Galleria Rubin
Milano
via Bonvesin de la Riva, 5
02 36561080 FAX 02 36561075
WEB
Alberto Zanchetta
dal 20/2/2012 al 3/3/2012
mar-sab 14.30-19.30 e su appuntamento

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Galleria Rubin




 
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20/2/2012

Alberto Zanchetta

Galleria Rubin, Milano

Cranioscopia. Un approfondimento per sondare la mente dell'autore impegnata per 10 anni nella stesura del libro "Frenologia della vanitas". Su tavoli da lavoro sono esposti 18 Taccuini tanatologici, reperti, documenti e oggetti che integrano l'opera saggistica. Accanto alcune opere della collezione di Zanchetta di artisti del passato e contemporanei, oltre a lavori realizzati per l'occasione. Oggetti di design ricreano una "vanitas contemporanea" sulla falsariga delle nature morte del XVII secolo.


comunicato stampa

a cura di Alberto Zanchetta

Il progetto curatoriale si propone di indagare la genesi e le derivazioni del libro "Frenologia della vanitas" pubblicato lo scorso aprile dalla casa editrice Johan&Levi. Non quindi una semplice mostra di opere, bensi' un approfondimento e un "accanimento terapeutico" che intende sondare la mente dell'autore, o piu' precisamente: il suo cranio.

«La verita' e' nuda; ma sotto il nudo c'e' lo scorticato».

Prestando fede alle parole di Valery, Alberto Zanchetta ha inteso emanciparsi dalla carne per ridursi a "corpo secco", ossia all'eso-scheletro sul quale ha costruito il suo libro "Frenologia della vanitas". Intorno al proprio saggio critico e' andato elaborando un progetto che non ha un carattere meramente informativo o espositivo, bensi' intende sviscerare l'optima pars dello scheletro, quel teschio che l'ha tenuto impegnato negli ultimi dieci anni della sua vita.

Critico d'arte e curatore indipendente, Zanchetta e' stato definito un «architetto del linguaggio curatoriale», lui pero' preferisce essere chiamato un «analogo patologo» (terminologia che ibrida le scienze forensi con il rapsodismo critico) come a voler testimoniare quel modus operandi con cui cerchera' di refertare la propria "Frenologia".

Attraverso accostamenti inusuali, connessioni tra contemporaneita' e tradizione, cosi' come tra stili ed epoche, l'autore creera' dei tavoli di lavoro – sull'esempio dei tavoli d'obitorio – in cui saranno presentati al pubblico reperti, documenti e oggetti che integreranno l'opera saggistica; tra le varie curiosita' troveranno posto una testa frenologica, il volume "Atlas of Bones and Ligaments" di Cathcart & Caird pubblicato a Londra nel 1885, cartoline o radiografie di diversa provenienza, alcune vertebre e frammenti di crani umani.

Per la prima volta saranno esposti tutti i diciotto Taccuini tanatologici composti da immagini che Zanchetta ha collezionato, ritagliato e incollato su dei quaderni (realizzati durante la stesura di "Frenologia della vanitas", ciascun taccuino ha una struttura autonoma e un'identita' specifica, quasi fossero una propaggine del saggio critico, ma a differenza di quest'ultimo ogni quaderno e' stato pensato come un liber mortuorum cum figures, ovvero senza parole).

Appese a parete o distribuite su dei basamenti ci saranno delle opere d'arte provenienti dalla sua collezione privata, quelle stesse che gli hanno tenuto compagnia durante la lavorazione della "Frenologia".

Incisioni, xilografie e calcografie di artisti del passato (tra cui quelle di Max Klinger, Alphonse Legros, Karl Hanny, Etienne Villequin, Lorenzo Metalli e Tommaso Raggio) si mescoleranno a una selezione di autori ignoti o di artisti contemporanei (Yang Jiechang, Massimo Pulini, Andrea Chiesi, Jean-Pierre Raynaud, Nicola Samorì, Marco Fantini, Frederic Coche, Beatrice Pasquali, Stefan Lundgren, Maurizio Carriero, Giorgio Rubbio, Juan Carlos Ceci, Vanni Cuoghi, Verter Turroni, Gionata Gesi-Ozmo, Carl Juriskovic e altri ancora).

Sempre attingendo alla sua collezione, Zanchetta si servira' di alcuni oggetti di design per ricreare una "vanitas contemporanea" sulla falsariga delle nature morte del XVII secolo in cui un teschio era sovente attorniato da vasi, candele e insetti che alludevano alla fugacità dell'esistenza.

Nella seconda sala della galleria saranno invece esposte le opere che Luca Coser, Alex Pinna, Tommaso Ottieri, Matteo Pagani e gli Affiliati Peducci/Savini hanno espressamente realizzato per l'occasione. Mantenendosi in bilico tra la nuda documentazione e una libera [re]invenzione del materiale a sua disposizione, Alberto Zanchetta intende compiere un'indagine necroscopica – quasi una "cranioscopia sul vivente" – che possa mettere in evidenza uno stile di vita, di lavoro e di ricerca non limitabile alla lettura del libro, ma che ne sia semmai un valido complemento.

Inaugurazione martedi' 21 Febbraio ore 19

Galleria Rubin
via Bonvesin de la Riva 5, Milano
mar-sab 14.30-19.30 e su appuntamento
Ingresso libero

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