Premiere italiana di Restricted Sensation, ultima opera filmica di Narkevicius, tra i maggiori artisti della scena lituana contemporanea e internazionale. Al termine della prima proiezione segue una discussione tra l'artista e il curatore Marco Scotini.
Galleria Artra presenta: Lunedì 19 marzo ore 18:30 Restricted Sensation un film di Deimantas Narkevičius MULTISALA CENTRALE, Milano, via Torino 30 La Galleria Artra è lieta di annunciare la première italiana di Restricted Sensation, ultima opera filmica di Deimantas Narkevičius, tra i maggiori artisti della scena lituana contemporanea e internazionale. Il film già selezionato per l’ultima edizione della Berlinale e del Rotterdam Film Festival, sarà presentato in doppia proiezione lunedì 19 marzo presso la Multisala Centrale di Milano.
Al termine della prima proiezione seguirà una discussione tra l’artista Deimantas Narkevičius e il curatore Marco Scotini. Dopo aver realizzato importanti film dedicati alla storia politica dell’ex blocco socialista, ormai ritenuti unanimamente dei capolavori come Once in the XX Century (2004), Narkevičius torna ora al cinema con un’opera completamente nuova. Nonostante la storia e la memoria siano ancora il centro tematico dell’interesse dell’artista (in questo caso quella della condizione gay sotto il regime sovietico) in Restricted Sensation non compaiono documenti o found footage ma il film fa ricorso alla sceneggiatura e al registro della fiction. Nonostante tutto la fiction di Restricted Sensation va considerata non tanto una scelta stilistica quanto, ancora una volta, un documento: quello dell’assenza di testimonianze dirette o materiali originali sull’identità sessuale che, per veto o timore, continuano ad essere sottratti all’opinione pubblica lituana. Protagonista è qui un giovane aspirante direttore di teatro a Vilnius che viene allontanato dall’incarico a causa del sospetto sul suo orientamento sessuale.
Lituania 1970. Restricted Sensation racconta la profonda e sistematica omofobia del regime sovietico attraverso l’esperienza di un singolo personaggio ma il film intende fare riferimento al più vasto sistema di controllo e di normalizzazione che il regime esercitava sulla libertà individuale ad ogni livello, per cui era possibile screditare chiunque e creare condotte sociali basate sulla falsità. Non è un caso che il protagonista voglia cambiare alcune regole teatrali e che si assista alla costruzione di un teatro nel teatro con la recitazione di Cechov in sottofondo. La legge 122 del codice penale sovietico che puniva le relazioni omosessuali o la sorta di processo entro cui si trova intrappolato il protagonista sospettato di essere gay sono solo alcuni degli elementi attraverso cui viene narrata questa storia degli anni ’70.
Un’attenzione particolare agli elementi di design, una certa estetica vintage, una certa qualità del suono fanno il resto. Come in molti dei suoi lavori - tra cui Once in the XX Century (2004), Disappearance of a Tribe (2005), The Dud Effect (2008), Into the Unknown (2009) – a causa della temporalità sospesa e della narrativa come metodo di indagine della storia, non sappiamo se si tratti di avvenimenti realmente accaduti o appartenuti a un immaginario di propaganda. Narkevicius crea sempre una “zona di indeterminatezza” tra il reale e il possibile, sia nella forma che nel contenuto. Questa zona d’indecidibilità usa la memoria, individuale e collettiva, come punto di partenza, senza mai fornire certezze. Deimantas Narkevičius, nato nel 1964 in Utena (Lituania), vive e lavora a Vilnius. Formatosi inizialmente come scultore, si è poi concentrato soprattutto sulla narrazione attraverso video e film. Al centro del suo lavoro, l’investigazione su come la storia è percepita e i meccanismi che la trasformano, a partire da differenti utopie e ideologie. Narkevičius esplora il passato degli stati dell’ex-blocco sovietico usando found footage e narrative autobiografiche. I suoi film si strutturano intorno a riflessioni su fatti specifici e curiosità storiche, spesso legate alle recenti vicende della Lituania e al passato socialista dei paesi sotto il regime sovietico. Tra gli artisti lituani più importanti e ampiamente riconosciuti nella scena dell’arte contemporanea, è emerso a notorietà internazionale nel 2001 quando ha rappresentato la sua nazione alla 49° Biennale di Venezia. Ha partecipato a Manifesta 2 (1998), alla 50° Biennale di Venezia (2003), alla Istanbul Biennial (2009), alla Baltic Triennial (2009), alla Biennale di Sao Paulo (2010).
La mostra The Unanimous Life che rappresenta la più ampia retrospettiva sull’opera di Deimantas Narkevičius si è svolta in alcune importanti istituzioni dal Museo Reina Sofia, al Van Abbemuseum e alla Kunsthalle di Berna. Deimantas Narkevičius ritorna a Milano ad un anno dalla sua ampia retrospettiva presso la Galleria Artra. Lo screening programme è organizzato dalla Galleria Artra in collaborazione con NABA – Nuova Accademia Belle Arti Milano.
Cinema Centrale
Via Torino, 30/32 -Milano
19 marzo ore 18:30/ 20:00
Ingresso libero