MAD Rassegna d'Arte Contemporanea
La mostra evidenzia come ogni opera dell'artista sia paragonabile a un progetto architettonico che ha nei contrasti, nelle prospettive e nei chiaroscuri le sue fondamenta.
A cura di Fabio D'Achille
Alberto Manzetti nasce a Sant’Elia in Pianisi (CB) nel 1934, si diploma al Liceo Artistico di via Ripetta a Roma. Docente di disegno e storia dell’arte, negli anni ’60 partecipa al Movimento Romano di Figurazione ed Astrazione Concettuale, classificandosi ai primi posti nelle edizioni del “Premio Città di Termoli”. Nel 1970 vince a Milano il Premio di pittura neoespressionista e il Premio Lombardia. Partecipa più volte all’Artefiera di Padova e Bologna. Si è classificato ai primi posti nei premi annuali di pittura al Palazzo della Cultura di Latina. Nel ’93 è premiato a Roma al Ridotto della Galleria Nazionale. Nel 2006 ha partecipato a Venezia alla mostra “Una città da salvare”. Attualmente 12 pinacoteche conservano le sue opere, tra cui la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Latina.
Sull’arte di Alberto Manzetti si riporta l’interpretazione critica di Laura Cianfarani:
“La poetica artistica di Alberto Manzetti, fondata su un’esperta capacità di sintesi, si caratterizza essenzialmente per il contrasto, che assume diverse sfaccettature. Nelle sue opere, dove ogni pezzo è un progetto di architettura, di spazio, troviamo, infatti, una combinazione di toni caldi e freddi, scaturita da una componente esclusivamente istintiva. Una dicotomia tra progettazione e immaginazione quindi, dove quest’ultima assume un aspetto prevalente. L’equilibrio cromatico che l’artista crea nasce, paradossalmente, da tecniche di contrasto: il volume, la profondità e la scansione dei piani non sono ottenute con la prospettiva o con il chiaroscuro, ma sono del tutto affidati ai colori, che rivelano un elemento puramente emotivo, un gioco cromatico in grado di creare un piacere visivo. La contrapposizione tra campiture nette e squillanti, materiche, elementi geometrici, ritmi serrati e colori sfumati e spazi bianchi, sembra approdare a una sintesi tra il Cubismo sintetico di Picasso e il Cubismo Orfico di Delaunay e Lèger, dunque tra aspetti razionali e onirici. Gli studi sulle culture precolombiane rappresentano un corrispettivo pittorico dell’arte delle civiltà dell’America centrale, basata sulla scultura e il bassorilievo: non a caso in queste opere l’artista mostra delle caratteristiche prettamente materiche. Manzetti presenta nel suo lavoro un approccio veloce, il che deriva dalla volontà immediata di fissare l’emozione, l’attimo, il sentimento e l’anima che il soggetto gli trasmette. La serie delle Città da salvare rivela un desiderio etico, con l’idea di abitazioni salvate da elementi come farfalle e palloncini, che con dei fili trascinano fuori le città dal degrado urbano per trasportarle in un potenziale luogo in grado di "salvaguardarle”.
Inaugurazione giovedi' 5 aprile ore 18,30
Caffè Friuli
Corso della Repubblica 209 Latina
da martedì a domenica dalle 8,00 alle 24,00
Ingresso libero