Una serie di grandi tele colorate disseminate dalle sue 'impronte'. Le opere verranno realizzate, per la maggior parte, riutilizzando, come supporto, parti di tende da campeggio in cui rimangono visibili cerniere, lacci, corde ed elastici.
In questa mostra Claude Viallat presenterà una serie di grandi tele colorate
disseminate dalle sue "impronte". Le opere verranno realizzate, per la
maggior parte, riutilizzando, come supporto, parti di tende da campeggio in
cui rimangono visibili cerniere, lacci, corde ed elastici.
Cenni critici
Claude Viallat (Nîmes, 1936) opera dal 1966 nell'intuizione di una
anti-forma primitiva ed essenziale liberata dall'esperienza pittorica
dell'espressione soggettiva, al fine di raggiungere la neutralità e
"l'anonimato" della produzione ripetitiva nella leggerezza della tela
sospesa sul muro disseminata di "impronte". Questa sua forma, caratteristica
distintiva ed inimitabile, è semplice, essenziale ed ipnotica allo stesso
tempo.
Non si può parlare delle anti-forme di Claude Viallat senza considerare
quelle pratiche non prettamente pitturali che sono anch'esse elementi
inscindibili del suo lavoro. Tale necessità si esprime in quel carattere
instabile e mobile che è il supporto non comune: tele, teloni e tende
ospitano le anti-forme evidenziandone l¹insita esigenza di fondersi con
l¹oggetto; ed anche nell¹attitudine delle ³forme² a svilupparsi nello
spazio, saturandolo, diventando parte di esso. Idea che si potenzia se la si
esibisce come volontà di far convivere l¹opera con l¹oggetto/supporto, non
solo condividendo con esso lo spazio utile, ma diventando con esso opera;
tanto è vero che i supporti utilizzati rivelano sempre la loro presenza, il
colore di base diventa parte integrante dell¹opera ed i resti di precedenti
utilizzi (corde, elastici) permangono visibili nel lavoro compiuto.
Cenni biografici
Agli inizi degli anni Sessanta, nel clima culturale stimolante e vivace che
si respirava in Francia, Claude Viallat (Nîmes, 1936) muove dall'esigenza di
rivisitare la genealogia della pittura astratta e la seduzione
dell'informale (senza dimenticare Cézanne e Matisse), individuando una forma
base, sua caratteristica distintiva.
L'astrazione appare negli anni della Ecole des Beaux-Arts a Parigi, dove
frequenta l'atelier di Raymond Legueult e conosce, tra gli altri, Robert
Rauschenberg, Jackson Pollock, Sam Francis e Morris Louis.
In questi anni abbandona definitivamente la verticalità , rifiuta il
cavalletto per dipingere per terra e al sole, applicando mélange di
gelatine, pigmenti e acqua direttamente sulla tela grezza.
Nel gruppo Ecole de Nice espone dal 1966 al 1969 con gli artisti
appartenenti ai movimenti del Nouveau Réalisme (Arman) e Fluxus (Ben
Vautier, Bernar Venet) e con quelli che in seguito saranno i suoi compagni
del gruppo Supports/Surfaces, allestendo le mostre in luoghi non deputati
all'arte come spiagge, strade di villaggi, siti naturali, rivendicando
quindi un ruolo non comprimario alla provincia nei confronti della esclusiva
Parigi.
Nel 1988 ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia.
Attualmente insegna all'Ecole Supèrieure des Beaux-Arts di Nîmes dove vive e
lavora.
Libro
Anche per questa mostra sarà edita dalla galleria, in coedizione con Charta
(www.chartaartbooks.it), una
monografia (di 160 pagine con 80 riproduzioni a colori), con testi di Luca
Massimo Barbero e Annamaria Maggi, che illustrerà il percorso dell¹artista
dal 1966 ad oggi.
Immagine: Claude Viallat, Untitled No. 125 2002
Orari: dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.30; il lunedì su
appuntamento.
Galleria Fumagallli, via Giorgio Paglia 28, 24122 Bergamo, tel. 035210340