Agli inizi degli anni Settanta Daniel Meadows formava, assieme a Martin Parr, Brian Griffin e Chris Steele-Perkins, una sorta di avanguardia fotografica (non teorizzata né canonizzata) che voleva ridare vitalità alla fotografia documentaria inglese, innestando sulla base dell’eredità di autori come Bill Brandt e Tony Ray-Jones, solide influenze di oltreoceano: Walker Evans, ovviamente, ma anche e soprattutto Diane Arbus e il suo sguardo disilluso e sofferente.
Fotografie di Daniel Meadows
Agli inizi degli anni Settanta Daniel Meadows formava, assieme a Martin
Parr, Brian Griffin e Chris Steele-Perkins, una sorta di avanguardia
fotografica (non teorizzata né canonizzata) che voleva ridare vitalitÃ
alla fotografia documentaria inglese, innestando sulla base dell’ereditÃ
di autori come Bill Brandt e Tony Ray-Jones, solide influenze di
oltreoceano: Walker Evans, ovviamente, ma anche e soprattutto Diane
Arbus e il suo sguardo disilluso e sofferente.
Meadows, in diverse scorribande in lungo e in largo, fotografò la gente,
l’inglese comune, l’ordinary British, tra il 1973 e il 1974 (958
persone in 22 città diverse), ma non si tratta di reportage sociale, non
ritrae i suoi soggetti in casette a schiera o in interni desolati e
sconfortanti, li coglie e mette in posa per strada, coinvolgendoli in un
rapporto complice di reciproca curiosità .
Viste adesso queste fotografie parlano di un tempo che non c’è più e
dicono molto, forse più di tanti reportage sociali espliciti: viene
fuori un tempo in cui l’abbigliamento era ancora determinato dalle
offerte del mercato locale e quindi lasciato in parte alla scelta
individuale; le ragazzine andavano a fare spesa assieme alle madri, di
cui erano spesso l’esatta copia per abbigliamento e aspetto; il sabato
pomeriggio era il clou del divertimento giovanile, la notte era ancora
tutta da conquistare, le discoteche erano ancora rare e il termine
'nightclubbing' ancora da inventare; i bambini giocavano nelle strade e
si lasciavano tranquillamente fotografare dagli sconosciuti.
Per rendere ancora più evidente e 'leggibile' lo stacco temporale (ma
che vuol dire ovviamente anche mutamento sociale, ambientale e dei
costumi) Meadows ha rifotografato le stesse persone a venticinque anni
di distanza, negli stessi luoghi, cercando, anzi, di ripetere il più
possibile la stessa inquadratura. Il risultato è incredibile, perché
quello che viene immediatamente percepito non è l’evoluzione, la storia
individuale, ma il peso del passare del tempo, la sua incidenza nella
vita e nel tessuto sociale. Ed è proprio questa la grande forza della
fotografia 'di strada', il suo applicarsi alla storia minore con la
consapevolezza che di lì passa la vera comprensione della realtà storica
assoluta.
Bruno Boveri
Daniel Meadows (1952) ha alternato, dagli anni Settanta ad oggi,
l’attività di fotografo free-lance, con quella di reporter televisivo,
di docente di fotografia e fotografo per il cinema. Una grande mostra
dei suoi ritratti di strada degli anni Settanta è stata tenuta in
diverse gallerie in Inghilterra nel 1997.
Libreria AgorÃ
Via Santa Croce, 0/E - 10123 Torino
Tel. 011 8394962 - Fax 011 835973