Incontri Internazionali d'Arte
Quinto appuntamento napoletano dei 'Martedi' critici' a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli
Il lavoro di Fermariello, artista attivo fin dai primi anni Ottanta, si caratterizza per una costante ricerca sulla radice del segno, sempre in bilico tra immagine e scrittura. La scelta di dipingere figure archetipiche attraverso un linguaggio moderno, informale e astratto, rivela la loro natura universale e fa luce sulla portata della sua riflessione che procede alla scoperta di un carattere formale dell'antichita' che sopravvive, in modo nascosto, nel presente e ne costituisce l'ossatura. In questo percorso verso il passato del mito, della tragedia e del rito, Fermariello mira a raggiungere l'essenziale, che gia' contiene in se' tanti diversi possibili sviluppi, e che si riflette nelle sue scelte stilistiche. I soggetti ripresi dalle pitture rupestri o da quelle vascolari rimandano a una specie di alfabeto primitivo, alla forma degli ideogrammi sia per la loro estrema semplificazione, sia per la disposizione che assumono. Nella celebre serie dei guerrieri infatti la figurina stilizzata del cavaliere si ripete uguale per tutta la superficie della tela. La texture che si viene a creare e' solo una inquadratura, la porzione di una scrittura che in realta' continua in maniera aperta e infinita, al di la' dell'opera.