'With Eyes closed I see Happiness' racconta il nuovo stato dell'artista, interessata al concetto di durata e ad un piu' intenso rapporto con il pubblico. In esposizione un gruppo di 14 sculture realizzate a partire dal calco della sua testa poste su piedistalli di vetro e fotografie di grandi dimensioni che scandiscono l'atmosfera e i gesti essenziali compiuti dall'artista. La mostra e' il secondo degli eventi che Marina Abramovic, realizzera' in citta'.
La Galleria Lia Rumma è lieta di presentare la mostra di Marina Abramović 'With Eyes
closed I see Happiness' che si inaugurerà il 20 marzo 2012 nella sede di Milano. La mostra è il
secondo dei grandi eventi che l’artista, indiscussa protagonista della Body Art, realizzerà
in città. Il giorno precedente al museo PAC avrà infatti inizio The Abramović Method.
Si tratta, in entrambi i casi, di progetti inediti – “ un artista non dovrebbe mai ripetere se
stesso” si legge d’altronde nel suo “ Artist’s life Manifesto” – i primi ad essere presentati
dopo la titanica performance The Artist is present tenutasi al MoMA di New York nel 2010,
dove per tre mesi, ogni giorno, sette ore al giorno, l’artista si è donata al pubblico
rimanendo seduta, immobile e rigorosamente in silenzio, di fronte ad una sedia che non è
mai rimasta vuota. Su quella sedia si sono avvicendate migliaia di persone e soltanto
attraverso lo sguardo si è dato vita ad uno straordinario flusso di energia.
Perché, se nelle performance degli anni settanta abbiamo visto Marina Abramović
sottoporsi a innumerevoli prove di resistenza fisica e psichica sfidando ogni limite e ogni
tabù legato al corpo, oggi l’artista è interessata al concetto di durata e ad un più intenso
rapporto con il pubblico. Le sue ultime performance, House With the Ocean View, Seven Easy
Pieces e The Artist Is Present , sono una chiara testimonianza di questa evoluzione che
compie adesso un ulteriore passaggio.
In questo senso vanno letti i lavori ospitati da Lia Rumma. A dare il titolo alla mostra e a
raccontare il nuovo stato dell’artista è un prezioso e rigenerante esercizio di metodo: With
Eyes closed I see happiness. Una verità raggiungibile che dischiude infinite possibilità in
quel sotteso invito a guardarsi dentro lasciando, questa volta, il mondo lontano da sé.
A sottolineare l’importanza di questa pratica, un gruppo di 14 sculture poste su piedistalli
di vetro, realizzate a partire dal calco della testa dell’artista e attraversate da cristalli di
quarzo. Un cospicuo numero di opere fotografiche di grandi dimensioni, invece,
scandiscono l’atmosfera e i gesti essenziali compiuti dall’artista per elevare il suo spirito.
Prove silenti e faticose di contemplazione estatica, per trovare un equilibrio, dare valore
alle cose, percepirne il calore, l’energia. Lo spazio vuoto e svuotato, che circonda nelle foto
la figura dell’Abramović , fissa simbolicamente l’azione e amplifica la percezione. Il vuoto
è lì a condensare il bisogno di nitidezza, che è preludio necessario per qualsiasi
concentrazione.
Perché è solo nel tempo pregno e illuminato della meditazione e nella tregua attiva del
silenzio che è possibile fare spazio, giungere all’essenza.
Marina Abramović è nata a Belgrado nel 1946. Vive e lavora a New York, dove si sta occupando
dell’apertura del Marina Abramović Institute for Preservation of Performance Art. Nella Galleria Lia
Rumma di Milano ha già presentato nel dicembre del 2002 la mostra Video Portrait Gallery 1975-2002, mentre
nella sede napoletana ha realizzato nel 2004 la performance Cleaning the mirror. Leone d’Oro alla Biennale di
Venezia nel 1997, ha in quasi 40 anni di carriera esposto e realizzato performance nelle più importanti
istituzioni museali di tutto il mondo. Ricordiamo quelle allo Stedelijk Van A bbemuseum, Eindhoven, 1985;
Centre Georges Pompidou, Parigi, 1990; N eue N ational Galerie, Berlin 1993; Guggenheim M useum, N ew
York, 2005; M oM A , N ew York, 2010; Garage A rt Center, M osca 2011; la scorsa estate il M anchester
International Festival e il Teatro Real M adrid hanno presentato il progetto teatrale The life and the death of
Marina Abramovic, per la regia di Bob Wilson.
La mostra è il
secondo dei grandi eventi che l’artista, indiscussa protagonista della Body Art, realizzerà
in città. Il giorno precedente al museo PAC avrà infatti inizio The Abramović Method
http://www.theabramovicmethod.it/
Inaugurazione: martedì 20 marzo ore 18.30-21.30
Galleria Lia Rumma
via Stilicone, 19 Milano
orari galleria: dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.00
Ingresso libero