Street art? La tradizione di Mario Martini nasce da quella dei 'madonnari', artisti di strada che disegnano le loro opere sul marciapiede per ricevere un obolo.
Non c’è dubbio che Mario Martini ha sempre trovato, nella strada, il suo palcoscenico ideale, la sua galleria, ma non può essere completamente assimilato alla tendenza street art nel senso attuale del termine.
“Oggi la street art è uno dei movimenti artistici più importanti, basta vedere le opere che tappezzano i muri di Londra, New York, San Paolo” – così inizia un libro sull’argomento (STREET ART, portraits d’artistes di Eleonor Mathieson et Xavier A. Tàpies Ed. Graffito)– “queste opere mettono in evidenza una diversità di talenti liberi da qualsiasi censura che si offrono al pubblico senza intermediari. Il movimento nato a New York durante gli anni 70 è diventato popolare dal 2003. Gli artisti sono motivati dal fatto di non doversi sottomettere a ciò che l’establishment artistico, le grandi gallerie e i critici intendevano per opera d’arte.”
Majakoskij già nel 1928 auspicava che le strade diventassero una festa dell’arte per tutti utilizzando i graffiti come innesti per far circolare idee e opinioni.
In via del Babuino dietro la fontana, la superficie muraria non trovava pace per i continui interventi di Mario Martini, è stato diffidato anche dai carabinieri e dai negozianti per questi suoi exploit. Qualcosa è stato fotografato. La politica, la donna, la violenza sono i temi che spesso tratta; a volte esprime rabbia verso qualcuno. Ma c’è differenza rispetto agli artisti di oggi. La street art trova la sua energia viscerale nel fatto che è libera, non si compra, e se viene cancellata, torna fuori da un’altra parte, per farla non c’è bisogno di una galleria
La tradizione di Mario Martini nasce da quella dei « madonnari »; artisti di strada che disegnano le loro opere sul marciapiede per ricevere un obolo, ai suoi inizi imita le icône russe e le vende in giro ai turisti, ma sempre frequentando via Margutta e gli studi dei pittori e già negli anni 70 si trovano dei disegni di Martini che hanno quell’impronta caratteristica che li rendono subito riconoscibili. La scalinata della chiesa ortodossa in via del Babuino è per molto tempo il suo punto di riferimento, poi si trasferisce a Piazza del Popolo. Disegna su tutto, passando dalle viste di Roma con i suoi fantasmini all’invettiva politica, ai quadri e cartoni a soggetto religioso degli ultimi tempi. Frequenta le gallerie e fa molte mostre, ma spesso mentre è in corso una sua mostra in Galleria, continua a vendere i suoi cartoni in Piazza.
Il pittore rischia di divenire come un McDonald’s con i menù e le porzioni preparate tutte con le stesse misure e proporzioni e a questo Martini ha cercato sempre di opporsi anche se, a volte, i clienti gli richiedevano sempre gli stessi soggetti: le piazze di Roma. Non aveva nessun interesse per le definizioni; dipingeva per sua intima necessità, ma certamente si considerava pittore di strada.
Studio DR Spazio Visivo
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