Prosegue il percorso di realizzazioni di commenti musicali alle opere cinematografiche sperimentali, che l'Ensemble Dissonanzen ha inaugurato la scorsa stagione. L'appuntamento odierno e' dedicato a Harry Smith, film-maker, pittore, antropologo e musicologo (curatore, tra l'altro, della piu' famosa raccolta di canti folklorici nordamericani).
Domenica 30 marzo 2003 ore 21.00
in collaborazione con ArciMovie
Sonorizzazioni dei film sperimentali di Harry Smith
Ensemble Dissonanzen
Marco Sannini, tromba
Claudio Lugo, sax
Tommaso Rossi, flauto
Marco Cappelli, chitarra
Ciro Longobardi, pianoforte.
Musiche di (e da) Theolonius Monk e Dizzy Gillespie
Prima del concerto verrà eseguito in ricordo di Goffredo Petrassi "Dialogo
Angelico" (1948) per due flauti Silvia Bellio e Tommaso Rossi, flauti.
Prosegue il percorso di realizzazioni di commenti musicali alle opere
cinematografiche sperimentali, che l?Ensemble Dissonanzen ha inaugurato la
scorsa stagione con l?episodio dedicato a Man Ray. Harry Smith, film-maker,
pittore, antropologo e musicologo (curatore, tra l?altro, della più famosa
raccolta di canti folklorici nordamericani) è poco noto in Italia.
Recentemente è uscito un film sulla sua vita realizzato dalla cineasta e
scrittrice italo-americana Paola Igliori, che gli fu biografa e amica, ma
non ha avuto alcuna diffusione nelle nostre sale cinematografiche. Le opere
filmiche di Harry Smith sono straordinarie; realizzate per lo più dipingendo
direttamente sulla pellicola fotogramma per fotogramma, potrebbero
intendersi più come ?pitture in movimento?, che non come prodotti
cinematografici come noi li intendiamo tradizionalmente.
Essendo musicologo,
e musicista egli stesso, Smith spesso si riferiva ad elementi esplicitamente
musicali per strutturare i suoi lavori, in particolare attingendo dalle
tecniche strumentali e dal vitalismo ritmico dei suoi amici jazzisti:
Thelonius Monk, Dizzy Gillespie e la scena della ?be-bop revolution? della
west coast statunitense.
Ingresso unico Euro 6,00
Infoline dissonanzen 347 8676770
DISSONANZEN 2002/2003 MUSICA E MULTIMEDIA
Il Novecento ha trasformato radicalmente il nostro rapporto con la musica.
L?avvento dei mezzi di registrazione e riproduzione del suono ha inciso
profondamente sull?evoluzione del linguaggio musicale, orientandolo alla
diffusione di massa in misura sconosciuta ai secoli precedenti. La
possibilità che ha oggi un oggetto musicale di essere serializzato e
ascoltato, restando assolutamente identico, da milioni di persone in tutto
il mondo, ha sposato irrevocabilmente la produzione musicale alla logica del
mercato e ha invaso la nostra quotidianità di suoni ³virtuali², rendendo
marginali le occasioni di ascolto di musica prodotta da esseri umani in
carne e ossa. Agli albori del cinema, essendo le pellicole prive di sonoro,
lo spettacolo cinematografico era, ad esempio, accompagnato da musicisti che
suonavano in sala, improvvisando su temi adatti al clima delle immagini; poi
si è passati alla realizzazione di colonne sonore registrate dal vivo
direttamente sulla pellicola; oggi si lavora al computer, progettando in
campo esclusivamente virtuale il commento sonoro. Accanto all?uso a livello
industriale dei nuovi mezzi di trattamento del suono per scopi
dichiaratamente commerciali, si è dipanata l?avventura della ricerca e della
sperimentazione delle nuove opportunità offerte al musicista ?colto? dai
nuovi media, e spesso gli esiti di tale avventura hanno affrontato in modo
esplicitamente critico la massificazione implicita nel loro uso. Si è
tornati a improvvisare dal vivo i commenti sonori alle immagini filmiche,
anche in festival esplicitamente dedicati, ma anche a utilizzare le immagini
digitali per la confezione di nuovi eventi artistici, performance,
installazioni che si propongono di verificare sistemi inediti di relazione
tra suono e immagine. A partire dall?immediato dopoguerra si è assistito
alla creazione di studi di fonologia nei quali i compositori hanno potuto
apprendere le nuove tecnologie di elaborazione del suono in tempo reale, e
utilizzarle per nuove forme di opere per la sala da concerto che si dotava,
nei paesi più evoluti, di sofisticatissimi sistemi di riproduzione sonora.
Dissonanzen propone tre eventi in cui in maniera diversa si affronta il
rapporto dialettico tra la presenza viva della musica e degli interpreti e i
nuovi media. Ci è sembrato interessante in tal senso sviluppare quattro
direttrici diverse: quella più evidente dell?incontro/scontro tra uno
strumento musicale fisicamente presente e il nastro magnetico nel concerto
intitolato ?Musiche su due dimensioni?; quella della sonorizzazione dal vivo
di opere cinematografiche dell?artista americano Harry Smith, che eludeva la
serializzazione della pellicola cinematografica dipingendo a mano ciascun
fotogramma; ed infine la contemporanea utilizzazione della danza, della
musica e dell?elaborazione elettronica dei suoni e delle immagini nello
spettacolo multimediale di Alessandra Petitti e Marco Schiavoni ?Una notte a
Cuma?, dedicato al mito classico della Sibilla cumana.
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