, diventa un elemento e un
ulteriore oggetto da osservare.
Marco Giovani è nato a Modena nel 1964. La sua attività espositiva ha avuto inizio
nel 1997 a Reggio Emilia nella mostra Silenzio, sei meditazioni oltre il rumore, con
un lavoro concettuale sull’inafferrabilità dell’identità e della realtà, che
prefigurava la rivoluzione che ci avrebbe condotto all’era del web. L’anno
successivo ha iniziato a lavorare sulla riproduzione di ombre sovrapposte di corpi e
oggetti, usando polveri di grafite filtrate da pellicole plastiche, creando un
ingannevole effetto fotografico.
Rovesciando concettualmente l’uso del mezzo fotografico, inizia nel 2006 il ciclo
Alien. Tra le sue mostre più recenti: Se un giorno d'inverno un viaggiatore, Museo
Archeologico (Bologna 2011), The simulacrum of reality, Biennale di Videofotografia
(Alessandria, 2011), Eroi! Come noi?, P.A.N. (Napoli, 2007), Anteprima, La
Quadriennale di Roma (Torino, 2004), Coniugazioni, Castello di Ettersburg (Weimar,
2003).
Niklas Goldbach è nato a Witten, in Germania, e vive e lavora a Berlino. Dopo gli
studi in sociologia all'Università di Bielefeld e in video e fotografia
all'Università di Scienze Applicate di Bielefeld, Goldbach si è laureato con lode al
media arts program dell'Università delle Arti di Berlino. Nel 2005 ha ricevuto il
Fulbright Grant per New York (2005-2006) e si è specializzato conseguendo il MFA
program dell'Hunter College dell'Università di New York. Nel 2006 è stato insignito
del titolo di "Meisterschüler" dall'Università delle Arti di Berlino. Ha presentato
le sue opere in numerose mostre collettive, personali e festival nell'ambito di sedi
come: 4.International Short Film Festival Oberhausen, Reina Sofia National Museum
Madrid, Mori-Art Museum Tokyo, National Taiwan Museum of Fine Art, Museum der
Moderne Salzburg e ha ricevuto numerose borse di studio e riconoscimenti.
Yves Netzhammer è nato nel 1970, vive e lavora a Zurigo. Ha studiato visual design
presso lo Zurich College of Art and Design. Nel 1997 ha intrapreso la sua produzione
artistica, legata a un universo poetico di immagini molto articolato: le sue video
installazioni, oggetti, proiezioni e disegni sono fortemente suggestivi, per la
forte presenza fisica e chiarezza formale. La giocosa ricomposizione di elementi che
apparentemente non possono essere combinati conduce il suo lavoro ai limiti del lato
più oscuro della nostra esistenza: gli aspetti piacevoli sono connessi con quelli
più sgradevoli, la morte si fonde con la vita in creature mai viste, e gli scenari
descritti passano velocemente dalla scala microscopica a quella macroscopica. Tra le
mostre personali: Minsheng Art Museum Shanghai (2011), Kunstmuseum Bern (2010),
Palazzo Strozzi (2009), SFMOMA, San Francisco (2008), Venice Biennale (2007),
Karlskirche Kassel (supporting program documenta 12, 2007), Museum Rietberg, Zürich
(2006), Kunsthalle Bremen (2005) and Helmhaus Zürich (2003). Tra le mostre
collettive: Liverpool Biennale (2010), Kunstmuseum Wolfsburg (2007), Witte de With
and TENT, Rotterdam (2006), Wilhelm Lehmbruck Museum, Duisburg (2006) and National
Gallery Prague (2005).
Immagine: Yves Netzhammer Videoinstallation, 2012 movie (14.50min.), steel, fabric
Inaugurazione 19 gennaio 2012 ore 18.00-21.00
Galleria Bianconi
via Lecco 20, Milano
Orari: lunedì>venerdì10.00-13.00, 14.00-19.00, sabato su appuntamento
Ingresso libero