In soffitta. L'artista ha scelto di ricreare, per la sua invasione sinestetica, le condizioni necessarie a far sorgere un ricordo.
a cura di Adele Dell’Erario
La soffitta è da sempre un luogo misterioso che suscita emozioni a volte anche molto differenti: paura, sorpresa, nostalgia.
Ogni uomo che non può liberarsi di alcuni oggetti ha bisogno di una soffitta. Conservare in nome del proprio passato, o semplicemente per la convinzione di poter reciclare tutto in un’altra occasione. La magia di questo posto è proprio quella di tenere i ricordi lontano dagli occhi eppure sempre a disposizione, da spolverare all’occorrenza.
Ogni uomo ha bisogno di una soffitta, ogni uomo ha bisogno di accedere ai propri ricordi aprendo una porta che cigola e togliendo la polvere da un vecchio album. Pochi sforzi insomma e qualche gradino.
Il resto non dipende più da questo luogo.
Stavolta però la soffitta non è quella della nostra casa, le emozioni che proviamo sono molto differenti.
La nostalgia cede alla curiosità, il ricordo allo stupore.
Ci confrontiamo con nuove parti di noi, la polvere ha un altro odore, la storia di ogni oggetto ha bisogno della nostra immaginazione. L’unico privilegio che conserviamo è quello di risvegliare con le nostre mani i ricordi addormentati per poi decifrarli. C’è un cartoncino che si srotola tra le scatole rotte, sulle travi, sotto le cornici, il nostro sguardo lo illumina e questo strano oggetto è pieno di piccole fessure.
Ogni foro partecipa a una scrittura silenziosa – memoria – che trasforma il suono in oggetto e così lo custodisce. Finché non sopraggiungono la nostra curiosità e le nostre mani. Ogni foro non è che una nota fatta di aria, e l’aria come il tempo non si può toccare, ma c’è, ed è indispensabile.
La magia in soffitta è questa: Laura Bisotti ha scritto su un foglio note d’aria – partitura che sa di tempo e attesa – fino a quando non entriamo noi, togliamo le ragnatele da un vecchio carillon, e nel suo ingranaggio lasciamo che la nostra scoperta diventi pura narrazione.
Laura Bisotti ha scelto di ricreare, per la sua invasione sinestetica, le condizioni necessarie a far sorgere un ricordo, utilizzando gli strumenti naturali più efficaci: le sensazioni tattili, gli odori, i sapori e le atmosfere. Lo spazio espositivo, e il suo percorso artistico, parlano di una strettissima relazione con il passato, in senso storico e personale, e di come questo rapporto possa generare nuovi scenari di crescita per la contemporaneità.
Laura è una ragazza del futuro che comunica con le mani: la foratura dei nastri musicali per carrillon, così come lo studio delle tecniche di incisione, rispondono ad un’esigenza squisitamente contemporanea di espressione costruttiva della propria fisicità, nonostante si riferiscano a sistemi produttivi provenienti da un’epoca tecnica ormai lontana. Per sottolineare l’assenza di valenze nostalgiche nelle sue scelte poetiche, la Bisotti sciacqua i suoi lavori rimediandoli, traducendoli cioè in una lingua più vicina e congeniale allo spettatore contemporaneo: non espone oggetti trovati ma li fotografa, non presenta nastri antichi ma li crea, spostando così l’attenzione dall’oggetto al processo produttivo. Vuole farci ricordare, insomma, come venivan fatte le cose una volta, e a ragione ci svela che i segreti del passato, nascosti in soffitta, sono la chiave per risolvere i misteri del futuro.
(Adele Dell’Erario e Federica Patti)
LAURA BISOTTI (Piacenza, Italia, 1985)
Diplomata nel 2010 presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, combina la propria ricerca artistica con lavori occasionali nel campo dell’educazione e con progetti di residenza artistica.
Ha appena concluso un'esperienza di tre mesi presso l’Accademia Reale di Spagna a Roma grazie ad un progetto di collaborazione con il Gai (Circuito Giovani Artisti Italiani).
Nel 2011 ha sviluppato un progetto legato alla grafica d’arte presso i laboratori del Slade School of Fine Arts (University College of London) a Londra grazie ad una borsa di studio della Fondazione Miró di Palama di Mallorca. Nel 2011, grazie ad una residenza artistica di 10 mesi presso la Fondazione BilbaoArte a Bilbao (Spagna), realizza la sua prima esposizione personale intitolata “In viaggio”.
Tra i riconoscimenti ottenuti: Premio Celeste nella categoria pittura (2010); finalista del Premio Iceberg Arti Visive (2009).
Inaugurazione 9 maggio ore 18.30
Barnum
via de pepoli, 8/b - Bologna
Ingresso libero