"Thomas" funziona al contempo come un nome e un titolo, un personaggio e un'idea, uno schermo e un proiettore. Una mostra sui fenomeni di sinestesia: l'artista tesse una trama che coinvolge e interroga rapporti tra meccanismi sensoriali e intellettuali.
La Galleria Tiziana Di Caro ha il piacere di inaugurare la prima mostra personale in Italia di Antonia Carrara (Roma, 1982), Thomas, venerdì 18 maggio 2012 dalle ore 19.00.
Cosa c'é in un nome?
Thomas funziona al contempo come un nome e un titolo, un personaggio e un'idea, uno schermo e un proiettore. Antonia Carrara compone la mostra con opere - per la maggior parte realizzate nel 2012 – che, utilizzando vari mezzi espressivi, si avvalgono di un comune multiplo; un nome, un possibile corpo nato nel linguaggio, che prende e cambia forma nella lettura. Thomas Mann, Thomas L'Impostore, Thomas Bernhard, Dylan Thomas, Thomas Edison, Thomas l'Oscuro… Personaggi, interpreti e sosia che promettono storie infinite e al contempo ne escludono altrettante, con il solo potere di un nome.
Il nome serve da scusa, un codice che assicura l'anonimato. Permette alle opere di apparire come indizi, o come i silenziosi presentimenti che precedono la lettura e poi persistono. In questo contesto, il contenuto di ogni lavoro diventa una variabile dell'intuito.
Il corpo della mostra rimanda a fenomeni di sinestesia. Attraverso l'interpretazione di movimenti, gesti e costruzioni visive, l'artista tesse una trama che coinvolge ed interroga rapporti tra meccanismi sensoriali e intellettuali - l'impatto tra due mani (nel dittico Certanly not. Against, 2012), il chiudersi e l'aprirsi di uno sguardo (nel video Little resources he sailed, 2011), una visione stereoscopica (Proof that inadequate, 2012). L'ascolto, l'interpretazione, la vista sono truccati dal lavoro della memoria.
Carrara ricerca elementi del linguaggio letterario e poetico, e li trasfigura nel reame visivo, oscillando costantemente tra ciò che non può essere articolato nel linguaggio e momenti molto vividi. Tutti i titoli delle opere in mostra sono frammenti tratti da un racconto di Kafka, Il Silenzio delle Sirene (1917) - testo in cui la forza visionaria del canto di queste creature mitiche é messa alla prova dal potenziale inesauribile del loro silenzio, una promessa di conoscenza infinita.
Cosa c'é in un nome? E come cambia quando da scritto diventa chiamato?
Unico elemento naturale tra le opere presentate, una conchiglia (componente centrale dell'installazione A Sort Of Shield, 2012) allude a un punto di ricezione e diffusione di un suono possibile, della possibilità del suono - e della parola. Come Kafka immagina il potere delle sirene nel loro silenzio piuttosto che nel loro canto, Carrara investiga un intervallo di trasformazione, il silenzioso e discreto cambiamento tra un Thomas e l'altro.
Antonia Carrara (Roma, 1982) vive e lavora tra Amsterdam e Parigi, dove ha conseguito un Master of Fine Art all'Ecole Nationale des Beaux Arts.
Le sue sculture, film e collage mettono in campo un dialogo tra volontà e possibilità, conoscenza e intuizione, pensiero storico e credenze irrazionali. Mai puramente formale o puramente concettuale, il lavoro di Antonia Carrara vive in un campo variegato e dinamico di allusione visive, letterarie e artistiche.
Ha esposto al De Hallen Museum, Haarlem (NL), alla Fons Welters Gallery, Amsterdam e al Salon de Montrouge in Francia. É anche co-fondatrice di Rongwrong, un project space non-profit ad Amsterdam.
opening 18 maggio dalle 19.00
Galleria Tiziana Di Caro
via delle Botteghelle, 55 - Salerno
Dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 20 o su appuntamento