Strada madre. Una serie di tele realizzate con vernice spray, acrilici, smalti, idropitture, tecniche e materiali della tradizione writing per un artista di strada cresciuto nella vasta periferia lombarda. Durante l'inaugurazione sara' presentata la sua monografia.
a cura di Lorenzo Bonini
Le sue opere si generano e nascono nelle città plumbee dei dormitori,
dei gasometri, nella terra promessa delle periferie dei sobborghi, lì
dove si offrono solo falsi riflessi della vita e l'illusoria fuga del
pensiero nella messa in scena di un mondo artificiale, lontano, se non
addirittura opposto ai fragori solari del giorno e dall'incantevole
armonia della città vetusta.
Questa per 'Raptuz' è stata "La strada madre" (sua la definizione),
quella che gli ha dato la consapevolezza di valere qualcosa, di crescere
come uomo e artista.
"La strada mi ha dato guai, ma mi ha anche tolto dai guai, dal momento
in cui ho focalizzato la mia energia sul writing piuttosto che sulle
altre cattive strade che avrei potuto facilmente prendere."
Il caos narrativo pittorico esaltato dall'invenzione compositiva e dagli
accostamenti cromatici è la sintesi di uno sconcerto che assale e permea
la perenne rincorsa delle lusinghe.
Le tecniche e i materiali sono quelli classici della tradizione writing,
soprattutto: vernice spray, acrilici e smalti, idropitture, le tele sono
preparate in modo da simulare il muro grezzo, spesso utilizza stencils
tagliati a mano e poi distrutti dopo un solo utilizzo. Al loro fianco,
Raptuz non disdegna l'utilizzo di applicazioni di oggetti che hanno un
significato simbolico, che conosce bene e fanno parte del suo vissuto,
tipo: pennelli, matite da muratore, pezzi di cartone, bombolette,
proiettili, bandane e naturalmente il talento.
La movimentata frantumazione nelle opere pubblicate in monografia
rimanda sempre a quel clima sicuramente di assonanza nell'unione delle
composizioni, dove pensieri, tormenti e sollecitazioni fantastiche
s'incontrano combinandosi, si materializzano concretamente dando origine
all'opera. Sono questi validi risultati che ci mostrano il quadro
riflesso su questo nostro artista di strada, nato e cresciuto nella
vasta periferia lombarda, che lascia intravvedere anche in modo
drammatico la sua storia di vita nel corso dei suoi venticinque anni da
writing di muri, di treni, di vagoni, di metropolitane, di ponti,
sottopassi, di cavalcavia, di scavalcamenti, di guardie, di fughe, di
arrampicate col fiato corto e il cuore in gola ma sempre alla ricerca
del fantastico per stupire e affascinare per amore.
"Strada madre" (Prof. Lorenzo Bonini)
Nell'opera artistica di Raptuz è doveroso chiedersi dove destina più di
frequente la sua percezione creativa, poiché il suo operare investe
pittura, grafica e design. L'abolizione della spazialità volumetrica, la
bidimensionalità prevalente nei dipinti porta i suoi elaborati pittorici
a una spazialità surreale e la creazione di un simbolismo "alfabetario"
idiolettico, dall'aspetto grafico-decorativo, ad andamenti ritmici.
Da una simile definizione potrebbe sortire un'immagine globale
dell'opera di Raptuz, nettamente segmentata, invece no: è una pittura
intrisa di storie dell'uomo e della terra, è l'ostinata idiolettica
simbologia del segno che spazia sulla super- ficie in maniera
incondizionata che ne diventa indicazione d'avanguardia, attraverso il
progressivo evolvere del "kaos" compositivo cromatologico.
La parata dei lettering che fluttuano impetuosi sulla tela, talvolta
assumono i connotati di totem, che salgono dal basso e trionfano quasi
come emergessero dal profondo del colore di assoluto che in esso
rispecchia nelle diverse accezioni cromatiche. La bidimensionalità, la
ricerca spaziale irrobustisce la risposta positivista all'affermarsi dei
caratteri, ma talvolta essi si rendono irreperibili si dissolvono come
incubi quotidiani, filtrati dall'attenta regia compositiva dell'artista,
sono mostrati, svelati con lo stesso travolgente e sotterraneo
linguaggio con il quale si esprimono di fronte ai nostri occhi.
Simboli delle realtà dimenticate, graffiti dei sotterranei e luoghi di
rifugio, con le note metalliche e stridenti della selvaggia metamorfosi
della nostra epoca s'impongono sulla tela proprio perché sono reali.
L'artista si è ancora una volta appropriato dell'esistente, del
fenomeno; spetta a noi continuare ora decifrarlo. Ogni volta
s'impadronisce dell'universo, ne prenderà la maschera duttile,
v'introdurrà la propria mimica, il proprio calore, le proprie grida e lo
presenterà, in apparenza, quasi intatto; in realtà, svuotato della sua
sostanza, al quale il pittore ha sostituito la propria. Mutamento e
trasfigurazione quale misteriosa alchimia la rendono compiuta sotto i
nostri occhi, plasmando ogni volta un aspetto imprevedibile.
Linguistiche tecnologiche dei nostri giorni animate da un'insuperabile
forza; predomina adesso in lui la volontà di immergersi totalmente negli
incubi quotidiani, nelle grida e nei deliri dei "Raptuz" che avverte
nelle realtà sociali metropolitane dei nostri giorni.
