Ufficio Stampa CLP Relazioni Pubbliche
Maria Helena Vieira da Silva, 'Il labirinto del tempo' e Gerard Castello Lopes, 'Vedere, il sogno di una vita'. In Palazzo Magnani 60 dipinti e 70 immagini in bianco e nero per scoprire due protagonisti dell'arte portoghese del Novecento.
I DIPINTI DI MARIA HELENA VIEIRA DA SILVA
E LE FOTOGRAFIE DI GERARD CASTELLO-LOPES
IN MOSTRA A REGGIO EMILIA
In Palazzo Magnani 60 dipinti e 70 immagini in bianco e nero per scoprire due protagonisti dell'arte portoghese del Novecento.
Il programma 2003 di Palazzo Magnani a Reggio Emilia prosegue con due maestri dell'arte portoghese del XX secolo: la pittrice Maria Helena Vieira da Silva e il fotografo Gérard Castello-Lopes.
Dal 30 marzo al 25 maggio, nella sale del primo piano del palazzo reggiano sarà allestita la mostra 'Maria Helena Vieira da Silva, il labirinto del tempo' che riporta in Italia, dopo quarant'anni (la sua ultima significativa presenza nel nostro Paese è datata 1964, con la rassegna curata da Luigi Carluccio ai Musei Civici di Torino) l'opera di questa importante artista: i 60 dipinti esposti documenteranno sessant'anni di attività .
L'iniziativa, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con il Comité Arpad Szenes - Vieira da Silva di Parigi e il contributo della Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia e di CCPL, è curata da Sandro Parmiggiani e da Chiara Calzetta Jaeger e può contare su importanti prestiti internazionali: dal Centre Pompidou di Parigi, ad esempio, arriveranno capolavori come La machine optique (1937), Le désastre ou La guerre (1942) e Les grandes constructions (1956).
I visitatori potranno conoscere i temi familiari di Vieira da Silva quali le biblioteche, le città , gli ateliers, i porti, le stazioni, i paesaggi. L'opera dell'artista, che ha avuto vasta influenza anche in Italia, è caratterizzata da una sorta di ossessione della composizione che dà vita a luoghi immaginari, labirinti, prospettive multiple.
Maria Helena Vieira da Silva (Lisbona, 1908 - Parigi, 1992) studia dal 1919 al 1927 alla Scuola di Belle Arti di Lisbona. Nel 1928 si trasferisce a Parigi dove incontra il giovane artista ungherese Arpad Szenes che diventerà suo marito. Frequenta i corsi di Fernand Léger e di Bissière. La sua prima mostra si tiene alla Galerie Jeanne-Bucher nel 1933. Le origini ebree di Arpad li obbligano a lasciare la Francia (1939) e a rifugiarsi in Portogallo.
Dal 1940 al 1947 vivono in Brasile: mostra al Museo Nazionale d'Arte Moderna di Rio de Janeiro e prima sua personale a New York (Marian Willard Gallery). Nel 1947 la coppia ritorna a Parigi. Prima retrospettiva (1958) alla Kestner-Gesellschaft di Hannover, cui seguiranno le mostre alla Phillips Art Gallery di Washington (1963) e al Museo Nazionale d'Arte Moderna di Parigi (1969).
Nel 1988 le viene dedicata una prestigiosa retrospettiva al Grand Palais di Parigi e al Centro d'Arte Moderna della Fondazione Gulbenkian di Lisbona. Muore a Parigi il 6 marzo 1992.
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Nello stesso periodo, il piano terra di Palazzo Magnani ospiterà la mostra 'Gérard Castello-Lopes. Vedere, il sogno di una vita' che presenta per la prima volta in Italia l'opera del fotografo portoghese. Le 70 immagini in bianco e nero esposte sono state realizzate negli ultimi quarantacinque anni.
Gérard Castello-Lopes è nato in Francia a Vichy nel 1925. Si trasferisce in Portogallo dove frequenta le elementari, le scuole superiori e l'Università . Nella seconda metà degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta lavora nella Missione permanente del Governo portoghese al Consiglio d'Europa a Strasburgo.
Quello che pensa dell'impegno del fotografo è espresso in un suo colloquio con Sandro Parmiggiani inserito in catalogo: 'Per me un paparazzo è un ladro di immagini. Io ho sempre associato all'atto di fotografare una qualità morale, quasi religiosa. Penso che il paparazzo sia un gangster della fotografia. E cioè, la possibilità di fotografare la principessa Diana mentre sta agonizzando nella sua Mercedes è per me qualcosa di talmente ripugnante che io credo ci dovrebbero essere delle sanzioni, tanto più che alcune di queste fotografie sono state proposte su internet per un milione e mezzo di dollari. Per me l'orrore è assoluto. Per me fotografare è un atto profondamente legato a un'idea morale che si ha nei confronti delle persone, nei confronti del mondo, nei confronti di se stessi'.
Numerose sono state le sue esposizioni personali e di gruppo in spazi pubblici - in Portogallo, Francia (Lopes vive a Parigi), Stati Uniti d'America, Giappone - e gallerie private. Lopes riconosce in Cartier-Bresson il maestro dell'esordio della sua attività di fotografo, con le "immagini rubate" che documentano la vita del Portogallo negli anni della dittatura di Salazar. La sua evoluzione successiva riserva una particolare attenzione ai caratteri formali dell'immagine.
Immagine: Vieira da Silva, AUTORITRATTO, 1930,olio su tela,54x46 cm, Collezione Comitato Arpad Szenes-Vieira da Silva
Orari: 9.30 - 13.00; 15.00 - 19.00. Lunedì chiuso
Biglietti: euro 5 intero; euro 3 ridotto; euro 2 scuole
Per informazioni e prenotazioni:
tel. 0522.454437; fax 0522.452349
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Reggio Emilia, Palazzo Magnani (Corso Garibaldi 29)