Passo tra i passi (Tempo della materia). 90 opere tra sculture in bronzo e in terracotta, dipinti e disegni dell'artista di Bagdad: un'evocazione di alcuni cammini della storia, che dalla Mesopotamia attraversano il Mar Rosso per approdare al Mediterraneo, da Ur ai Fenici, ai Greci.
a cura di Giovanni Murialdo e Giovanna Rotondi
S'inaugura il 31 marzo, alle ore 16.30, presso il Museo Archeologico del Finale
(Chiostri di Santa Caterina - Finalborgo) la mostra di Selim Abdullah, Passo tra i
passi (Tempo della materia). All’evento interverranno i curatori dell’esposizione
Giovanni Murialdo, presidente della sezione Finalese dell’Istituto Internazionale di
Studi Liguri ente gestore del Museo Archeologico del Finale e Giovanna Rotondi
Terminiello, storica dell’arte già sovrintendente dei Beni Artistici per la Liguria,
oltre a Daniele Arobba e Andrea De Pascale, rispettivamente Direttore e Conservatore
del Museo Archeologico del Finale; sarà presente l’artista.
Selim Abdullah, nativo di Bagdad (1950), espone al Museo Archeologico del Finale
circa novanta opere: sculture in bronzo e in terracotta, dipinti e disegni. Lavori
che costituiscono un nucleo compositivo della sua recente ricerca artistica, tesa a
dar vita a un’evocazione non solamente ideale - ma anche attiva della memoria - di
alcuni cammini della storia, che dalla Mesopotamia attraversano il Mar Rosso per
approdare al Mediterraneo: da Ur ai Fenici, ai Greci. Le diverse materie impiegate
dall’artista (bronzo, argilla e pittura) convivono qui insieme intessendo una
narrazione di minimi gesti, un epos domestico, che pur si raccorda e s’associa, nel
ricordo, ai percorsi della grande epica delle genti antiche, e anche moderne.
L’artista giunge a stabilire, per tal via, un intimo dialogo di reciproca
corrispondenza fra le sue opere d’arte contemporanee e le testimonianze di un antico
passato raccolte nel Museo Archeologico del Finale. Da questa esposizione emerge con
forza come l’impegno profuso dall’artista in questi ultimi dieci anni di ricerca è
incessantemente volto a trovare - attraverso i raccordi fra le diverse materie - il
tempo della forma: dove il passato scivola verso il futuro, e dove la metamorfosi
diviene elemento base di continuo arricchimento.
È così che, in quest’occasione speciale, «i manufatti archeologici del Museo
Archeologico del Finale, risalenti alle ere primordiali della storia umana, sono
ulteriori interlocutori del dialogo tra i lavori di Selim e lo spazio che li ospita.
Per loro medesima natura molti di essi generano nei visitatori ulteriori suggestioni
per corrispondenza materica (la creta) e cromatica (il rosso mattone e il grigio
dell'argilla)» (G. Rotondi). E, di riflesso, i reperti archeologici giungono a loro
volta ad assumere «dimensioni lontane dagli abituali stereotipi culturali: in una
visione che li porta a perdere i propri intimi connotati di oggetti del passato
attraverso il contatto con le forme, i colori ed i messaggi trasmessi dalla
produzione di un artista che, vivendo nel presente, ci fornisce un’altra originale
pagina di quell’ininterrotta narrazione» (G. Murialdo).
L’esposizione è accompagnata da un ricco Catalogo pubblicato da Silvana Editoriale,
in cui l’evento - illustrato dai testi di Giovanni Murialdo e di Giovanna Rotondi
Terminiello - è documentato da un ampio apparato fotografico.
Inaugurazione 31 marzo, alle ore 16.30
Museo Archeologico del Finale
piazza G. Verdi (Chiostri di Santa Caterina) Finale Ligure
Orari: aprile, maggio, giugno e settembre ore 9.00-12.00 e 14.30-17.00 tutti i giorni tranne il lunedì; nei mesi di luglio e
agosto ore 10.00-12.00 e 16.00-19.00 tutti i giorni tranne il lunedì.
ingresso museo e mostra: intero 4 euro, ridotto 2 euro)