Biografia
Nasce nel 1968 nell'hinterland milanese, e fin da piccolo viene a
contatto con le realtà di una provincia disagiata e non propriamente
"tranquilla". Dopo le scuole dell'obbligo, si diploma alla "Scuola del
fumetto" di Milano dove apprende i fondamenti e le tecniche del disegno,
dell'illustrazione e della grafica pubblicitaria.
Nel 1987 Raptuz si affaccia al mondo del Writing, un mondo che sentirà
suo a tal punto da non abbandonarlo più.
Nel 1990 fonda con un gruppo di artisti la TDK Crew, che in breve tempo
diventa un vero e proprio mito nell'ambiente del writing italiano. La
Crew, conosciuta sia per gli innumerevoli lavori su commissione, sia e
soprattutto per la sua "parte oscura" - come Raptuz ama definire
l'attività "non proprio autorizzata" su treni e metropolitane - resta
tutt'ora un punto di riferimento nello scenario Italiano.
Poco più tardi, assieme al rapper J.AX, Raptuz fonda la Spaghetti Funk
Crew, con la quale nei primi anni novanta inventa di fatto in Italia le
esibizioni (ora molto di moda) "Live Painting" sul palco, durante
concerti, festival, e negli show televisivi, contribuendo a diffondere
il Writing fin nei più remoti comuni italiani, arrivando sino ad
un'apparizione cinematografica interpretando se stesso, nel film "Senza
Filtro" del 2001.
Nel 1991 in Italia i tempi non sono ancora maturi per vivere solamente
della sua arte e Raptuz tenta l'avventura americana partendo senza un
soldo in tasca per Los Angeles. Le regole della vita di strada apprese
nella dura provincia milanese prima, e nei quartieri malfamati di Milano
poi, si rivelano subito utili anche oltre oceano, ed in breve tempo si
guadagna il rispetto dei "duri" writers locali, in una Los Angeles
devastata dai "Riots" per l'assassinio di Rodney King ed in piena lotta
tra le gang dei "Crips" e dei "Bloods", entrando anche a far parte della
storica crew di West Hollywood "CBS", della quale ne è tutt'ora onorato
membro.
A livello artistico l'esperienza americana frutta, oltre alle moltissime
commissioni in giro per la California meridionale, anche la
partecipazione nel 1996 ai "Vargas Awards" (Las Vegas) e nel 1998 al
"Festival of Arts" (Laguna Beach).
Tornato a Milano, e diventato nel frattempo anche un apprezzato grafico
e designer, Raptuz collabora negli anni con molte grandi aziende e
partecipa esibendosi live, in innumerevoli eventi, concerti e tour italiani.
Nel 2005 fonda una delle prime ACU (Associazioni per la Creatività
Urbana) italiane "Associazione Italiana Writers - Tribù Dell'Indice"
della quale è presidente, e con la quale, inoltre, organizza eventi
benefici - come l'ormai noto "Write for Food" - ed eventi di
interscambio artistico-culturali per giovani writers italiani a Los
Angeles - la "LA-Goldrush".
Nel 2008 Raptuz fonda la "TDK Art D-Vision" con cui crea e promuove
esposizioni collettive e mostre personali di streetartists sia già
affermati che emergenti.
Raptuz, forte del proprio unico mix di entusiasmo e professionalità,
negli anni espone le sue opere in gallerie e musei importanti, come il
PAC di Milano, La Triennale di Milano, il MART di Trento e Rovereto, la
Galleria Civica di Monza, il Museo Civico e la Galleria Civica di
Bolzano, la Crewest Gallery di Los Angeles.
In breve: INWARD
INWARD - INTERNATIONAL NETWORK ON WRITING ART RESEARCH AND DEVELOPMENT
INWARD è un gruppo internazionale di esperti che opera per la
valorizzazione della creatività urbana con seminari, workshop,
convention, ricerche e progetti nelle università, con enti pubblici, per
privati e in collaborazione con associazioni no-profit e operatori
culturali, con programmi di educazione e formazione interdisciplinare,
promuovendo un team diffuso di centinaia di creativi urbani italiani e
producendo libri, eventi, mostre, audiovisivi, riqualificazioni urbane.
Impegnato da molti anni nel facilitare la corretta comprensione del
fenomeno, distinguendolo ed allontanandolo dal vandalismo in città,
dialoga sugli aspetti della creatività urbana con sociologi,
antropologi, architetti, urbanisti, designer, critici d'arte, artisti e
comunicatori.
Con il Patrocino di INWARD (Osservatorio Sulla Creatività Urbana)
Immagine: RAPTUZ Yellow Fog II
Ufficio Stampa:
Casi Umani s.r.l. - Via Cappuccio 12 - 20123 Milano
tel. +39.02.540202.12 paola@casiumani.it
Inaugurazione martedì 21 febbraio ore 18 alle 22. All'inaugurazione della mostra sarà presentata la monografia per il venticinquesimo anniversario di writing dell'artista
Galleria Schubert
Via Fontana, 11 - Milano
Orari: lun dalle 15,00 alle 19,00 - mar-ven dalle 11,00 alle 19,00 (orario continuato).
Ingresso libero